Hoolifan
«Gli ultrà non saranno mai battuti». Uno degli hooligan storici avverte: la violenza finirà fuori dagli stadi ma non sarà eliminata
«La repressione? Allontana la
violenza dagli stadi. E la sposta più in là, lontano dalle telecamere.
Ciò che interessa alle autorità è rimuovere il problema, non
risolverlo». Parola di hooligan. Parola di Martin King, l'autore di “Hoolifan".
Pubblicato in Italia dalle edizioni Libreria dello sport, il libro
racconta lo sviluppo e le trasformazioni del movimento hooligan inglese
dalle sue origini a oggi. Un'autobiografia, onesta e senza retorica, di
un tifoso violento, puro e duro. Martin King è uno dei capi storici
della curva del Chelsea. Oggi, alla soglia dei 50 anni, non è pentito,
non si vergogna di essere stato un violento, ma ha anche il coraggio di
negare la sconfitta. Non è vero, dice, che gli hooligans non esistono
più: sono solo andati a pestarsi fuori dagli stadi, lontano dai
riflettori. Mentre, da Roma a Verona, si registrano le prime decine di
arresti in differita e il Parlamento vara una legge anti-violenza
ispirata proprio al Rapporto Taylor inglese, vale la pena di
confrontarsi con l'esperienza di Martin King.
«In Inghilterra l'hooliganismo non è stato sradicato, nonostante
quello che le autorità calcistiche e la polizia vogliono far credere
all'opinione pubblica. Dirò di più, in qualche club sta rifiorendo di
brutto. Potete contarci, sarà così anche in Italia. So che alcuni
tifosi del Chelsea vengono regolarmente in Italia per incontrarsi con i
vostri ultras, soprattutto di Roma e Milano. La violenza negli stadi
italiani mi sembra che sia diversa da quella inglese, in Inghilterra
raramente si fa casino dentro gli stadi. Inoltre da noi la maggior parte
dei tifosi viene perquisita davvero, e così armi, razzi e fumogeni
vengono sequestrati all'ingresso, non come in Italia».
«Non credo che siano state introdotte davvero delle misure forti per
fermare gli hooligan. Sì, i tribunali hanno emesso qualche sentenza, le
multe sono state aumentate, così come le inibizioni allo stadio, ma il
problema è ancora qui. Oggi le bande di hooligan sono molto più
piccole. In Inghilterra, negli anni 60 e 70, le organizzazioni di
hooligan in certe partite potevano contare fino a due o tremila tifosi
che cercavano la rissa. Oggi le bande sono molto più piccole, ci sono
tra i venti e duecento hooligans pronti a combattere. Però i
combattimenti si sono allontanti dalle curve e ora si svolgono in strada
e nei parchi lontano dagli stadi».
«Gli hooligan possono essere definiti criminali. Infrangono la legge.
Ma è altrettanto vero che certe sentenze emesse dai tribunali sono
eccessive. Quello della violenza è fondamentalemente è un problema
senza soluzione. L'unico modo per fermare gli ultras di qualsiasi paese
è proibire a tutti gli uomini tra i 14 e i 65 anni di partecipare alle
partite di pallone». (chilometri)
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