La squadra di Dio?
L'Uefa si è subito detta pronta ad accogliere la squadra
Anche il Vaticano si dà al calcio? Pare di sì e mira in alto. Creare una squadra in grado di competere con Inter, Milan e Juventus. In serie A. Questa l'idea meravigliosa venuta al cardinal Tarcisio Bertone, che l'ha lanciata domenica ad Alassio mentre ritirava un premio. L'annuncio shock del segretario della Santa Sede (tifoso bianconero, grande appassionato di pallone, ex telecronista a tempo perso) ha preso in contropiede il mondo del calcio, scatenando reazioni incontrollate. L'Uefa si è subito detta pronta ad accogliere la squadra di Dio nella grande famiglia del football.
«Perchè no? - ha risposto il portavoce William Gaillard - Abbiamo già San Marino, il Liechtenstein, Andorra: stati da 30.000 persone. Basta presentare una domanda, creare una federazione, un campionato e rimediare uno stadio. Se si sbrigano, potrebbero partecipare agli Europei del 2012». I ben informati garantiscono sia già stato allertato Trapattoni, il ct con la boccetta d'acqua santa e la sorella suora. Più caustico il presidente della Lega calcio, Matarrese:
«La cosa ci preoccupa, loro hanno santi in Paradiso». E hanno già anche una nazionale, non riconosciuta dalla Federazione internazionale. Gioca poco ma non perde mai. E' composta da Guardie svizzere, tipografi e impiegati dei musei vaticani. 0-0 contro San Marino nel '94, stesso punteggio con Monaco nel 2002. E qualche facile vittoria in amichevole contro rappresentative minori svizzere. Esiste già pure un campionato, disputato sui campi polverosi del Pontificio Oratorio San Pietro dalle rappresentative dei diversi dicasteri: il Governatorato, le Poste, Radio vaticana, le Guardie svizzere appunto. Capitanate dal prode Frowin Bachmann che segnala, per ora, la mancanza di squadre in rappresentanza delle congregazioni. La prima edizione, nel 1947, finì con un rissone tra i giardinieri delle ville pontificie e gli addetti delle reverenda Fabbrica di San Pietro.
Dunque cos'era quella dell'ex Arcivescovo di Genova, una boutade o una strategica dichiarazione d'intenti? Qualche tempo fa il numero due del Vaticano aveva fantasticato sulla creazione di
"magnifico team" composto da studenti brasiliani delle università pontificie e ragazzi degli oratori. Roba da far tremare le gambe persino all'Inter di Mancini. E al di là delle leggende sul cuore ultras dei Papi (Paolo I tifava Venezia, Giovanni XXIII Atalanta, Pio XII aveva un debole per la vecchia signora ma portava fortuna alle romane, Benedetto XVI stravedeva per la Germania di Klinsmann), di questi tempi è facile ascoltare le disamine tecnico-tattiche-spirituali di cardinali d'ogni dove. Ultimo il prefetto emerito del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, Fiorenzo Angelini, che ieri ha condannato l'aggressione del livornese Lucarelli al laziale Pandev decretando pure lui che l'arbitro Pantana avrebbe dovuto tirar fuori non il giallo ma un sacrosanto cartellino rosso. Vabbè. La vera notizia però è un'altra e magari ha qualcosa a che fare con la discesa in campo del vice-Ratzinger. A febbraio prenderà il via la nuovissima Clericus Cup, campionato a 16 squadre riservato ai sacerdoti, organizzato sotto il patrocinio della Conferenza episcopale. Serviva forse un po' di luce divina?
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