Irriducibili, tantissimi calcioni online

Terza e conclusiva puntata dell'inchiesta sulla curva nord della Lazio. Su internet fioriscono orientamenti anti-sistema e appuntamenti di gruppi neofascisti

Abbiamo visto nelle puntate precedenti cosa emerge dalla trasmissione radio e dalla fanzina degli Irriducibili. Passiamo ora a parlare del loro sito web, che nei mesi scorsi è stato al centro delle polemiche perché un rapporto dell'Unione europea lo accusava - insieme ad altri siti ultras di mezza Europa - di razzismo, denuncia amplificata da diversi quotidiani. A dire il vero, l'accusa ci pare gratuita: non ci sembra di riscontrare nel sito alcun passaggio denotabile come apertamente razzista, l'accusa della Ue e la solita superficiale ripresa dell'informazione hanno fatto un ennesimo buco nell'acqua. Lo diciamo con allarme, perché autorità e stampa sembrano non rendersi conto che lanciare accuse che non colpiscono il bersaglio e che vengono percepite come false contribuisce a esasperare gli atteggiamenti di rifiuto degli ultras e del «mare» in cui essi nuotano. Detto questo, però, va rilevato che nel sito web degli Irriducibili, più ancora che nella trasmissione radio o nella fanzina, sono espliciti i riferimenti sia alla violenza che al fascismo. È violento per la scritta che accoglie il visitatore all'ingresso («Quelli che il calcio te lo danno in bocca»), per la simpatica «bacheca delle merde» in cui vengono inserite le foto degli «antipatici» del momento (da Nesta a Nanni Moretti a Gaia de Laurentiis: il primo e l'ultima devono l'onore a motivazioni calcistiche o paracalcistiche, il secondo probabilmente solo a un'antipatia politica), per la storia della tifoseria di cui vengono ripercorsi oltre trent'anni di scontri con la polizia e con le tifoserie di tutta Italia.

Da cosa si nota invece nel sito l'orientamento da destra anti-sistema? In uno degli ultimi comunicati ufficiali del gruppo leggiamo ad esempio la rattristata constatazione che «l'Europa non è più unione di Terra e Sangue»: un linguaggio che rievoca cupamente la mistica nazista. In secondo luogo, nella sezione «Repressione» è riportato solo uno scritto, un articolo tratto dalla testata Giustizia giusta di circa un anno fa, dal titolo inequivocabile: Inneggiare alle foibe non è reato. È reato sventolare una bandiera con la croce che incontra il sole. Si tratta di una critica alla tifoseria del Livorno (che di critiche, a nostro avviso, ne merita molte) e una difesa della croce celtica, una simbologia adottata dai neofascisti e molto frequente negli stadi fino a quando - alcuni anni fa - una apposita legge ne ha impedito l'esposizione. Ma non è tanto titolo e contenuto dell'articolo a inquietare, quanto la firma: il solito Paolo Signorelli, che abbiamo già visto ospitato anche nella fanzina. Vi è da aggiungere che il sito Irriducibili non contiene spesso informazioni sulle manifestazioni dei girotondi o di Rifondazione comunista o simili. Vi è a lungo stata, invece, in bella mostra, la convocazione di una manifestazione romana del gruppo neofascista di Base autonoma, con la parola d'ordine «Difendi l'Europa contro la globalizzazione e l'occupazione americana». Le notizie sulla manifestazione sono nel «forum», dove a proporre gli «argomenti» da discutere risultano però essere gli stessi gestori del sito. E tra gli argomenti troviamo anche, per restare al discorso politico, un altro tema alquanto significativo: Onore al camerata Mikis Mantekas (un neofascista ucciso a Roma a metà anni '70). Coerentemente con l'imprinting del gruppo, inoltre, il sito non risparmia la «destra di sistema»: prima del 25 maggio un apposito riquadro invitava a non votare An, accusando questo partito di aver promosso il «decreto anti-ultras».

Il sito in questione, in definitiva, non è certo quanto di peggio si possa trovare nel web. E se si naviga per i lidi di altri gruppi ultras o di semplici tifosi, laziali e non, si trovano siti dove l'apologia di fascismo è molto più marcata (così come non è difficile trovare siti, laziali e non, di diverso e opposto orientamento politico). La questione, ancora, è perché il sito ufficiale del gruppo che si vuole rappresentativo di una tifoseria intera debba avere una inequivocabile coloritura politica, certo non comune ai tanti laziali che negli Irriducibili potrebbero riconoscersi.

Quale futuro?

Cosa significa questa rinnovata e più marcata presenza della destra anti-sistema all'interno del mondo degli Irriducibili? Il fenomeno di una nuova commistione con la politica riguarda molti gruppi ultras: si è fatto cenno a quelli della Roma, ma vale, anche per ultras «di sinistra», come quelli del Livorno, che girano gli stadi d'Italia (tragi)comicamente inneggiando a Stalin. È sbagliato, oggi come ieri, considerare gli Irriducibili o altri gruppi ultras come semplici «organizzazioni di massa» di gruppi politici. La realtà è più sfaccettata. Vi sono nelle tifoserie gruppi (soprattutto) di estrema destra che usano il tifo per la propria squadra per fare soprattutto agitazione politica, mentre per la grande maggioranza degli ultras l'interesse e la motivazione paracalcistici restano prevalenti o uniche. In ogni caso, tensioni di questo tipo investono tutto il movimento ultras.

Gli Irriducibili hanno fatto scelte opposte nel breve volgere di un paio d'anni: da quella trasmissione radio davvero innovativa che fu la prima fase della Voce radiofonica di Stefanino e Arcivieri alla marcata presenza egemonica di Signorelli e dei suoi epigoni. L'esperienza positiva del primo anno e mezzo della Voce radiofonica sta lì a dimostrare che un altro percorso, caratterizzato dall'apertura e dalla disponibilità al dialogo piuttosto che da una politicizzazione prevaricante e a senso unico, era e forse è ancora possibile. Non solo, che era e sarebbe ancora pagante, a livello di crescita culturale, economica e di rappresentatività. Soprattutto se il fine rimane, come si sostiene con forza, quello di stare accanto alla Lazio e di guidare i suoi tifosi con la capacità e l'abnegazione di cui fin qui si è saputo dare prova.

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