Un anno con il Genoa
Autore Aldo Padovano, editore De Ferrari, prezzo 18,00 euro
Mito e mugugni del vecchio grifone
I primi trionfi sul campo di Ponte Carrega, il tifo di Vittorio Gassman, 82 lunghissimi anni dalla parte degli sconfitti. In un libro di Aldo Padovano, la storia del Genoa tra scudetti, trasferte in battello e
valigette
La pubblicistica locale di argomento calcistico è, credo, abbastanza sterminata. Ma
Un anno con il Genoa (De Ferrari Editori, Euro 18) si differenzia dagli altri per almeno tre importanti ragioni. Una ha a che fare con l'autore, Aldo Padovano, figura ben nota a Genova di intellettuale-flaneur , polemista, local historian, nonché assoluto virtuoso di quella forma di performance artistica tutta genovese che va sotto il nome di "mugugno". Ma, soprattutto, cinefilo appassionato (fu uno dei "giovani di studio" di Angelo Houmuda, e smanettò a lungo sulla moviola della appena fondata Cineteca Griffith) e storico semiufficiale del Genoa, di cui ha scritto una storia piuttosto completa, che appare sul sito web della Società.
L'altra ragione è l'impianto iconografico del libro, che ci restituisce non solo un calcio d'antan, volti operai, maglie con collo a V e laccetti, doppi calzettoni, ma anche un pezzo di storia, e non solo locale. Il campo di Ponte Carrega nel 1903, primo stadio del Genoa, oggi periferia urbana e allora circondato da muretti a secco, olivi e cipressi con una fila di spettatori in piedi con cappotto e bombetta. Il battello a pale "Bon Voyage" usato da 700 tifosi genoani per una trasferta a Savona nel 1922. Il primo corteo di macchine di tifosi in trasferta ad Alessandria. Un Georgy Sarosi, ex-allenatore della Juventus ed esule dall'Ungheria che si avvia a sedersi sulla panchina di Marassi in perfetto smoking e cravattino, capelli imbrillantinati e lisciati all'indietro. Uno splendido, elegantissimo Vittorio Gassman, genovese e genoano, che riceve un riconoscimento ufficiale dalla società.
Il terzo motivo di interesse è che di Genoa si parla, nella forma di un diario quotidiano che ripercorre le tappe più lontane e felici come quelle dei disastri più recenti della squadra più antica d'Italia. Sono a volte date di partite celebri e fortunate (per i genoani), a volte date di nascita di calciatori che ne hanno fatto la storia. Storia singolare, che ha pochi uguali nel mondo calcistico, nove titoli affondati nel tempo, il primo nel 1898, l'ultimo nel 1924. E poi ottantadue anni di patimenti, sconfitte, retrocessioni, salvezze all'ultimo istante, penalizzazioni, ultima quella della famigerata valigetta di euro con cui sarebbe stata comprata la partita con il Venezia nel campionato 2004/05. In questo senso, tifare per il Genoa è diventata una scelta esistenziale, "dalla parte degli sconfitti", ed essere tifoso genoano uno "stato d'animo" quasi mai pacificato. Unico paragone può essere fatto con il baseball, con i Red Sox di Boston, storica squadra copertasi di gloria agli albori dello sport, con sei titoli vinti tra il 1903 e il 1918. Poi più nulla, 86 anni di patimenti e frustrazioni. Fino ad un inaspettato "pennant" (scudetto) vinto nel 2004. I tifosi genoani, e Aldo Padovano con loro, metterebbero una firma per soffrire "solo" fino al 2010 e mettere finalmente fine ai loro 82 anni di guai. di Andrea Rocco
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