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Francesco Caremani, Libri di sport (pp.90, E.12,91)


Nel 1918, riflettendo sul rapporto tra «Il football e lo scopone», Gramsci non soltanto lodava la salubritą del primo, praticato all'aria aperta, a scapito del secondo giocato al chiuso e al fumo, ma evidenziava la diversa mentalitą dei due svaghi: leale e mediato dall'arbitro il primo, infido e rissoso il secondo: «la partita a scopone - scriveva - ha spesso avuto come conclusione un cadavere e qualche cranio ammaccato. Non si č mai letto che in tal modo si sia mai conclusa una partita di football». L'evoluzione del tifo e il crescendo di violenza sugli spalti si sarebbero incaricati di smentire l'autore dei Quaderni. Ma il piacere di ripercorrere intrecci e tappe di una grande passione nazionale rimane intatto in questo corposo studio storico che torna, utilissimo, a misurare la temperatura calcistica del dopomondiali.

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