Tutti i tifosi sono uguali per la Lega, ma ci sono tifosi più uguali degli altri... "Gol! No, è palo! Ah si? Di chi è il pallone? ... E' il mio, quindi è gol, altrimenti me lo riprendo e ce ne andiamo a casa." Quante volte da bambini abbiamo assistito a scene del genere? Noi diremmo, quasi sempre, ma il calcio è un gioco, un divertimento e noi eravamo bambini. Ciò a cui stiamo assistendo ultimamente in tema di retrocessioni e di campionati divisi per gironi composti da decine e decine di squadre, ha del grottesco e ci sarebbe da sottolineare il tutto con una gran bella risata. Il punto è che il calcio non è più il gioco di una volta e soprattutto noi non siamo più bambini. Per rimanere calmi si dovrebbe avere una profonda conoscenza delle persone, della psiche e del comportamento umano, noi non abbiamo tutte queste qualità ma conosciamo abbastanza bene e nostro malgrado uno dei promotori della proposta. Una serie B composta da 2 gironi da 12 squadre, a partire dall'anno prossimo, con le 4 promosse della C1... un momento, dalla C1 ne dovrebbero salire 8 (verrebbe da dire)... : eh no! Per quest'anno niente retrocessioni dalla B alla C1. Una proposta curiosa ed innovativa ma allo stesso tempo terribilmente boriosa e arrogante, specialmente se ci soffermiamo a notare che i suoi maggiori sostenitori, nonchè promotori, sono Matarrese, Aliberti e Pagliuso, rispettivamente vicepresidente, membro del comitato di presidenza e consigliere di Lega nonchè, stranamente, fortemente vicini nell'ordine a Bari, Salernitana e Cosenza, tre squadre invischiate nella lotta per non retrocedere in C1. E' sconvolgente come tutto ciò venga proposto come un'innovazione necessaria, citando perfino come modello il calcio inglese, è assurdo il come lo si descrive necessario per salvaguardare il calcio del sud, per evitare di creare anche nel calcio la spaccatura netta che c'è nell'economia nazionale! Più semplicemente Bari, Salernitana e Cosenza rischiano di affondare (la seconda più di tutte) per loro demeriti sportivi, per una gestione non perfetta, per la superiorità delle avversarie o quant'altro e tentare di azzerare tutto a tavolino per evitare la conseguenza più logica ad un campionato male interpretato è quanto di più antisportivo e arrogante ci possa essere. Ciò che più è incredibile è la facilità e la leggerezza con cui si tenta di portare l'acqua al proprio mulino, infischiandosene della regolarità della competizione, della credibilità dei massimi organi sportivi e degli sforzi che le altre squadre fanno per tirare avanti, per inseguire un obiettivo che può essere la promozione, la salvezza o un campionato tranquillo. Chi ha in mano il potere dovrebbe dare l'esempio, dovrebbe essere un modello di etica, comportamento e correttezza, dovrebbe contribuire a dare credibilità a un sistema che sta andando verso il collasso sotto tutti i punti di vista. E' evidente che certi personaggi sono bravi solo quando tentano di infondere lealtà, spirito sportivo e di sana competizione ma solo a parole. Come spesso accade tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, in questo caso rappresentato in primis da uno dei maggiori esponenti del calcio italiano. Il cambiare le regole in corsa è quanto di più irregolare ci possa essere, il cercare di propinare il cambiamento sotto la forma di un toccasana per il malandato calcio del sud, quando basta guardare l'attuale classifica di serie B per rendersi conto della reale e disarmante motivazione, è quanto di più ipocrita si possa fare, come se chi "ti sta sotto", cominciando dai presidenti cosiddetti minori e finendo al semplice appassionato, fosse ignorante. Ciò che stiamo vivendo è una situazione allarmante, tifiamo e ci appassioniamo per un gioco sovrastato da un sistema che dovrebbe essere equo e imparziale, mentre invece non è altro che una struttura fondata sul privilegio, una società (il calcio) dominata da pochi signori che fanno il bello ed il cattivo tempo a loro piacimento, solo che non siamo ai tempi del feudalesimo. Noi ci opponiamo e rifiutiamo con fermezza questi atti di prepotenza. Bari, Cosenza e Salernitana devono proseguire il campionato meritandosi sul campo la salvezza o la retrocessione. Nessuno di noi può rimanere inerme a guardare come il proprietario del pallone fa il bello ed il cattivo tempo, dandoci la sfera quando lo ritiene opportuno e riprendendosela quando si accorge che la situazione gli sta sfuggendo di mano. Sarebbe utopico pensare a un sistema privo di arroganza, di conflitti d'interessi, ma l'ipocrisia e la prepotenza di chi ha in mano il potere decisionale non devono superare i livelli di guardia. E' scandaloso assistere agli appelli alla morale, alla sportività e alla correttezza di chi in primis, per favorire i propri interessi, non perde occasione per fare un fagotto di tutto ciò e buttarlo nell'immondizia. Sappiano e si rendano conto, i signori che hanno in mano il potere, che la situazione sta degenerando anche grazie alle loro prese di posizione. Facciano qualcosa di concreto per infondere calma e credibilità a un ambiente già troppo esasperato, affiancando i fatti agli accorati appelli di sportività e correttezza. Se è vero che il verdetto del campo è indiscutibile, se è vero che c'è ancora qualcosa di buono nello sport che amiamo tanto, prendano le dovute decisioni, siano corretti e sportivi, altrimenti se ne assumano tutte le responsabilità e incassino tutte le inevitabili conseguenze, risparmiandoci le paternali e le lacrime di coccodrillo. |