A scuola di rispetto e tolleranza

Allo stadio con gli alunni dell'istituto Bordiga di Ponticelli a vedere Napoli-Lecce

Lo speaker annuncia ai quindicimila spettatori i nomi dei giocatori del Napoli. Dal settore junior nella tribuna laterale, i bambini della scuola media "Amadeo Bordiga" di Ponticelli acclamano i loro beniamini in un frastuono assordante (quando si dice la coincidenza, lo storico fondatore del Partito comunista italiano era, pure lui, un tifoso del ciuccio e veniva all'Ascarelli col panama e l'abito di lino chiaro). Anche se siamo lontani dai tempi d'oro degli anni ottanta, quando lo stadio San Paolo era gremito per assistere alle mirabolanti azioni del pibe de oro, questa partita di serie B, per molti ragazzi che sedevano negli spalti, resterà un bel ricordo. Nella giornata sportiva dedicata all'Unicef e ai diritti del fanciullo, infatti, 400 studenti delle medie e superiori hanno ricevuto le entrate gratuite previste dal protocollo d'intesa tra il comune e il calcio Napoli, che ogni due settimane - in un sistema a rotazione tra 150 scuole, la maggior parte provenienti da zone disagiate - porta alla partita i bambini «più meritevoli». L'arbitro Pieri, fischia il calcio d'inizio, per i ragazzi inizia il gioco e anche la tensione. Un saluto e un abbraccio al partenopeo Massimo Russo - il centro campista che durante la prima partita di campionato ha riportato una frattura al menisco - che è in tribuna al loro fianco e poi tutti concentrati a seguire ogni passaggio. La professoressa Annalia «ammonisce» i suoi allievi: «Mi raccomando niente parolacce». Pasquale la guarda indeciso e le chiede «professoré, si può dire arbitro si na' bust' e' latte». Tutti ridono. «Sono bambini che vivono in un contesto particolare e hanno bisogno di affetto - spiega Anna Piccolo, un'altra insegnante - non è solo assistere alla gara, ma imparare il rispetto delle regole».

Mariano, un ragazzotto robusto, è il più eccitato: «non ce la fanno stanno sbagliando tutto» dice rosso in viso quando al 22' l'arbitro fischia un rigore per il Lecce. Il panico attraversa i volti degli studenti. Chevanton si prepara, Carmen della seconda D si mette le mani nei capelli. «Grande parata» urla l'istituto Bordiga. Storari - il portiere di riserva che ha sostituito Mancini - ce l'ha fatta e diventa una star nei piccoli cuori. Poi all'improvviso al 27' su assist di Sesa, il capitano Stellone, l'unica «punta vera» el Napoli, mette la palla in rete con un colpo di testa. I bambini sono fuori controllo, i professori si arrendono alla loro esultanza. «iamo soddisfatti che il progetto stia dando i suoi frutti»commenta Gianpaolo De Rosa dei Verdi, presidente della commissione sport e cultura. «a nostra idea è quella di unire i quartieri e non creare ghettizzazioni» aggiunge Sandro Fucito (presidente della commissione scuola di Rc e promotore dell'iniziativa), ma non riesce a concludere la frase perché in contropiede, al 32', Chevanton porta la squadra in maglia giallo-rossa al pareggio. Finisce così il primo tempo e la sindaca Iervolino, che si dichiara sofferente per le sorti del Napoli, durante la pausa delle riprese di Quelli che il calcio saluta i piccoli ospiti :«Un'ottima iniziativa - dice - il calcio deve essere un bene fruibile da parte di tutti i ragazzi, che devono partecipare e imparare».

Dopo il quarto d'ora d'intervallo, il gioco ricomincia. Non sarà un secondo tempo particolarmente brillante. Stellone si è infortunato. L'arbitro espelle Abruzzese e Chevanton del Lecce e Ferrarese del Napoli. La partita si conclude in 10 contro 9, con un salomonico pareggio, 1 a 1. La squadra del San Paolo conquista solo un punto e scivola in zona retrocessione. I bambini ritornano mesti al pullman preso in affitto dalla scuola. Anna, una piccola alunna, commenta : «va bene ci rifaremo la settimana prossima con la Salernitana». Intanto fuori dallo stadio continuano le contestazioni all'allenatore Colomba, alla società e ai giocatori che hanno subito un fitto lancio di arance dalla curva b durante la partita. Si sa sono cose che capitano, rabbia da tifosi, che sconcerta però quando, prima dell'inizio dei giochi tre ultrà accoltellano, per ben nove volte, un sostenitore del Lecce: «un fratello del Sud», faranno notare altri più ponderati.

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