Calcio, una religione alla ricerca del suo Dio
Fra tutti gli sport il football è il più barocco, il più pensato, il più dialettico. Sembrerebbe perciò discendere dalla filosofia. Ma con il segno rovesciato. Se la disciplina che fu di Platone e Aristotele conobbe il passaggio dal mito alla ragione, il calcio giocato da Pelè e Maradona transitò dalla ragione al mito. Forse è qui una delle spiegazioni per cui ventidue giocatori in campo non hanno mai fatto impazzire le folle nordamericane. Forse questo è il motivo per cui tanti scrittori europei e latino-americani hanno visto nel calcio una sorta di epos grandioso, dove il gesto raffinato di un dribbling si intona perfettamente con la rozza crudeltà di una interdizione.
E' nell'ambivalenza, tra pensiero e atletismo, che oggi si insinua l'omaggio della scrittura, il desiderio che alcuni grandi scrittori hanno avuto di rappresentarla. I racconti di Brera, quelli di Galeano e Soriano, e da ultimo la bella analisi che del calcio ci offre Manuel Vázquez Montalbán - con il suo libro
Calcio, una religione alla ricerca del suo Dio (Frassinelli) - sono il segno del modo in cui uno sport trascende se stesso, i propri valori, per infilarsi direttamente nel mito riraccontato.
index
|