Serata di gala al
club
Ospite d'eccezione il tarantino vice direttore del Corsport Luigi Ferrajolo. L'occasione (sulla quale riferiamo a parte), l'inaugurazione della "biblioteca del tifoso". Nonostante il giorno particolare per i tarantini (è giovedì santo), la sala da tè del bar Cubana è piena. Il parterre è in gran parte il solito, ma non mancano, attratti dall'interlocutore, anche gente comune, giornalisti e suoi vecchi amici. Al tavolo, accanto a Ferrajolo prendono posto, Umberto Barisciano, segretario del CONI, il prof. Nico Bruni e il presidente del Taranto Calcio, dr. Stanzione. La composizione allargata è indotta dai temi che saranno oggetto del consueto dibattito con l'ospite. E alla fine la scelta non apparirà sbagliata perché si parlerà di calcio soprattutto, ma anche di sport.
Per il resto non si è voluta modificare l'impostazione tradizionale dell'incontro: molto informale, di "chiacchierata", come sempre, aperta a tutti i presenti. Inevitabilmente si scivola sul Taranto, sui filo dei ricordi, ma anche e soprattutto, sul suo presente e sul suo futuro. Qui s'inserisce una proposta del prof. Bruni che rilancia l'idea di dare vita ad un "tavolo istituzionale", per poter smuovere la situazione di stallo che regna tra le parti. L'idea, stranamente, non è stata raccolta dai giornalisti presenti, come invece avrebbe meritato (il deterioramento tra le parti è tale che l'avvio di una qualsivoglia trattativa commerciale, sembra ancora un traguardo difficile da raggiungere).
Ferrajolo si concede con garbo a tutte le domande, recriminazioni comprese. Non manca infatti chi gli fa notare, talvolta, uno sbilanciamento verso piazze più grandi del suo giornale, insomma si reclama una maggiore attenzione ai colori rossoblu (si cita il caso Catania). La risposta arriva, articolata, precisa. Ricorda i titoloni dei dilettanti (addirittura in prima pagina un "Taranto irresistibile"a caratteri cubitali, conservato nella nostra bacheca), la necessità di bilanciare il "peso" delle piazze, il merito delle questioni sollevate. Si parla di Pieroni, di Nazionale, di società, di presidenti e allenatori. Ancora. Di riforme (spesso chiamando in causa il prof. Bruni) di giornalismo sportivo. La serata scivola tranquillamente. Si parla di calcio da una angolazione diversa, senza mai dimenticare la "ragione sociale" del club. Ferrajolo si avverte coinvolto ancora nelle vicende rossoblu. Si dice disponibile ad appoggiare eventuali iniziative costruttive, singolarmente, ancor prima che come giornale. La serata si conclude naturalmente, con gli stessi toni con la quale era iniziata. La speranza è quella di aver offerto un momento di confronto diverso, in un certo senso "alto", su temi che interessano tutti i tifosi rossoblu; di aver ribadito la natura, l'essenza del club : luogo di dialogo, riflessione, stimolo, oltre che di passione. Il tutto con le sole forze degli iscritti (come la biblioteca), nella convinzione che anche nella nostra città è possibile fare un discorso culturale sportivo. Anche se terribilmente difficile.
ARTICOLO BLUNOTE.IT
La Lazio ha preso Thuram. Anche la Juve ha preso Thuram. Su Thuram si gioca una partita importante. Non è un gossip di mercato, ma l’attacco di un vecchio pezzo di Luigi Ferrajolo che identifica il cambiamento del calcio, quello che troverà comunque un posto nella nuova biblioteca del tifoso inaugurata dal club “Tifo è Amicizia”.
Special guest, Luigi Ferrajolo, vice direttore del Corriere dello Sport-Stadio tarantino doc da anni a Roma, prima per studio poi per lavoro.
Si definisce un romantico, forse anche un po’ nostalgico di un calcio che non esiste più: quello dei presidenti che ci mettevano passione per conquistare una salvezza o una promozione. “Quel calcio, oggi, ha lasciato spazio ai soldoni e agli affari – ha precisato nel corso della serata -. Si lavora in nome del business, delle multiproprietà. Che cosa brutta queste multiproprietà”.
“A cosa si riferisce?”, ribatte uno dei tanti presenti. “Un presidente deve tenere le redini di una sola squadra, non di due o più. E’ una situazione che va contro ogni legge dello sport perché lascia spazio a interpretazioni di vario genere”. Come a dire, a pensar male si fa peccato, ma spesso si azzecca. Il discorso interessa da vicino Ermanno Pieroni patron, oltre che del Taranto, anche e soprattutto dell’Ancona.
Il calcio si ammoderna, dicevamo, cerca di stare al passo coi tempi, cambia, si modifica. E uno dei tanti cambiamenti riguarda la serie B: uno o due giorni? Venti o trentasei squadre? In questi giorni si combatte sui tavoli della Lega tra chi è pro e chi è contro. “Io sono contro – continua Ferrajolo – perché una serie B allargata diventerebbe una sorta di serie C e contribuirebbe ad allargare ancor di più la frattura tra le varie Leghe. Sento dire che questo servirà per tutelare il sud Italia: fumo negli occhi. Dico soltanto bisognava pensarci prima, non adesso che Napoli e Bari sono in difficoltà”.
