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Perché il mondo del pallone è sull'orlo del fallimento

Mai come stavolta il vecchio luogo comune sul «calcio italiano vicino alla fine» sia stato prossimo a avverarsi. Un allarme condiviso sia all'interno dell'ambiente che tra gli analisti; allarme che ha avuto come oggetto le dissennatezze gestionali di un sistema incapace di darsi regole virtuose, e l'inclinazione a giocare pericolosamente con gli artifici contabili. Con questa realtà si confronta un libro scritto da Vittorio Malagutti. 
Un volume il cui atteggiamento sulla questione è ben sintetizzato da titolo e sottotitolo: I conti truccati del calcio. Perché il mondo del pallone è sull'orlo del fallimento (Carocci, euro 12,50). Malagutti presenta una fotografia impietosa della situazione. Ripercorrendo la storia recente del calcio italiano, l'autore ricostruisce fatti, circostanze e cifre della crisi. Inizia a farlo parlando appropriatamente di «turbocalcio»; un'etichetta che volutamente fa il verso a quella utilizzata da Edward Luttwak (turbocapitalismo) nel suo recente libro La dittatura del capitalismo. Allo stesso modo del turbocapitalismo, il turbocalcio cui Malagutti fa riferimento è un sistema in cui il capitale agisce sganciato da ogni vincolo di responsabilità economiche e sociali: l'unico imperativo è quello della crescita, indipendentemente dalla sua sostenibilità. Era fatale che questa filosofia economico-gestionale portasse alla situazione attuale, e alla drastica alternativa tra ridimensionamento dei costi e fallimento dell'intero settore.
Il testo di Malagutti si fa apprezzare soprattutto a partire dalla seconda metà del volume. La prima abbonda infatti di toni retorici, e contiene un errore nella datazione della sentenza-Bosman (che è del 15 dicembre 1995, non 1996; l'equivoco riaffiora spesso nel libro). Viceversa, la seconda parte del volume racchiude una lucida ricostruzione delle vicende politico-economiche relative all'ultimo decennio (quello nel quale il movimento calcistico italiano ha compiuto i propri passi verso il gigantismo). E' qui che Malagutti offre al lettore una ricca e articolata serie di dati sulla crisi che ha portato il calcio italiano a un passo dalla catastrofe, adeguatamente commentati a partire dalla ricostruzione dei contesti che hanno fatto da sfondo alla maturazione di quelle cifre.
Nel complesso, si può dire che il libro costituisca una buona operazione di divulgazione, che ha il pregio di seminare qua e là fondati sospetti sulle protezioni di cui «i signori del calcio» avrebbero goduto dalla sfera politica (governi ulivisti compresi) nell'edificare un sistema economicamente e culturalmente irresponsabile.

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