Storia critica del calcio italiano
Autore Gianni Brera, editore Baldini e Castoldi
Nessun popolo ha mai avuto con il calcio il rapporto che si ha in Italia: intenso, legato a momenti personalissimi e a memorabili situazioni collettive. In questo libro Gianni Brera presenta, con polemica intelligenza, tutto il calcio italiano parita per partita: dall'epopea della Pro Vercelli ai trionfi degli anni Trenta, dalla tragedia di Superga ai mondiali d'Argentina del '78.
Una storia in punta di penna
Gli italiani e il pallone, una lunga passione collettiva e personale. Molto più che un passatempo, molto più che uno sport di squadra capace di risvegliare rivalità sopite, sfide all’arma bianca, istinti primordiali. Con tutta probabilità il calcio è un modo di essere e di identificare il campanile d’appartenenza, il quartiere da difendere e, solo in circostanze ben determinate, la nazione da rappresentare e sostenere. Gianni Brera, compianto decano del giornalismo sportivo, in Storia critica del calcio italiano si affrettò a definirlo, sin dalle prime righe della sua opera, “il gioco più bello e immediato del mondo”. Dalla sua prima diffusione, alla fine del XIX secolo, da quando per le strade e le contrade popolari ragazzi di età diverse si radunavano intorno alla sfera, “il calcio – scrive Brera – era considerato alla stregua di un fenomeno sociale non disgiungibile dal progresso delle masse operaie e dalla necessità di occupare il tempo libero”. In Inghilterra, alle spalle delle attività più nobili ed elitarie praticate dalla gioventù aristocratica, si sviluppava fra i ceti medio-bassi una nuova forma di agonismo, volgare e trascurata dai più: il football. Poco conosciuto dalle schiere di rampolli, considerato come un gioco per le classi subalterne, il calcio – esercitando un forte potere attrattivo – approdò nel continente europeo. In Italia, racconta Brera, fa la sua prima apparizione con la fondazione del Genoa Cricket and Football Club nel 1893.
Nel 1896 ha luogo il primo storico incontro fra due formazioni italiane, il Genoa e l’International di Torino al quale parteciparono ben 154 spettatori paganti. Lo scarno resoconto della partita induce a riflettere sui pochi mezzi a disposizione degli organizzatori, i quali “si sono trovati d’accordo sulla necessità di costituire una Federazione calcistica, senza la quale non sarebbe stato possibile indire un campionato italiano”. Siamo alle soglie del primo torneo disputato in Italia nella primavera del 1898. Da allora, dalle prime pedate, il calcio ha macinato tanta strada lastricata di sonanti vittorie, indimenticabili disfatte: eventi sempre legati al costume sociale del nostro paese. Da un mondiale all’altro si avvicendano sulla scena del calcio gli attori di sempre: giocatori con il fiuto della rete, giocolieri del pallone, maestri della penna in grado di evocarli, scrittori incantati dalle prodezze dei funamboli e spettatori pronti a seguire dovunque i colori del cuore.
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