L’argomento accende la serata, gli invitati cominciano a vociferare e il professor Nicola Bruni decide di prendere la parola: “Il progetto sulla nuova serie B è ancora in fase embrionale, lo scontro è sul numero delle squadre. E’ sempre una questione di interessi: oggi, per le venti di serie B, la Lega destina circa 200 miliardi di vecchie lire. Con una serie B allargata a 36 squadre, il contributo rimarrebbe lo stesso, ma alle società andrebbero nient'altro che briciole”.
Vedi Bruni e pensi a Pieroni. Si passa a parlare del Taranto e di Taranto: “La situazione societaria del Taranto Calcio – spiega Nicola Bruni – non è mai cambiata in tuti questi mesi, anche se se n’è parlato molto meno. Per giungere a una conclusione, occorre che entrambe le parti si ammorbidiscano altrimenti sarà difficile trovare una soluzione che aiuti tutti. E’ anche vero che Pieroni ha gestito da solo gli oneri della società, senza aiuto alcuno né dai quattro soci, né dalle istutizioni”.
Già, le istituzioni dovrebbero tutelare ciò che appartiene alla città, ma non sempre è così: “Guardate – attacca Mario De Francesco, presidente del Coni -, Taranto ha 35 squadre dilettantistiche e due soli campi dove potersi allenare o giocare: immaginate le lotte che ci sono per accaparrarsi questi campi. Non è possibile, una situazione del genere non si può accettare le istituzioni devono intervenire se vogliamo garantire un futuro roseo alla Taranto sportiva, se vogliamo fa germogliare i nostri talenti. E il Cras? D'Antona è stato grande, ma va aiutato".
C’era anche il presidente del Taranto, Enzo Stanzione, che chiude il discorso pensando alla sua squadra: “Abbiamo una gara difficile a Viterbo dove siamo chiamati a farci perdonare il pesante ko di domenica scorsa. Ci proveremo. La situazione societaria? Sono d'accordo con ciò che ha detto il professor Nicola Bruni”.
Dal Corriere del Mezzogiorno
La biblioteca del tifoso
La biblioteca del tifoso non è una iniziativa. È la naturale continuazione, l'evoluzione dell'attività del club (quest'anno sono 12 gli anni di vita di ininterrotta attività). Il club si è sempre proposto come punto d'incontro, di riflessione sulle vicende del Taranto Calcio, perseguendo, cercando di perseguire, una visione ampia del fenomeno, senza mai rinunciare a fare tifo ovunque per i colori rossoblu. Ricordiamo le serate dedicate al giornalismo sportivo locale, alla presentazione di libri e di iniziative editoriali, al settore giovanile, accanto a quelle dei protagonisti domenicali più tradizionali. Ma la biblioteca del tifoso non è una iniziativa, anche perché vuole essere una istituzione dai tempi lunghi, non una spesa occasionale, ma un impegno continuativo per continuare e migliorare quel percorso di confronto e di ricerca di cui si riferiva prima.
La biblioteca sotto un aspetto quantitativo non è ancora una biblioteca. Vi sono raccolti una sessantina di volumi, ma mai come in questa occasione, chiediamo di verificare la qualità del pensiero che offriamo. L'intento è sì quello di diffondere un'idea diversa del calcio, decisamente più romantica e non violenta, ma anche di far conoscere un fenomeno complesso come quello del tifo calcistico, anche quello più estremo, che solo ultimamente ha trovato dignità letteraria e sociologica. La nostra biblioteca è certamente una biblioteca nella sua pretesa moderna, di essere non solo punto di lettura, ma anche spazio fisico e non, di ricerca e di confronto, nel quale anche incontrare gli autori dei libri riuniti. Ancora. La nostra biblioteca s'ispira ad una idea reale di biblioteca, intesa come spazio rivolto al futuro, alla multimedialità, alla ricerca del filo rosso (per i soci c'è il punto internet gratuito, la possibilità di partecipare alla trasmissione radio auto gestita dal club ed altro), che lega tutti i fermenti che ci sono intorno alla propria squadra, alle innovazioni che ci riguardano, ma con uno sguardo fermo a quello che era il passato calcistico.
Non è un caso che nella nostra raccolta di libri troviamo in primo piano i testi, le iniziative editoriali dedicate al Taranto. Lo abbiamo sempre detto, per noi il calcio è anche memoria, quella legata ai momenti individuali e collettivi di tutti noi. In questa ottica stiamo portando "alla luce", con certosina pazienza e ostinazione, immagini del Taranto che partono dai primissimi anni '70, una vera e propria operazione di collage, nella convinzione di fare un regalo a tutta la città. Anche perché la nostra biblioteca vuole continuare ad essere la biblioteca di tifosi del Taranto.
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