Berlusconi in tackle
sui diritti tv Sul contratto con gli italiani il dibattito è aperto.
Su quello con la Juventus invece è chiuso. Lo ha deciso Forza Italia
che al solo sentire contrattazione collettiva deve avere colto odore di
comunismo e ha risposto non possumus. Eppure la domanda non veniva da
fonti sospette, ma dagli alleati di Alleanza Nazionale. In pratica è
successo questo: la Juventus ha cedeuto i diritti televisivi delle sue
partite di campionato a Mediaset per gli anni 2007-08 e 2008-09 (oltre a
un'opzione per l'anno successivo) in cambio di 248 milioni di euro. E si
attendono analoghe iniziative di Inter, Milan e Roma, ossia le squadre
più potenti che diventerebbero ancora più ricche. Di fronte a questa
iniziativa molti si sono chiesti se non fosse il caso di tornare alla
contrattazione collettiva dei diritti televisivi, per garantire una
ripartizione più equa tra le diverse squadre, evitando che pochi
soggetti arraffassero il ricco malloppo, lasciando alle altre solo gli
spiccioli. L'Antitrust ha fatto sapere di essere favorevole
(rimangiandosi la decisione contraria di qualche anno fa), diverse
società, capitanate da Fiorentina e Palermo, hanno preso iniziative in
questo senso. La questione è arrivata a investire anche il mondo
politico per arrivare a modificare le norme che attualmente autorizzano
la contrattazione singola. Per questo l'onorevole Andrea Ronchi, di An,
con la firma anche del suo capogruppo Ignazio LaRussa, ha elaborato una
proposta di legge che ripristinasse la contrattazione collettiva. Ma i
tempi parlamentari stringono. Allora LaRussa ha deciso di scrivere al
presidente Casini, ritenendo che sussistano i motivi di urgenza per
mettere in calendario questa proposta. Per questo tipo di procedura però
c'è bisogno dell'accordo di tutte le forze politiche. Quindi c'è stata
la riunione dei capigruppo. Tutti d'accordo, destra e sinistra, con
un'eccezione: Forza Italia. Risultato: per questa legislatura non se ne
parla proprio. Conseguenza immediata: Mediaset potrà tranquillamente
proseguire sulla sua strada a braccetto con le grandi società di
calcio. Inutile dire che la presa di posizione di Forza Italia ha
suscitato diverse reazioni. Mentre Ronchi ha chiesto che Forza Italia si
assuma la responsabilità politica della decisione, LaRussa ha optato
per buon viso a cattivo gioco. «Non ho nessuna
censura da fare a Forza Italia per il no all'esame di questa proposta di
legge in commissione in sede legislativa, senza passare per l'Aula su
cose minori anche la sinistra ha detto no alla legislativa. Del resto
questa procedura è un'eccezione, ma essendo alla fine della legislatura
ci eravamo permessi di avanzare questa richiesta. Bisognava capire se
l'urgenza era più importante della discussione in Aula. Forza Italia ha
detto che vuole discutere in Aula, non li posso criminalizzare per
questo». Un po' più contrariato si è detto il ministro
delle Comunicazioni, Mario Landolfi. «È
un'occasione perduta per porre un freno alle spese folli che da qualche
tempo stanno riducendo lo sport più popolare d'Italia ad una
competizione limitata a pochi intimi. Sono rammaricato per la scelta di
Fi». |