E gli ultrà si ribellano
Protesta in tutte le curve. Domenica striscioni comuni:
"No alla repressione"
Lo stesso striscione ripetuto in tutte le curve italiane: dalla serie A ai dilettanti e pure nei palazzetti del basket. Uno slogan contro la repressione per protestare contro la nuova legge sulla violenza negli stadi. E poi un manuale d'istruzione per capire come comportarsi, per spiegare e magari spiegarsi. Adesso si muovono gli ultras. Ai tifosi organizzati queste norme non piacciono affatto, e non è solo questione di "fare i propri interessi", come ci tengono a ribadire.
«Anche senza l'arresto in quasi flagranza, che per fortuna è stato tolto, il testo resta sbagliato. C'è solo repressione, non esiste un capitolo dedicato alla prevenzione o all'aspetto sociale. Le statistiche positive di quest'avvio di stagione non devono ingannare, la valutazione va fatta sul medio
periodo», dice Carlo Balestri di Progetto Ultras, l'associazione che si occupa dei tifosi con il patrocinio dell'Uisp, della Regione Emilia Romagna e dell'Unione Europea.
I dirigenti di Progetto Ultras quelli che dopo la rissa in LecceJuventus denunciarono i giocatori proprio in base al decreto sotto accusa non sono i promotori della protesta, ma hanno coordinato l'iniziativa, cercando di mantenerla dentro i binari della correttezza.
«Sarà pacifica e civile», giurano. E non era affatto scontato visto che l'ala dura all'interno di molte curve era per uno scontro pesante, frontale, fatto di insulti e accuse velenose. Alcuni gruppi, come gli Irriducibili della Lazio, all'inizio erano addirittura contrari ad una manifestazione unitaria. Poi però si è trovato un accordo e la scritta negli stadi ci sarà. Sarà ovunque e "sarà ironica".
Il testo sarà deciso domani sera o al più tardi venerdì dopo un rapido giro di telefonate tra i capi dei vari direttivi e sarà ufficializzato sabato nel corso di una conferenza stampa. L'idea c'è già ed è quella di sottolineare la contraddizione maggiore per gli ultras della legge.
«Il vero problema è identificare un'intera comunità colpevole per il solo fatto di esistere. I colpevoli vanno puniti, gli altri
no», spiega ancora Balestri.
Per illustrare il concetto lo slogan più gettonato per domenica è
"E se capitasse a voi...". Non piace a tutti e molti vorrebbero mettere in luce "i due pesi e le due misure" usate dalla giustizia nello sport. "Per chi falsifica i passaporti, per chi si dopa, per chi scommette sulle partite c'è sempre e solo impunità. Per i tifosi invece c'è solo la prigione, qualsiasi cosa facciano", scrivono sui muri gli ultras. Toccherà ai creativi delle curve scegliere lo spot migliore. Già scartata l'ipotesi di togliere del tutto le coreografie: a San Siro c'è il derby tra Milan e Inter e ammainare gli stendardi è impensabile.
E le proteste non finiranno domenica. Tra due settimane, al massimo tre, sarà pronto un manuale del perfetto tifoso. A stamparlo sarà sempre Progetto Ultras, che dedicherà molte pagine alla legge sulla violenza: anche qui l'ironia sarà il filo comune. Ogni aspetto del nuovo testo avrà una vignetta, che indicherà al tifoso come comportarsi nelle diverse situazioni. Quello che può capitare in trasferta, sui treni speciali "che hanno solo cambiato nome, ma esistono ancora" e via così. Battute e sorrisi per gli aspetti più leggeri della questione, serietà e appelli alla civiltà per i temi scottanti del dossier ultras: violenza e razzismo. Una vera e propria carta dei diritti e dei doveri, che sarà spiegata e illustrata in giro per le curve italiane a partire da novembre.
Prima tappa: Modena, capolista in serie B, poi si andrà in A. Sperando serva più della repressione.
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