Altri interismi
Ed. Rizzoli, Eur. 10,00, Autore Beppe Severgnini (aveva sette anni quando l'Inter conquistò la prima Coppa dei Campioni. Ne aveva 32 quando i neroazzurri vinsero l'ultimo scudetto. Oggi ne ha 46, e aspetta. Come tanti)
Caro Massimo Moratti,
l'anno scorso, dopo aver regalato lo scudetto alla Juventus, ogni interista di buon senso - può sembrare incredibile, ma ce ne sono - ha pensato: cosa può esserci di più doloroso? Ora lo sappiamo: consegnare un altro scudetto alla Juve e la Champions League al Milan, dopo essere usciti in semifinale senza perdere. Solo un regista sadico poteva inventare un finale del genere. Eppure, ci è toccato.
Cosa dice, Presidente: dobbiamo abbatterci? Io dico di no. Ora comincia un'altra stagione: e non può sempre grandinare. Di una cosa, oltretutto, possiamo star sicuri. Non sarà una stagione noiosa, come non lo è stata quella appena conclusa. Questo, infatti, dobbiamo ammetterlo. L'Inter sa essere crudele, ma non fa mai mancare le emozioni (Vieri ce l'abbiamo solo noi; per prevedere Recoba occorre un cartomante; e Cuper, prima d'essere un allenatore, è un enigma avvolto in un mistero).
Non si preoccupi, caro Moratti: ormai l'abbiamo capito. Scegliere l'Inter è come entrare in un labirinto. Un favoloso dedalo neroazzurro, pieno di sorprese a ogni svolta. Al centro c'è l'obiettivo, il premio, la gioia che attendiamo. Il problema è: come arrivarci?
Non m'illudo, con Altri interismi, di suggerire una risposta. Il tifoso con le soluzioni in tasca è una delle figure più patetiche del calcio (non l'unica, per la verità). Anzi, le confesso: non pensavo nemmeno di pubblicarlo, questo libro. Pensavo di aprire e chiudere con Interismi, pubblicato nell'estate 2002 per consolarmi e provare a consolare (sedici edizioni, che avrei scambiato volentieri col quattordicesimo scudetto). Quelle cento pagine erano un modo per dimostrare che noi interisti siamo speciali, e riusciamo a sorridere quando altri saprebbero solo deprimersi.
Sa perché ho deciso di proseguire nel racconto? Perché credo che la stagione appena conclusa vada ricordata: se non altro, per non ripetere gli errori. E penso che alcune cose vadano dette, in vista della stagione che comincia..."
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