Contropiede
Breve discorso sopra il metodo del calcio
Autore Camilli Daniele, editore: Nottetempo, Prezzo: € 6.00, pag 66
Fordismo e mondiali di calcio
"Contropiede", un originale libro di Daniele Camilli, per Nottetempo, che mette in relazione metodi di gioco e sistemi produttivi del '900
Per Daniele Camilli «il calcio non è soltanto una semplice attività sportiva, ma anche un metodo che è stato - ed è tuttora - capace di proporre sul terreno di gioco i metodi del sistema capitalistico e il modo di essere delle società che esprime». Ma Daniele, nel suo divertente pamphlet
(Contropiede: breve discorso sopra il metodo del calcio; gransasso nottetempo
editore) analizzando la storia dei campionati mondiali nota «un certa correlazione tra la squadra vincente e la situazione sociale e politica caratterizzante il suo paese di appartenenza». Insomma, c'è di che. Non so se Camilli abbia completamente ragione, ma la sua lettura del calcio è affascinante, soprattutto nella parte nella quale sostiene che
«le dinamiche e l'evoluzione del gioco sono strettamente legate all'evoluzione del sistema capitalistico». D'altra parte, il football è un gioco che nasce in pieno capitalismo e che accompagna lo sviluppo del capitalismo, fino a diventare planetario, cioè globalizzato. Per dirla con le parole di Daniele:
«per la prima volta nella storia dell'umanità, uno sport diventa planetario, si gioca in tutto il mondo con le stesse regole e gli stessi obiettivi».
Per non privarvi del gusto della lettura, non vi dirò molto di più (il libro va comprato e letto tutto d'un fiato) ma mi limiterò a accennare a alcune considerazioni sulle quali si può non essere d'accordo, ma sono una ottima base di riflessione e di ripasso di storia, filosofia e anche tecnica del gioco del calcio. Secondo Daniele c'è una
«stretta correlazione tra sistema produttivo e metodo di gioco».
Questo significa che il calcio «per lungo tempo con il gioco a uomo sembra somigliare alla catena di montaggio», mentre l'attuale
«gioco a zona sembra invece portare sul campo le logiche del sistema produttivo cosiddetto post-fordista». A fronte della staticità del gioco a uomo,
«flessibilità, versatilità, reattività, capacità di rispondere immediatamente alle esigenze del momento»
sono le «caratteristiche principali della zona che riflettono appieno quelle della produzione post-fordista».
E' troppo audace questa teoria? Non credo. In ogni caso la lettura di Daniele credo spieghi perfettamente la crisi del calcio ex sovietico.
Forse è un po' una forzatura sostenere e dimostrare che «il modulo a uomo» rappresenta
«la trasposizione sul campo di gioco del sistema a cristallo di Carl Smitt, così come il modulo a zona la filosofia strutturalista e la Teoria generale dei sistemi».
Solo, forse, però: l'applicazione al calcio delle varie teorie è logicamente quasi perfetta. D'altra parte, Daniele avverte che
«evitando la civetteria hegeliana, preferiamo non dire tutto, ma solo ciò che riteniamo vero».
Il secondo capitolo del libro è dedicato alla crisi di trasformazione potenziale. La teoria, sostiene Camilli, è che
«a vincere il Mondiale è stata spesso la squadra di un paese in crisi». Secondo Camilli
«13 campionati del mondo su 18 disputati sembrano suffragare» la sua tesi. Possibile? Se non siete d'accordo, provate a confutare la sua teoria.
di Galapagos
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