Bidoni - L'incubo
Autore Furio Zara, Kowalski Editore, 271 pagine, prezzo 10 euro
Elogio dei bidoni nel pallone
Blisset, Zavarov Edmundo, Pancev, Kempes, Vampeta. In un libro di Fulvio Zara, un carrellata di calciatori scarsi, sgangherati e indimenticabili
Esistono due tipi di bidoni, sembra dirci questo divertente libro dell'ancor giovane giornalista Furio Zara: quello scarso o scarsissimo, che svirgola la palla, c'inciampa, la spedisce in tribuna mirando all'incrocio, arranca, persevera penosamente e ci muove a rabbia o compassione; e quello che scarso non è o non sarebbe, ma ugualmente - chiamato a dimostrare quello che vale, a sfruttare le occasioni che il destino gli concede - le cicca altrettanto penosamente, per timidezza o insicurezza, o per eccesso di sicurezza e di confidenza. E sì, questo libro è dedicato ai bidoni calciatori: Zara ne individua ben cento, che hanno attraversato come stelle comete - o come stelle filanti di carnevale, dovremmo dire - la nostra serie A dal 1980 ad oggi; ma alla stessa stregua sono bidoni anche i tennisti, i pongisti, i pallavolisti, i rugbisti, gli sportivi tutti, professionisti o dilettanti o semiprofessionisti che siano. Soprattutto, bidoni siamo tutti noi, che attraversiamo la vita talvolta ridendo talaltra piangendo, talvolta sentendoci campioni talaltra completamente inadeguati alla situazione, agli altri, alle aspettative, a noi stessi; un giorno sicuri di noi come solo i grandi uomini, il giorno dopo impacciati come Buster Keaton e demoralizzati come chi deve ricominciare daccapo.
Lodato sia il bidone, allora: perché il bidone ci riavvicina alla giusta dimensione della vita, che per fortuna è fatta di alti ma anche di bassi, di scivoloni su bucce di banana, di figuracce, di delusioni, di frustrazioni, di appuntamenti mancati e treni persi; perché il bidone ci riavvicina alla giusta dimensione delle cose e ci riconcilia con noi stessi, ci fa volare bassi, ci fa stare con i piedi per terra, ci insegna a non prenderci troppo sul serio, ci fa essere anche più simpatici. Ma il bidone ci insegna anche ad avere sempre speranza, perché il bidone è capace poi di improvvisi colpi d'ala e per tanti palloni spediti in tribuna ne azzeccherà almeno uno all'incrocio dei pali, proprio lì dove voleva metterlo; per tanti goffi inciampi avrà diritto ad almeno un dribbling fulminante, e se lo sarà meritato e la folla glielo riconoscerà e sarà disposta a dimenticare tutto il resto e lo acclamerà. Così anche noi possiamo sempre sperare in un altro treno, in un altro appuntamento, in un nuova occasione; neppure Fantozzi smette mai di sperare che prima o poi la signorina Silvani ricambi il suo amore devoto.
Lodato sia dunque anche il libro di Zara, perché dà concretezza ad un'idea, ad un'astrazione; nel libro di Zara - che è pure scritto con talentuosa levità - possiamo via via mettere a fuoco i nostri ricordi sfumati: Blisset, Edmundo, Pancev, Vampeta, Zavarov, ma anche Bergkamp, Kempes, Klinsmann, Stoichkov. Tutti bidoni? Tutti bidoni a tutto tondo? No, alcuni sono bidoni del primo tipo (gli scarsi davvero), altri sono bidoni del secondo tipo (i non scarsi che tuttavia hanno fallito la loro occasione); oppure - secondo una diversa ma simile classificazione suggerita da Gianni Mura nella sua prefazione - alcuni sono bidoni arroganti, altri sono bidoni a tempo, altri ancora sono bidoni indecifrabili. Ciascuno avrà da fare le proprie obiezioni o da suggerire integrazioni o sostituzioni; ma è lo stesso Zara a dare atto che il suo elenco è arbitrario e personalissimo, forse anche un po' romantico. Di assoluto c'è solo quest'ovvia verità, che scorre sotto la storia di ciascun bidone raccontato nel libro e di ciascuno di noi: che la vita è sgangherata, ma dobbiamo viverla.
di Niccolò Nisivoccia
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