«Ora il calcio siamo noi» 
Stadi sempre più al femminile. La rivoluzione delle donne

Donne, sempre di più. In televisione, allo stadio o magari con una medaglia al collo. Lo sport si tinge di rosa e lo fa in tutte le sue sfaccettature. Aumentano infatti gli ascolti di un pubblico divenuto sempre più esigente e soprattutto sempre più competente, così come sono in crescita le presenze negli stadi oramai non più luogo ad uso esclusivo di mariti e fidanzati. L'esempio degli undicimila abbonamenti venduti dalla Lazio al gentil sesso sui quarantamila totali è solo l'ultimo di un fenomeno in continua ascesa. Rita Pavone, con il suo celebre ritornello. "Perchè, perché la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone..." sembra oramai lontano anni luce. 
Paolo Francia , direttore di Rai Sport, ne è convinto. «Già da tempo avevamo percepito questo crescente interesse per lo sport. Anche sul lavoro sono un grande estimatore della presenza femminile al punto di aver portato Paola Ferrari a condurre novantesimo minuto e di aver dato altri rilevanti incarichi ad Ivana Vaccari, Paola Arcaro e Francesca Sanipoli». In televisione il pubblico femminile che assiste a trasmissioni di calcio è passato dal 10 al 25 per cento in pochi anni. «E' una conquista rilevante per la crescita del nostro paese». 

Diana Bianchedi , attuale vicepresidente del Coni e campionessa di fioretto con due medaglie d'oro a squadre alle Olimpiadi e cinque mondiali alle spalle, ha una storia tutta da raccontare. «A vent'anni ero un'abbonata del Milan. Era una tradizione di una famiglia tutta particolare nella quale solo le donne seguono direttamente il calcio. Ci andavo con mia sorella, mia madre e mia zia... L'idea che il calcio sia uno sport per soli uomini mi fa ridere ed è soprattutto un concetto superato». I tempi sono mutati. «Anni fa ero un'eccezione mentre adesso vedere donne a vedere eventi sportivi è un dato di fatto. Inoltre le donne a mondiali ed olimpiadi negli ultimi anni la hanno sempre fatta da padrone ed anche in televisione le regole sono cambiate». Testimonianza importante, questa, alla quale fa seguito quella di Anna Falchi , madrina della tifoseria laziale che ha ottenuto il singolare primato di avere il 27,5 per cento degli abbonati donna. «E' una notizia bellissima che dimostra come lo sport non sia solo ad appannaggio degli uomini. Spero che la politica di abbassare i prezzi per le donne sia seguita anche da altre squadre». Un'idea che certamente avrà un seguito, questa, in attesa di vedere se Gaucci riuscirà davvero a tesserare una donna con il Perugia. «Sarebbe il massimo e sarei curiosa di vedere come si comporterebbero gli avversari uomini». 

Sull'altra sponda del Tevere, la tifoseria giallorosa è molto organizzata e da tempo esistono due Roma Club per sole donne. «Ci stiamo emancipando sempre più - ha dichiarato Linda Bianchini presidente del Roma Club Donne in giallorosso - anche nello sport. Sono cinquant'anni che vado allo stadio e ho visto il numero delle donne crescere sempre più e negli ultimi anni sono anche più preparate». Rosaria Romani, presidentessa del Lazio Star Club lancia una proposta. «Una sezione del mio club diventerà per sole donne e poi porteremo allo stadio dei fiori per coronare questo evento che è un vero sogno che si avvera dopo tanti anni». Esiste un'Associazione di tutti i club femminili d'Italia. «Come appartenente all'Anfissc ci fa molto piacere. - ha dichiarato Carla Chiari presidente del Roma Club Aurora - Siamo passionali e competenti. Trent'anni fa ci guardavano male ora siamo una realtà». In una trasmissione radiofonica si confrontano settimanalmente. «Storicamente la Lazio è sempre stata seguita da tante donne anche in trasferta. Il nostro club - ha dichiarato Annamaria vicepresidente del Lazio Club Aquilotte Vincenzo D'Amico - ha un buon rapporto con la maggior parte delle tifoserie d'Italia». 

Spunti di riflessione

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