Belli e dannati
Autore Marco Cassardo, Edizioni Limina, €. 12,91
Sentimento granata, missione per la vita, dedicato al Torino e ai suoi tifosi
"Il Toro siamo noi", questo lo striscione che era in testa al lungo corteo durante la Marcia dei cinquantamila. 4 maggio 2003, giornata dell'orgoglio granata, dichiarazione d'amore dei tifosi del Torino alla loro squadra, nell'anniversario del disastro di Superga. Il giorno successivo ad un'amara retrocessione, il popolo granata si è sostituito ad una squadra e ad una società in cui non si riconosceva più, compiendo un gesto senza precedenti e forse irripetibile. D'altra parte, leggendo l'accorato libro di Marco Cassardo "Belli e dannati" - Limina 2003, euro 13,50 - si riescono ad intuire le ragioni di un amore così appassionato per una maglia, da divenire a volte masochistico, fino a sfociare in una vera e propria fede, in una missione per la vita. Un viaggio nel sentimento granata, attraverso le testimonianze di tifosi illustri e gente comune: racconti, partite, emozioni, tutte legate al Torino, definito "la massima espressione del donchisciottismo nel calcio". Immagine appropriata di un diverso modo di guardare la vita, fieri della propria diversità, fedeli alla memoria, agli antenati invincibili, sempre alla ricerca della grandezza perduta.
Un viaggio attraverso Torino, "che non se l'è mai sentita di diventare una metropoli", tra i cancelli della Fiat Mirafiori e la Mole Antonelliana vista da lontano, fino all'angolo tra via Tunisi e via Filadelfia, a pochi metri al campo del Grande Torino, sacrario del tifo granata in attesa di essere abbattuto. Lì si respira il profumo della gloria che fu della squadra più famosa d'Europa, si ritrovano certi valori rimasti vivi: l'onore e l'ideale opposti alla ricchezza, all'opportunismo di un successo ottenuto facilmente.
Secondo Cassardo il Torino è in qualche modo "l'altra faccia del benessere, l'interno un po' scalcinato di un palazzo elegante, il figlio sfortunato venuto su strano, quello che non gliene va bene una". Per il tifoso granata, che identifica nella Juventus e nella famiglia Agnelli i nemici da battere, la parola d'ordine è resistenza, senza piegarsi a sofferenze e delusioni; perché "se la Juve è il magnete di tutta la cuccagna del mondo, il Toro è la calamita della sfiga cosmica". Un segno di distinzione, un culto quasi abbandonato, fatto di emozioni indimenticabili: la felicità è avere la squadra più forte del mondo, la disperazione è la tragedia di Superga, la poesia è Gigi Meroni, l'estasi è Torino-Cesena del settimo scudetto, il delirio è il derby dei tre gol in tre minuti, la maledizione sono i tre pali di Amterdam, l'amore è la Marcia dei cinquantamila fedeli. Racconto storico, con qualche inevitabile eccesso romantico, di una squadra che ha con la leggenda un rapporto stretto, a suo modo unico, fatto di gloria e lutto, vittorie epiche e sconfitte incredibili, luce abbagliante e buio misterioso. Un libro sicuramente interessante per i giovani tifosi del Toro, magari quelli che frequentano la Curva Maratona di oggi, tanto diversa da quella del passato, come ricorda Aldo Grasso, tifoso granata doc, nella sua postfazione (la prefazione è invece affidata a Giorgio Tosatti, altro personaggio che con il Torino ha un particolare legame). Una lettura preziosa nella mitografia granata, tanto che l'attuale allenatore del Torino Ezio Rossi ha imposto ad ogni suo giocatore di dargli un'occhiata, per provare ad avvicinarsi alle "virtù filadelfiane" e conoscere meglio la leggenda cui appartiene.
recensione limina
Belli e dannati è un viaggio nel sentimento granata. Quali sono le ragioni intime di un amore così violento e appassionato per una maglia che da più di novant’anni naviga nella burrasca e qual è il clima che si respira sotto il cielo di quella metà di Torino che identifica nella Juventus e nella Fiat i nemici da battere? Il Toro non è una squadra di calcio: con i suoi antenati, i padri invincibili morti a Superga e gli eredi sempre alla ricerca della grandezza perduta, è diventato una religione con i suoi miti e i suoi luoghi di culto.
Belli e dannati, tra saggio e romanzo, è un percorso sentimentale attraverso racconti, partite, emozioni di tifosi illustri e gente comune. Il profumo è il campo Filadelfia, la felicità è la squadra più forte del mondo, la disperazione è la tragedia di Superga, la poesia è Meroni, l’ebbrezza è Torino-Cesena del settimo scudetto, il delirio è il derby dei tre gol in tre minuti, la maledizione sono i tre pali di Amsterdam.
Belli e dannati è la storia di una passione per «una squadra che è come una folata di vento che ti coglie all’improvviso e ti spara in faccia una nuvola di polvere. Chiudi gli occhi ma è già troppo tardi: ormai ti è entrata dentro».
Marco Cassardo torinese, vive e lavora, come giornalista, a Milano. Ha collaborato a «La Stampa», «Italia Oggi», «Pubblicità Italia» e «L’Indipendente». Questo è il suo primo libro.
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