Il mio processo, tra calcio, tv e politica
Biscardi, nel bene e nel male icona del nostro calcio. Libro tratto da una lunga intervista di Luciana Baldrighi
Molti lo considerano uno dei più
attenti conoscitori del nostro calcio, molti altri lo reputano il re
delle chiacchiere da bar dello sport. Fatto sta che il suo
"Processo" è ormai quasi un quarto di secolo che turba i
sonni degli italiani, ed ogni lunedì continua ad essere seguito da un
esercito di fedelissimi. Unico caso di programma televisivo che funzioni
indipendentemente dalla rete, pubblica o privata, che lo trasmette,
costruito imprescindibilmente intorno alla figura del "rosso"
più famoso d'Italia, incentrato sul calcio ma senza il calcio. Secondo
i suoi detrattori ha trasformato «il dibattito calcistico in rissa da
bar, i giornalisti sportivi in macchiette, arbitri e calciatori in
pupazzi da tiro al bersaglio, ridotto lo sport ad un tragicomico cabaret
dove violenza, corruzione, business vengono trattati come in una
commedia teatrale». I suoi numerosi fans lo ritengono invece
l'inventore del calcio parlato, che ha dato dignità ad un dibattito
altrimenti snobbato; ha saputo aprirsi al basso e all'alto,
all'intellettuale e all'uomo della "curva", riuscendo sempre a
districarsi dal sospetto di un inciucio, di una "combine", di
una partigianeria. Quel che è certo è la grande capacità di Biscardi
di partire dal niente, dal già visto, dal già letto, arrivando a
costruirci sopra una trasmissione di tre ore. Il libro - "Il mio
processo" pp.176 Ed. Rizzoli, 12 euro -, nato da una lunga
intervista realizzata da Luciana Baldrighi, ripercorre la carriera di
questa icona calcistica nazionale e con essa racconta tante storie,
tanti retroscena che hanno visto Biscardi come protagonista o semplice
spettatore. Il lungo litigio con Boniperti, che per alcuni anni vietò
ai giocatori juventini di partecipare al "Processo", o quella
volta in Messico che discusse con Rivera e finì col rivelargli che al
suo posto avrebbe giocato Mazzola. E poi la grande emozione dello
scudetto vinto dal Napoli di Maradona: lui, cuore partenopeo, portato in
trionfo insieme a Ferlaino e al "Pibe de oro". Ma nel libro
emerge anche il Biscardi uomo, che tanto tiene alla sua sfera privata:
non ama parlare di sé, della sua famiglia, dei suoi pensieri. Luciana
Baldrighi è riuscita a strappargli confessioni e battute interessanti,
facendogli anche la domanda che molti si saranno fatti almeno una volta:
di che squadra è Biscardi?
index
|