Il calcio trova l’accordo con la Rai 
Resta la lite sulla pay-tv. Urbani: fate partire il campionato 

Questo calcio senza soldi va dal governo con il cappello in mano e presenta un pacchetto di richieste che ha per fiocco l’annunciato decalogo di buone intenzioni. Giuliano Urbani, ministro dei Beni culturali, risponde alternando carota e bastone. 

Chiederà domani al Consiglio dei ministri un tavolo permanente (l’apertura è prevista per lunedì) sulla crisi del pallone, ma chiude con un raggelante: «Non regaleremo un euro ed il calcio, dopo tanti sperperi, dia una prova di serietà facendo partire il campionato». Difficilmente oggi le otto società ribelli accetteranno le proposte delle pay-tv, ma intanto Galliani va in gol raggiungendo l’accordo con la Rai per i diritti in chiaro. 

Sarà «guerra» su due fronti nei prossimi giorni. Il campionato resta in bilico. Una giornata affannata da dividere in due. Al vertice in via del Collegio Romano i dirigenti della Figc promettono la riforma dei campionati, la limitazione delle rose dei giocatori da tesserare e pesanti sanzioni sportive per chi dovesse barare economicamente. 

Chiedono soprattutto tre cose: un aiuto nella trattativa con il Coni (debitore di 115 miliardi di vecchie lire per le scommesse sportive), una rivisitazione di tutti gli aspetti fiscali, tenendo conto di quel che avviene in Europa, e normative che consentano la cessione degli stadi alle società di calcio. 

Carraro ribadisce: «Non vogliamo provvedimenti che vengono adottati per le emergenze, siamo persone di buon senso e sappiamo che non si possono risolvere i nostri problemi puntando sull’intervento del contribuente. Siamo lieti che il governo stia valutando le nostre argomentazioni». Carraro conclude: «Abbiamo commesso errori e capito che bisogna lavorare per evitarli, è importante che il governo possa metterci in grado di fronteggiare la crisi economica». 

Se Urbani non si scompone molto («Su certi temi, l’Irap ad esempio, la richiesta si accorda con le intenzioni del governo, ma bisogna vedere la situazione economica del Paese»), il sottosegretario Pescante dà un tocco d’ottimismo: «Oggi il calcio ha fatto una grande passo avanti, credo si sia finalmente archiviato il passato e si possa guardare al futuro con più serenità. Le società dovranno studiare una comune linea di condotta e spero vogliano dimostrarlo fin da sabato 14 e domenica 15. 

Faccio appello affinché usino questi giorni per trovare un accordo che accontenti tutti senza scontentare i tifosi. Credo che la trattativa con le pay-tv andrà avanti e che si possa trovare la giusta intesa». 

Nella seconda parte, in serata, Galliani va a segno con l’accordo Rai. Il triennale per 62 milioni a stagione per campionato e Coppa Italia accontenta il ministro Gasparri («C’è una variabile collegata all’audience e quindi una verifica di gradimento»), ma rende forse più aspro lo scontro sul criptato. Oggi infatti scadono le 48 ore concesse da Stream e Telepiù alle otto società (Atalanta, Brescia, Chievo, Como, Empoli, Modena, Perugia e Piacenza) senza contratto, ma Bendoni, responsabile di Pmt, rilancia: «Galliani ha detto che siamo liberi, che possiamo creare il terzo polo. Interpreto la sua frase come un cambiamento d’opinione. Forse ora Telepiù e Stream ci guardano con occhi diversi. Ma oggi diremo no alla loro proposta, possiamo prenderla solo come una base per trattare, per di più piena di variabili da correggere. Noi intanto stiamo lavorando per partire al più presto, anche se forse non faremo in tempo per il 14. Siamo stati dal Garante, stiamo creando strutture - quella giornalistica e per la società pubblicitaria - e promo. L’accordo con la Rai? Ora Galliani dovrà presentarlo all’assemblea di Lega in tutti i particolari. Quelle annunciate interviste prevedono l’entrata delle telecamere in campo... nelle partite di Pmt questo non è per ora possibile. Insomma Galliani dovrà spiegare perché questo contratto Rai è conveniente e come favorisce la nascita del terzo polo». 

Ruggeri, presidente dell’Atalanta, è più morbido di Preziosi (Como), ma non di molto: «Io sono per far partire il campionato, ma non posso accettare ricatti da nessuno. Giraudo parla bene, ma lui incasserà, parlo di vecchie lire, 125 miliardi quest’anno, 135 il prossimo, 145 tra due. Se non si gioca, addio soldi. Ma sbaglia quando dice che la gente è con lui, i tifosi capiscono che c’è troppa sproporzione con i miei 16. Volere un campionato con quattro grandissime e le altre in miseria sarebbe politica miope. Il prodotto perderebbe di valore». 

Luciano Gaucci, presidente del Perugia, è ottimista: «Oggi Letta chiuderà la partita trovando un accordo tra richiesta ed offerta o con il terzo polo. C’è anche una terza ipotesi, quella della serrata, ma io sono fiducioso perché Letta è un gran mediatore. E poi non ci sono abissi di differenza. Nel consorzio c’è flessibilità». 

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