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«Decido tutto io»

Alle ore 20.40 è iniziato il Blasi show. Travolgente la prima del presidente al club. Difficile, quasi impossibile restargli dietro (motivo per il quale è saltato il riscontro in tempo reale in rete). Blasi, accompagnato da Galigani e Piero Gatto, ha parlato in libertà: abilmente e amabilmente. Semplice, arguto, umile, simpatico, orgoglioso, esagerato e manageriale. Ha saputo vestire e svestire i panni velocemente, mescolando ingredienti diversi, spesso contraddittori, ma mirabilmente tenuti insieme dalla passione. La sensazione – rinnovata - di avere un presidente è stata alla fine la più piacevole. 
Ha ammesso i suoi errori con cristallina serenità, disarmando i critici. Condizionati soprattutto dal tempo. “Siamo stati colti impreparati”, nonostante la lunga gestazione dell’agonia rossoblu, il tutto è arrivato improvvisamente, ha ammesso candidamente il presidente. Abbiamo pagato oltremodo una situazione già complicatissima. Da qui la confusione organizzativa iniziale, mai negata. Su i collaboratori attualmente ancora presenti in sede, ha detto che sono ancora in prova. Sarebbe stato inutile e dannoso cambiare tutto all’improvviso. A fine stagione si tireranno le somme. Ora era importante dare continuità. “Ma abbiamo già le idee chiare”, ha detto chiudendo l’argomento. 
La priorità era quella della prima squadra. Ha rivendicato la scelta di Toma. Incarna il suo modo di vedere il calcio. Un calcio godibile e vincente. Sabadini apparteneva inevitabilmente al passato, dal quale affrancarsi. Toma resta una sua personale scommessa. Non ancora persa dice. Chiede solo tempo. Anche se si rende conto che è poco. Fa capire che il Taranto di domani sarà ancora molto differente da quello di oggi. Si infervora quando parla di settore giovanile. Allude al progetto della costruzione di un complesso sportivo, un centro sportivo Taranto con foresterie annessa, nel quale far crescere uomini e poi giocatori (calciatori, come ama dire). Area già individuata: quella su cui insiste il campo scuola, alla salinella. Segnali importanti. Bisogna ripartire da zero insomma e il vivaio, assicura, sarà curato. Sottolinea la scelta di Marino quale responsabile del settore come il primo passo. Nei prossimi giorni verranno conclusi una serie di rapporti commerciali, di servizio di scambio, aggiunge Gatto. Il prodotto Taranto ha bisogna di riguadagnare credibilità. 
Ostenta sicurezza il presidente. Parla del futuro con molta serenità ed entusiasmo, intercalando il suo eloquio con frasi in dialetto manduriano. Tutto rigorosamente in piedi. A livello tecnico e organizzativo spazia con disinvoltura. È un vulcano in eruzione. Marrazza ha pagato per un comportamento poco professionale:nell’immediato pre partita di Ragusa avrebbe sollevato – in maniera poco ortodossa e poco opportuna - pretese economiche. In sostanza atteggiamento che è piaciuto poco al presidente. Alla luce ancor di più della prestazione del bravo difensore (chiare le sue responsabilità sul primo gol). Chiarito così uno dei tanti quesiti sollevati. 
Lo sponsor potrebbe essere deciso la settimana prossima. “Faremo un’asta tra le due/tre società interessate”. Per quello tecnico il problema è “di capienza” dei magazzini, precisa Gatto. A questo punto della stagione le aziende non hanno sufficiente materiale ed è difficile ordinare materiale sportivo a sufficienza. Si potrebbe pertanto ripiegare sulla marca che attualmente veste i rossoblu. Il sito internet ufficiale è sulla rampa di lancio, ma si bisognerà attendere ancora. È questo un altro dei leit motiv. Il tempo che manca. 
Galigani chiosa le affermazioni “tecniche” del presidente. Si parla dei rifiuti collezionati: i primi, i più importanti per finire agli ultimi. Prisciandaro sarebbe venuto a piedi, ma il presidente della Cremonese non ha sentito ragione. Sanetti dell’Acireale avrebbe deciso di giocarsi ancora qualche chance nell’Acireale. Pillole di calcio giocato. Arriveranno entro lunedì altri due nuovi acquisti. Ma questa è notizia già triturata dalla stampa. Nessuno sconto sui nomi. 
Blasi pensa già al futuro, sicuro di una salvezza sul campo ma non preoccupato in ogni caso. Sospiro si sollievo collettivo. La Taranto Sport è progetto che andrà avanti nel tempo. Comunque. E si irrobustirà nel tempo. Parla della prossima stagione, dei programmi tecnici ma soprattutto di quelli societari. Dice che ha chiarito con Macalli. La sua denuncia contro il calcio, i suoi vizi, è stata meglio calibrata ed apprezzata. L’anno prossimo ci sarà comunque la fila di giocatori che chiederanno di indossare la maglia rossoblu. 
Gatto e Galigani riferiscono delle difficoltà anche dei piccoli grandi interventi sullo stadio. I problemi segnalati (pulizia, servizi, etc..) sono prioritariamente di competenza dell’Ante proprietario. Si cercano soluzioni nell’immediato. Torna il fattore tempo. Si annotano le carenze provenienti dal sito. Il nuovo logo, stile Juve (collaborazione ancora da scrivere: l’obiettivo è quello di ricevere “aiuti” tecnici ) non recherà la data 2004 (sospiro di sollievo) come nella anteprima presentata ieri alla stampa. Del resto il 2004 non è stato affatto un anno da ricordare. E l’anno prossimo, si ricorda al presidente, il Taranto calcio compie 100 anni di vita. “Dobbiamo festeggiare”, ci risponde. 
Finisce tardi la serata, nonostante una preventiva richiesta di essere brevi. Blasi è così: prendere o lasciare. Eccessivo, generoso, accentratore (“decido tutto io”). Sa ascoltare, ma soprattutto mettersi in sintonia con gli umori della gente che tifa Taranto. I tanti problemi calcistici, gli errori commessi, per un paio di ore, ci sono apparsi meno neri.


