Tifo violento, è scontro

La Camera si divide sulla nuova legge contro i teppisti. E’ cominciata ieri la discussione. La polemica è sulla flagranza differita: non tutti sono d’accordo

E’ iniziata ieri alla Camera dei Deputati, con la discussione in aula delle linee generali del provvedimento, la seconda parte dell'iter a Montecitorio della conversione in legge del decreto del governo del 24 febbraio scorso, su «disposizioni urgenti per contrastare i fenomeni di violenza in occasione di competizioni sportive». 
Lo scontro è stato soprattutto sulla flagranza estesa alle 36 ore successive la gara, per consentire alle forze dell'ordine di procedere all'arresto di tifosi responsabili di atti di violenza che siano stati identificati in seguito, o che comunque non erano stati arrestati al momento per l'impossibilità materiale di farlo nella ressa dello stadio. Questa possibilità è stata limitata al 30 giugno 2005 da un emendamento al testo introdotto dalla commissione Giustizia della Camera. Vincenzo Siniscalchi (Ds) e Teodoro Buontempo (An) si sono detti entrambi contrari alla flagranza estesa e hanno attaccato con decisione il provvedimento. Il relatore della commissione, Maurizio Paniz (Fi), ha espresso il parere favorevole e ha ricordato che gli incidenti avvenuti in occasione di Torino-Milan sospesa il 22 febbraio scorso, il giorno dopo l'approvazione del decreto da parte del Consiglio dei Ministri, «hanno impressionato l'opinione pubblica essendo stati trasmessi in diretta dalla televisione» e che «non sono altro che uno dei tanti episodi di violenza che si ripetono ogni settimana sui campi di calcio di tutta Italia». Il sottosegretario ai Beni culturali con delega allo Sport, Mario Pescante, ha sottolineato di essere contrario «a titolo personale» alla trasformazione degli stadi in fortini, ma che norme più severe di fronte alla violenza crescente erano necessarie. «L'escalation è ormai fuori controllo - ha detto Pescante - e torno a ripetere che in questo momento, devo riconoscerlo, gli atti di violenza non sono cessati. La motivazione è quella di voler dimostrare che il decreto-legge attualmente in vigore non ha effetti. Dunque, l'escalation di violenza è strategicamente voluta proprio per influenzare chi ritiene che il decreto-legge in vigore non abbia avuto gli effetti voluti». Pescante è anche tornato sul ruolo della stampa: «Un altro invito va rivolto ai mass media con riguardo a trasmissioni che vanno alla ricerca di una tifoseria becera: bisogna dare un contributo ad educare tale tifoseria, non a provocarla». 
L'onorevole Vincenzo Siniscalchi (Ds) ha attaccato tutto il provvedimento, tanto per quanto riguarda le nuove norme sugli stadi (biglietti numerati e metal detector obbligatori negli stadi con più di diecimilia posti), quanto per la questione della flagranza. «Il problema non si risolve - ha detto Siniscalchi - con l'introduzione di queste norme che prevedono l'utilizzo obbligatorio dei metal detector. La questione principale è la risposta al quesito: era necessario stravolgere il nostro ordinamento processuale in materia di flagranza (e di quasi flagranza) del reato, in una situazione di questo genere? Il prezzo che paga il nostro ordinamento è veramente un prezzo adeguato all'importanza del fenomeno?». Siniscalchi è convinto della possibile incostituzionalità della flagranza estesa: «Proporremo emendamenti che riguardano la possibilità di ottenere gli elenchi delle società di tifosi che ricevono contributi dalle società calcistiche». 
L'onorevole Teodoro Buontempo (An), che già in occasione del primo decreto dell'estate 2001 aveva proposto e ottenuto che fosse cancellata dal testo la flagranza differita (che allora era di 48 ore), ha polemizzato sul fatto di essere stato individuato come il tribuno dei tifosi e ha attaccato Pescante: «A me pare che tra gli articoli del regolamento federale sia contemplato il divieto per le società sportive di tenere rapporti con le tifoserie. Penso che questo concetto debba essere ribaltato: non deve esservi il divieto, ma semmai un rapporto alla luce del sole tra società sportive e tifoserie». Buontempo ha proposto l'istituzione negli stadi di un responsabile della sicurezza, nominato da chi detiene la proprietà dello stadio e dalle stesse società e, a proposito della flagranza, si è detto contrario alla norma com'è e ha proposto che invece le violenze da stadio siano inserite tra quei reati gravissimi per i quali sono previsti il fermo di polizia e il processo per direttissima.

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