La Curva Sud dei Rossoneri
Radiografia dei tanti gruppi ultras milanisti che si ritrovano nella curva sud dello stadio Meazza. Una zona di San Siro apertamente antirazzista, caratterizzata da un forte impegno sociale, dove le sigle più famose sono Fossa dei Leoni, Brigate Rossonere, Commandos Tigre.
Gullit e Weah i giocatori più amati dalla gradinata dove convivono pacificamente le varie anime della tifoseria del Diavolo
Curva Sud. Zona ad alto contenuto rossonero! Un luogo, allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, che è climaticamente fra i più freddi del capoluogo lombardo, lì il sole, in inverno, difficilmente batte, ma che grazie alle coreografie e ai cori degli ultras riesce a scaldare anche i più tiepidi tifosi delle tribune. Molte volte la curva sud riesce a dare il meglio di se non solo nel catino meneghino, a Manchester, durante la finale di Champions League con la Juventus, ha meravigliato tutti con quella scritta gigante in campo rossonero: «Riconquistiamola», la Coppa Campioni ovviamente. Considerata da sempre una fra le curve più animate e calde d'Italia, la curva sud comprende molti gruppi ultras che assiepano le gradinate della zona sud di San Siro, i principali fra di loro sono: la Fossa dei Leoni, i Commandos Tigre e le Brigate Rossonere. Ma la vera caratteristica di tutta la curva, che così unita nella sud nasce attorno al 1985, prima i Commandos Tigre si posizionavano nella nord, è la sua invidiabile caratteristica anti razzista. Mai un ululato nei confronti di un giocatore di colore, mai uno striscione razzista e neanche bandiere che ricordino o rappresentino un passato e un ideologia razzista, come le svastiche e le croci celtiche laziali tanto per intenderci. Anzi! La curva sud ha sempre ringraziato giocatori del calibro di Gullit e Weah. Di king George non si può dimenticare il gol realizzato al Verona (ottanta metri di dribbling), una squadra, quella veneta, che viene rappresentata da una curva fra le più razziste d'Italia. Ci si ricorda ancora del fantoccio nero appeso dagli spalti del Bentegodi? Eppure questa pace anti razzista all'interno della Curva Sud non è cosa facile anche se Fossa e Commandos sono fra i primi a volerla mantenere. Per Walter del centro sociale Conchetta e tifoso rossonero «il percorso non è facile e mantenere questa situazione di tolleranza è sicuramente impegnativo. Io personalmente, come molti sanno a Milano, ho un preciso percorso politico che mi ha portato a vivere l'occupazione di uno spazio sociale come Conchetta e allo stesso tempo di dedicare tempo per organizzare il torneo di calcio dei centri sociali e delle associazioni straniere. In un certo periodo della mia vita, la politica, andava di pari passo con la passione per il Milan e per la curva. Ora è già più difficile ma riesco a mantenere l'equilibrio all'interno della curva perchè sia Richy (dei Commandos) che Roberto (della Fossa) sono innanzitutto degli amici. E questo è un punto importante. L'amicizia nasce dalla passione per i colori rossoneri e dalle esperienze che insieme si sono vissute. Comunque devo riconoscere sia alla Fossa che ai Commandos di non aver mai venduto i ragazzi che assiepano le gradinate a nessun partito e di non aver mai strumentalizzato la curva ne politicamente ne con simboli razzisti».
Per Roberto Bertoglio, anima storica della Fossa dei Leoni, la fede anti razzista della curva rossonera deve rimanere aspetto immutato nel tempo, una specie di «dna» che contraddistingue l'intera curva sud. Ma l'impegno sociale della Fossa è andato al di là di ogni più rosea aspettativa partecipando addirittura al torneo di calcio dei centri sociali e delle comunità straniere.
«Accettammo subito di buon grado. All'iniziativa aderirono, nella quasi totalità, ragazzi della Fossa dei leoni e di Vecchia Guardia e per evitare coinvolgimenti politici nell'ambito dello stadio non prendemmo il nome del club bensì quello di RossoneriRossi che in due parole sintetizzava le nostre appartenenze.
