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Un calcio umanistico
Presentazione del libro "Il mio nome è Nedo Ludi" di Pippo Russo

Non solo calcio giovedì sera al club “Tifo è Amicizia 1991”. Protagonista Pippo Russo, con il suo primo romanzo, “Il mio nome è Nedo Ludi”. Inserita – come fuori programma – nella rassegna “Raccontare il lavoro”, ispirata dall’associazione “il Granaio” e dalla libreria “ Dickens”, la serata ha offerto un lato diverso del calcio ovvero il calcio come lente di ingrandimento per cogliere i cambiamenti di una società – quella sul finire degli anni ’80 - proiettata verso un futuro che allora si pensava non potersi arrestare mai. 
Un romanzo di formazione calcistica, intenso, retrospettivo, ma terribilmente attuale. Un calcio che allora cominciava a corrompersi, ma che era ancora capace di esprimere volontà, valori, ansie di cambiamento. O forse solo resistenza alla rivoluzione fatta di “parlare di parole”. Insomma, un calcio ancora umanistico, come l’ha definito l’autore. Ma non c’è stata solo la nostalgia – per il calcio che non c’è più - a dominare. Non poteva essere così vista la presenza di uomini di calcio ancora oggi sulla scena: Papagni, Dellisanti e Galigani, presenti alla serata, non hanno fatto mancare il loro contributo, la loro testimonianza. La storia del romanzo è come se avesse iniziato a vivere per coloro che erano presenti, anche senza aver letto il libro. Ognuno ha potuto rivivere la propria vita di questo quindicennio che è alle nostre spalle. Ripercorrerne tappe. Scandire date, scambiando la storia del nostro Paese con quella del nostro calcio. Come un gioco degli specchi. Si è potuto mettere in fila episodi ed eventi. Cogliendo, forse, quel filo rosso che li ha legati ed ispirati. Partendo dal calcio e finendo al calcio. Quel calcio che Pippo Russo continua ad amare e raccontare come pochi. Anche sotto forma di romanzo. 
Hanno partecipato alla serata Fulvio Colucci e Giulia Galli. Introduzione di Antonio Fullone. 

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