La forte rivoluzione sintetica
Un giro d'affari di miliardi sui campi d'erba artificiale e tante domande. Prima puntata.
Un'indagine in corso. Dopo le polemiche sui possibili materiali cancerogeni, non c'è alcuna certezza sanitaria
Cosa c'entrano i rimbalzi di un pallone su un campo d'erba sintetica e l'industria della gomma? Apparentemente poco. E invece il nesso c'è ed è dato dal fatto che i campi di erba sintetica sono tanti, sempre di più, e poggiano su uno strato di gomma che consente alla palla e all'atleta tutti i comportamenti tipici di un campo in erba naturale. In Italia tempo fa è partita la rivoluzione sintetica, ma improvviso è giunto l'allarme: quello strato è cancerogeno, perché disperde sostanze pericolose. Insorgono tutti, la notizia è di quelle buone: state attenti ai vostri bambini che calpestano cancro! Insorgono anche i produttori di gomma riciclata: non è vero, sostengono, e anzi, la campagna contro la gomma sintetica ha mandanti in alto, laddove mai si penserebbe di arrivare, parlando di calcio e impianti. Poco importa che l'ISS (Istituto superiore di sanità) smentisca e che si apra una breccia sui lavori della commissione interministeriale creata ad hoc e sui dati e gli approcci al mercato mondiale della gomma. Calcio, multinazionali, inquinamento, sanità e italianità: un labirinto di viottoli tra personaggi bizzarri, consueti atteggiamenti all'italiana e risvolti miseri del neo calcio.
La palla ha rimbalzi perfetti, l'erbetta, finta, accarezza le suole, i tacchetti e permette scivolate, tackle e agganci plastici anche ai più sprovveduti: tutto questo è garantito dallo strato posto tra l'erba sintetica. L'intaso - che permette all'erba di essere sostenuta da qualcosa di morbido e che garantisce rimbalzi e saltelli, scatti, cadute - è solitamente composto da gomma riciclata. Renato Montabone, assessore allo sport del comune di Torino, ogni anno inaugura dieci impianti sintetici: li costruiscono utilizzando granuli di gomma di varie tipologie e caratteristiche.
I campi in erba sintetica possono fare storcere il naso a molti, ma in realtà per i tanti scapoli e ammogliati, dilettanti, scuole calcio, maschili e femminili, rappresentano la possibilità di giocarsela in impianti che assomigliano a quelli dei big.
«Blatter ha detto che i Mondiali del 2010 saranno giocati sul sintetico», dice Carlo Tavecchio, presidentissimo dal 1999 della Lega Nazionale Dilettanti. La crociata sintetica fu lanciata da Fifa e Uefa, raccolta in Italia da Carraro e pionierizzata dalla LND, che in pochi anni ha omologato circa 350 campi. Oltre a questi dati ufficiali, sarebbero migliaia - anche se è impossibile ottenere cifre esatte sul reale numero - gli impianti dotati di erba sintetica poggiante su gomma riciclata. Fino a qui, tutto bene.
L'atterraggio però è pessimo: un fulmine a ciel sereno arriva nel maggio 2006. Il materiale di intaso utilizzato per i campi sintetici potrebbe essere cancerogeno; a rischio la salute di migliaia di persone, e bambini, che praticano sport in impianti sintetici.
A lanciare l'allarme Roberto Verna, professore della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università La Sapienza e coordinatore della Commissione Interministeriale nominata dal precedente ministro Storace, per decidere circa la pericolosità di alcune sostanze presenti nella gomma riciclata e rilasciare risultati scientifici precisi.
La LND a fronte dell'allarme dirama un nuovo regolamento «che prevede l'utilizzo di soli materiali termoplastici o di materiali riciclati nobilitati», ovvero il granulo di pneumatico verniciato, rivestito o incapsulato con prodotti vergini innocui, ottenuti in lavorazioni particolari e specifiche. La sensazione è che si sia in presenza di una vera e propria vacatio legis o quanto meno di una norma di difficile interpretazione e non solo a livello nazionale. Via mail Tavecchio ci precisa che
«quando sarà definita la soglia di sopportazione cui sta lavorando l'ISS, chi deve prenderà le sue decisioni. Non dipende da noi. Dico solo che in tutta Europa Fifa e Uefa autorizzano l'utilizzo dei materiali riciclati», ma in Italia la LND, per non sbagliarsi, preferisce quelli nobilitati. Le dichiarazioni del professor Verna aprono un piccolo e significativo vespaio: il consorzio ARGO (consorzio nazionale volontario riciclaggio gomma), insorge e a ottobre l'ISS ci ribadisce che i lavori della Commissione non sono mai arrivati a una conclusione.
Il professore Binetti, dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore della Sanità, ci spiega come sono andate le cose: «la Commissione ha interrotto i lavori nella pausa elettorale ed ha ripreso l'attività dopo essere stata riconfermata nell'attuale legislatura. Su indicazioni della Commissione l'ISS ha effettuato dei campionamenti ed analisi di campioni di materiali da intaso presenti in alcuni campi. Questa indagine conoscitiva ha evidenziato la presenza in questi materiali gommosi di alcune sostanze pericolose, tra cui gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), il toluene e lo zinco. Tale presenza è risultata più significativa negli intasi ottenuti mediante riciclo di pneumatici usati. A seguito di tale indagine, che dimostra la presenza di sostanze pericolose, ma non necessariamente di un rischio reale per gli utenti di dati impianti, il Ministero della Salute ha incaricato ufficialmente l'ISS e l'ISPESL di avviare una seconda fase di studio».
Il professor Verna, al centro di polemiche e indicato da Argo come uno dei responsabili della perdita di un giro di soldi pari a 50 milioni di euro, sentito telefonicamente specifica che
«le mie parole furono travisate, io espressi solo alcuni risultati appurati, ma specificai che erano ancora da svolgere analisi importanti», mentre qualcuno, nel mondo dei blog sul web, si chiede come mai lo zinco sia considerato pericoloso nella gomma riciclata e venga invece decantato in medicinali di largo consumo che appaiono in pubblicità in prime time serale. Ma ancora di più ci si chiede, cosa sono gli IPA, cosa c'entrano con il calcio? Pensare che infine tutto ciò abbia a che fare con l'esotico caucciù, le multinazionali della gomma e quindi con soldi, mercati, profitti rende macchiettistici i recenti scandali e le boutade telefoniche dei suoi protagonisti. Il trattore Michelin è in agguato.
(1-continua)
index
|