Ci sembrò importante accettare, non solo per le finalità del Torneo (quell'anno dedicato a Mumia) ma anche per uscire un po' dal ghetto dove i tifosi di curva (o ultras che dir si voglia) sono spesso stati relegati e questo non solo dai cosiddetti benpensanti ma anche da coloro che si presupponeva avessero una mentalità più aperta e liberale.
Ripeto, lo ritenemmo importante, perché se è vero che noi non siamo attivisti politici o del volontariato a tutto tondo è altresì vero che la nostra vita non si riduce semplicemente al fatto di essere ultras ma anche noi abbiamo un cervello, ideali e vita sociale al di fuori dello stadio.
Se poi la sqaudra per cui facciamo il tifo è di proprietà di tale berluskoni, beh! Questa è una delle tante piccole/grandi contraddizioni con cui più o meno tutti siamo costretti a convivere (cinema, tv, libri, giornali, beni di consumo) e poi possiamo sempre dire che noi c'eravamo ben prima che ... lui arrivasse!!
Comunque sta di fatto che ultimamente sempre più spesso nei vari cortei e manifestazioni si vedono ragazzi che provengono dalle varie curve calcistiche quasi ci fosse stato uno sdoganamento in tal senso.
Tra l'altro per molti anni, volenti o nolenti, quando la politica era scomparsa dalle piazze i gruppi ultras sono stati fra le poche entità antagonistiche esistenti (nel bene e nel male) sperimentando per primi, sulla nostra pelle, tutte quelle leggi liberticide che oggi tutti scoprono».
Fossa dei Leoni
Indicare la data precisa della fondazione del club è impresa impossibile, in quanto si è trattato di una aggregazione spontanea di persone, allargatasi nel tempo. L'anno è certo e si parla del 1968. Con l'andare del tempo uno sparuto gruppo di ragazzini (amici di scuola, compagnie di quartiere, amici degli amici) comincia ad occupare e a ritrovarsi presso la rampa 18 nei famosi popolari. Molti di loro indossano la maglietta del Milan, portano bandiere e sacchetti di plastica pieni di ritagli di carta da lanciare come coriandoli.
Nel 1972 dalla rampa la Fossa dei Leoni si sposta sul rettilineo e tratto dal film L'armata Brancaleone nasce il primo inno della Fossa.
Commandos Tigre
I commandos clan nascono nel 1967. Prima erano i Fedelissimi ma durante una trasferta a Madrid contro l'Aiax venne strappato lo striscione dagli spagnoli e tornando a Milano decisero di togliere il termine clan e chiamarsi commandos tigre. Il nome, secondo Richy, dava l'idea di un gruppo più forte. Si posizionano da subito nei distinti copiando così i tifosi inglesi che si posizionano vicini ai giocatori. Fino al 1985 sono in curva nord, poi si spostano i ncurva sud per formare con il folklore e non solo una curva forte. Ci tengono a sottolineare che l'aspetto aggregativo è l'unico punto di riferimento per tutti, insieme alla fede per i colori rossoneri. Non hanno mai accettato che questo universo giovanile venisse sovrapposto da altri aspetti e affermano che i commandos riescono ad unire con entusiasmo giovani di tutti i colori e tutte le razze.
Brigate Rossonere
Le Brigate Rossonere nascono nel 1975 dalla fusione di Cava del Demonio e Ultras, due piccoli gruppi ultras della curva sud. La prima uscita dello striscione avviene il 19 ottobre 1975 in occasione della trasferta con il Bologna. Anche le brigate Rossonere ci tengono a sottolineare l'assoluta indipendenza dalla società dell'AC Milan. Si definiscono un gruppo che non ama volentieri far uso della violenza e della forza ma se messi alle strette hanno la capacità di difendersi e rispondere.
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