Spunti di riflessione

L'era di gradinata blindata
Approvate le nuove norme antiviolenza e la militarizzazione degli impianti 
Norme liberticide Da un lato il governo plaude alla mano pesante contro "i ragazzi da stadio", dall'altro l'opposizione è assai divisa

L'assemblea del Senato ha approvato in via definitiva il decreto legge dello scorso 17 agosto che detta norme per contrastare la violenza negli stadi. A favore ha votato compatta la Cdl, mentre le opposizioni sono andate al voto in ordine sparso: Ds e Margherita, al loro interno divisi sulla norma, si sono astenuti, mentre Verdi, Pdci e Prc hanno votato contro. Le principali novità del provvedimento riguardano l'inasprimento delle pene per il lancio di oggetti contundenti e per le invasioni di campo che arrecano danni a persone o cose. Il questore potrà impugnare la diffida anche in occasioni di partite internazionali; spetterà al giudice decidere se estendere il "Daspo" fino ad un massimo di due anni e obbligare il tifoso a presentarsi in questura nel periodo della partita. Ma a sorprendere maggiormente è l'equiparazione degli addetti al campo (i cosiddetti "steward") ai pubblici ufficiali, con conseguente condanna per chiunque si renda responsabile di violenze nei loro confronti. Per Gabriele Boscetto (Fi), relatore del decreto legge, «con il divieto di accesso agli stadi esteri può essere stroncato il turismo internazionale dei vandali del pallone». Sandro Battisti, senatore della Margherita e capogruppo in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, pensa invece che si tratti soltanto di una legge miope, puramente repressiva e nel complesso brutta: «Questa legge è zeppa di errori. Già in commissione, ad esempio, avevamo chiesto la soppressione della dizione `o di altri elementi oggettivi' (riferita alla prescrivibilità della sanzione sulla base di documentazione videofotografica o di altri elementi oggettivi, presente nel decreto legge al comma 1) perché immaginare - ha concluso Battisti - che vi possano essere `altri elementi oggettivi', senza curarsi di definire quali, mi sembra davvero eccessivo». Il senatore dei Verdi Giampaolo Zancan, vicepresidente della commissione Giustizia, sorpassa tutti da destra: «E' l'ennesimo provvedimento di questa maggioranza e di questo governo che, apparentemente, annuncia severità, e poi, nei fatti, concede condoni, diminuzioni di pena, quando non prescrizioni». Secondo Zancan, «il decreto non consente, né in caso di patteggiamento, né di sospensione condizionale della pena, di applicare il divieto di frequentare le manifestazioni sportive, che sarebbe la disposizione più efficace per contrastare i fenomeni di violenza». Falso: il comma 1 dell'articolo 8, dispone infatti che nei casi di arresto in flagranza, i provvedimenti di remissione in libertà conseguenti ai suddetti motivi «possono contenere prescrizioni in ordine al divieto di accedere ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive». Polemiche a parte, la nuova legge fa acqua da tutte le parti. Addirittura modifica commi già soppressi, come spiega l'avvocato Lorenzo Contucci, meglio conosciuto in Italia come il legale degli ultras: «Incredibilmente, con questa legge, viene modificato un comma soppresso con la legge 377/2001 (art. 1). E' chiaro che la legge in questione sul punto verrà immediatamente impugnata, per la sua evidente illegittimità, avanti la Corte di Cassazione da tutti i legali». Andando oltre, ci si chiede pure come sia possibile vietare ad un cittadino italiano di assistere a manifestazioni sportive che si svolgono all'estero, e ad uno straniero di partecipare a quelle che si giocano in Italia. Premesso che le varie questure (esercitando un abuso di potere) già erano solite estendere le diffide alle partite internazionali, consentire ad altri Stati di porre divieti per cittadini stranieri sembra rappresentare un evidente eccesso di autorità. Vietare invece ad un cittadino italiano di seguire le partite all'estero, appare una chiara ingerenza nelle leggi di altri paesi, dal momento che la nostra legislazione può vietare solo la circolazione nell'ambito del territorio nazionale e non all'estero. di Tommaso Tintori

SANZIONI PIU' DURE 
per lancio di oggetti e invasione di campo. Nel primo caso la pena, che attualmente prevede la reclusione da 6 mesi a 3 anni, può essere aumentata fino alla metà; nel secondo caso si passa dall'attuale arresto fino a 6 mesi, alla possibilità della reclusione da 1 mese a 3 anni e 6 mesi.

EQUIPARAZIONE 
degli "steward" ingaggiati da società o stadio agli agenti incaricati di pubblico servizio. 

DIVIETO DI ACCESSO 
anche agli impianti stranieri per i tifosi italiani che hanno già subito condanne per atti di violenza; La misura potrà andare da due mesi a due anni ed essere accompagnata dalla cosiddetta "firma" in questura negli orari in cui si svolgono le partite 

MISURE ANTIBAGARINI 
Le sanzioni per i bagariniandranno da 2.500 a 10.000 euro e scatteranno per la sola vendita non autorizzata del biglietto; la sanzione potrà arrivare a 15.000 euro quando i tagliandi vengono venduti a prezzo maggiorato. 

LARGO USO DEL DASPO 
La sigla, tanto vilipesa dagli ultras, significa «Divieto di accedere a manifestazioni sportive». Questa prescrizione è una misura amministrativa e non penale, anche se si poggia nel 90% dei casi su una informativa di reato da parte delle forze dell'ordine. Generalmente il Daspo viene emesso dalla Questura quando un soggetto viene ritenuto pericoloso.

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