Ultrà e gruppi eversivi uniti nella violenza Un vertice convocato dal ministro Pisanu lancia l'allarme e sollecita misure urgenti ROMA FAIR play addio. Anni di campagne per la correttezza dei tifosi e la «condotta rispettabile» dei calciatori, premi Uefa per le squadre e i dirigenti esemplari per lealtà sportiva. Tutto inutile, dentro e fuori i campi di gioco. Il 2002 sarà ricordato come l´«annus horribilis» del calcio italiano: si moltiplicano le partite con incidenti e il numero dei feriti è più che triplicato. Il boom della violenza calcistica, con lo spettro dei raid razzisti e delle infiltrazioni eversive, ha indotto ieri il ministro dell´Interno Pisanu a convocare un vertice per lanciare l´allarme-stadi e sollecitare un pacchetto di misure urgenti. Attorno al tavolo il sottosegretario alla Cultura Pescante, il capo della Polizia De Gennaro, il vicepresidente del Coni Grandi, il presidente della Fgci, Carraro, e il sindaco di Modena Barbolini in rappresentanza dell´Anci. Dal Viminale è uscita la proposta di un disegno di legge organico sulla sicurezza delle manifestazioni sportive. Le questure sono state messe in guardia sulla commistione tra delinquenti comuni ed elementi che professano ideologie estreme. Nelle prime 13 giornate di campionato i feriti tra i tifosi e i poliziotti sono aumentati del 260% e il 25% in più delle partite sono finite in rissa. Crescono pure gli arresti (+5%) e le denunce a piede libero (+17%). A denunciare il pericolo di un´alleanza tra ultras ed eversione è il rapporto presentato al Parlamento dal dicastero dell´Interno. L´infiltrazione ideologica delle tifoserie consente ai gruppi eversivi di acquisire visibilità e consensi. Il gruppo di lavoro costituito a Palazzo Chigi raccoglierà le indicazioni dell´Unione Europea e redigerà il testo unico anti-violenza. Nell´immediato, verrà predisposto un decreto legge che reintroduca gli strumenti processuali, come l´arresto fuori flagranza. I teppisti, così, potranno finire dietro le sbarre fino a 48 ore dopo il fatto: una norma che l´anno scorso suscitò polemiche. «In Inghilterra - spiega Carraro - hanno fatto scomparire gli hooligan poi, appena le squadre inglesi giocano all´estero (dove non ci sono norme repressive), scatenano il caos. Da noi vengono addirittura aggrediti i giocatori delle squadre che non vincono: mettere a repentaglio la loro incolumità è inaccettabile. L´aggressore del portiere del Messina gira a piede libero mentre in Inghilterra un tifoso che aveva fatto invasione di campo si è visto infliggere 4 mesi di carcere e sei anni di inibizione agli stadi». Contro le lungaggini che oggi bloccano il lavoro delle forze dell´ordine,l´idea di fondo, dunque, è di riprendere il disegno di legge (su stadi e organizzazione della sicurezza) da mesi fermo in Parlamento. Come delegato allo Sport del Comune di Roma ha partecipato al «summit» anche Gianni Rivera. «La violenza intorno al calcio si sta risvegliando - spiega -, servono prevenzione e repressione per evitare che si verifichino episodi come quelli di Cagliari e di Napoli». Nel corso della riunione di ieri sono state sottolineate anche le carenze strutturali che abbassano gli standard di sicurezza: tra serie A, B e C, infatti, solo il 43% degli stadi è in regola. Il 19% delle strutture risulta «inagibile salvo deroga», il 38% «agibile con prescrizioni». |