Quelli delle curve a sinistra Incontri, concerti e birra per parlare del movimento ultras e delle sue mille anime: a Vigne di Narni, il terzo Raduno antirazzista internazionale Eccoli, gli ultrà di sinistra. Per il terzo anno consecutivo la parte migliore delle curve d'Italia (e non solo) si è data appuntamento da venerdì a domenica sui colli di Vigne di Narni (Terni), partecipando al raduno antirazzista promosso dai Freak Brothers della Ternana con i gruppi che aderiscono a Resistenza ultras: le Brigate autonome livornesi, il Collettivo Curva nord di Ancona e da due mesi anche Working Class Savona. Lo chiamano «Rai3», III raduno antirazzista internazionale, giocando anche sul logo alla terza rete. Sono quelli che non credono alle curve «apolitiche», quelli che la lotta contro la repressione, gli arresti e le leggi speciali vogliono farla tutti insieme, superando le rivalità calcistiche ma senza mescolarsi agli ultrà di destra. Sono quelli degli striscioni contro la guerra, quelli che cantano «Bandiera rossa» in gradinata, «quelli che l'antifascismo e l'antirazzismo li mettono sempre al primo posto», per dirla con le parole semplici di Tonino, il leader della curva ternana. Per questo, come singoli gruppi e come Resistenza ultras, non hanno partecipato alle manifestazioni nazionali del «popolo delle curve», che rappresentano - insieme a una rinnovata offensiva del Viminale che qui si misura in diffide - la vera novità dell'ultimo campionato. «Quello che loro stanno facendo adesso, noi lo facciamo già da anni», riprende Tonino ricordando le battaglie contro la criminalizzazione ma anche quelle contro pay tv e «calcio moderno». I gruppi di sinistra non sono stati né a Roma, il 4 aprile, al corteo organizzato dagli Irriducibili laziali, colpiti dalla stessa repressione ma notoriamente orientati verso la destra estrema. Né sono andati a Milano, il 6 giugno, alla manifestazione organizzata dai gruppi legati al Progetto ultrà, attorno al quale circolano da anni tifoserie di sinistra e antirazziste ma anche e soprattutto «curve apolitiche» e qualche gruppo più di là che di qua, sia pure «senza simboli ». Nei due casi, molto diversi tra loro, 4-5.000 persone sono andate in piazza, abbastanza per pensare a una nuova fase del «movimento ultras». A Vigne di Narni non c'è solo Resistenza ultras. Sei-settecento giovani e giovanissimi (che diventano più di mille per i concerti serali) si sono arrampicati fin quassù per incontrarsi, discutere, divertirsi, cantare e ballare e ingurgitare litri di birra (all'ingresso ti offrono anche un tessera: 4 litri di birra scontati, 20 euro anziché 25). Tra loro ci sono tifosi di tutta Italia, i sampdoriani di San Fruttuoso con Lenin sulle magliette, i livornesi delle Brigate autonome tutti in giallo che sembrano un esercito, con la stella rossa sulle spalle. Almeno una ventina di gruppi sono presenti in quanto tali: Brigate Empoli '92, Rude Fans Veneziamestre, Old Style Cosenza , Ultras Rimini, Ultras Civitanova e via via fino ai Vecchi tempi ultras di Rionero in Vulture (Potenza), squadra che fa il campionato Eccellenza lucano. E ancora, ci sono le storiche Brigate nerazzurre (Atalanta), che nella loro curva nord espongono ancora il Che Guevara (un po' più piccolo che in passato) ma insieme ai bresciani e ai torinisti hanno partecipato al corteo di Milano, il grande tema del dibattito di ieri sera sulle diffide trasformato in vera e propria assemblea. «Striscioni di destra - puntualizza un veterano della curva nord bergamasca - a Milano non ce n'erano. La decisione di andare in piazza senza simboli politici è stata rispettata, come abbiamo fatto noi che non avevano Che Guevara. C'era però qualche interista, era a torso nudo con celtiche e svastiche. Altri avevano magliette con la scritta Repressione? Me ne frego». |