Spunti di riflessioneScuola di tifo per i piccoli genoani 
Esperti insegneranno ai ragazzini i cori, a suonare i tamburi, le coreografie

Orgoglio e mugugno, un leit motiv per i genoani. La partita con l'Arezzo fornisce due elementi di novità per il pubblico di Marassi: la partenza del progetto "Club for children", la prima scuola di tifo italiana, e l'esordio in questo campionato del Genoa e il suo nuovo jersey sponsor, come viene aulicamente chiamato il marchio sulle magliette: Eurobet.
"Sempre primi in Italia", si legge orgogliosamente sui muri e le chat virtuali dei grifoni: l'associazione club genoani (acg) farà partire proprio oggi il suo progetto di scuola di tifo. Ragazzi dai 7 ai 13 anni potranno vedere la partita «in un'area dello stadio dedicata a spazio per i più giovani». Alcuni "esperti" a turno insegneranno ai ragazzini «i cori, a suonare i tamburi, ad organizzare le proprie coreografie». Vicino al cuore del tifo rossoblù, la gradinata Nord, i ragazzi impareranno a tifare, stare insieme e l'amore per la maglia del grifone. Il progetto Club for Children ha obiettivi chiari: «l'inizio di un percorso di recupero dei valori e della consapevolezza della genoanità, dello sport e della socializzazione». Dopo le vicende che hanno mandato in C il Genoa, e le sentenze più miti di calciopoli, il popolo genoano cerca di rianimarsi alla luce di una squadra che dopo sette vittorie consecutive tra Coppa Italia e campionato, è considerata come una delle protagoniste del torneo cadetto.
Non solo scuola di tifo - e iniziative benefiche - ma anche business. Da oggi il Genoa avrà sulla maglia lo sponsor Eurobet: proprio nella settimana in cui la Lega francese ha deciso di proibire l'uso di marchi inerenti alle scommesse, a causa dell'arresto di due dirigenti di Bwin, ex sponsor del Monaco nonché attuale del Milan - il Genoa, e in Inghilterra l'Aston Villa con 32Red Plc, sceglie il colosso di scommesse on line. «E' poco etico» sussurra qualcuno su internet e nei bar dei vicoli genovesi. Inizia una discussione ben presto portata alla realtà: «Scommettere è legale e se comunque ci danno le palanche...». Appunto i soldi: pare che il contratto tra la società ligure e Eurobet si aggiri su una cifra che va dagli 800 mila al milione di euro. Dopo i vecchi Seiko, Elah, Levante (l'anno della promozione in B), Mita (l'anno della Uefa), Nube che corre (sic) e un inizio di stagione senza sponsor, ecco un brand re delle scommesse on line. I nostalgici rimpiangono la maglietta a quarti rossoblu senza scritte, sapendo di essere in pochi a contrastare il calcio moderno. Qualcuno ironizza: «Sono scommesse e noi non c'entriamo. Peggio sarebbe stato avere una marca di valigette», alludendo ai famosi 250 mila euro che costituirono per la giustizia sportiva la somma prova dell'aggiustamento di quella sciagurata Genoa-Venezia. Sui bookmakers un aneddoto: Kanoutè, giocatore del Siviglia, ha oscurato nella finale di supercoppa i numeri che componevano 888.com sponsor degli andalusi. «Sono musulmano, quei numeri sono satanici», si sarebbe giustificato.
Genoa-Arezzo infine saluterà anche l'anno appena passato dalla morte di Scoglio. Ripercorrendo alcune sue celebri frasi, in tempi di pedinamenti e spionaggi, ricordiamo un episodio narrato dal prof: «Sapevo che un mio giocatore la sera andava in discoteca fino a tardi, l'ho seguito e quando è entrato nel locale gli ho lasciato un biglietto nel tergicristalli con scritto: "Stai attento, il tuo allenatore lo sa!". Non c'è andato mai più». Altro calcio, altri interpreti.

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