Un futuro a 360° gradi

Dopo essersi concesso ai giornalisti nel tardo pomeriggio, in serata, Luigi Blasi è approdato in quello che è il punto d'incontro di gran parte della tifoseria organizzata rossoblu.
Tanti, infatti, i soci del club "Tifo é Amicizia" che, nello storico Bar Cubana, hanno ospitato il Presidente della Taranto Sport, accompagnato per l'occorrenza dal direttore dell'area tecnica Vittorio Galigani e dal neo responsabile dell'area marketing Piero Gatto.
Dopo i momenti iniziali in cui Blasi ha dimostrato un certo imbarazzo, forse non aspettandosi tutta quella gente, l’esplosività ben nota a noi tutti è venuta a galla ed è stato finalmente dialogo.
Una volta partito per fermarlo bisognerebbe abbatterlo, ma ai suoi tifosi piace così...sempre carico e spiritato.
Non si può fare a meno di discutere della 'sortida' di domenica scorsa a Ragusa, che, a quanto pare, ha portato alla esclusione definitiva dal progetto Taranto di alcuni calciatori, da cui magari il presidente si sarebbe aspettato maggiore attaccamento alla maglia, se proprio vogliamo definirla metaforicamente.
Come si sa il mercato di Gennaio è un mercato strano e difficile, dove la merce buona è sempre più rara e dove chi vende gioca sporco per cercare di mantenere a se le prelibatezze.
Per una società che ha come principio base il rispetto delle scadenze e dei tetti massimi da tenere sotto controllo, diventa ancor più arduo il compito di miglioramento, tenendo d’occhio i canoni che la Lega di C e la F.I.G.C impongono nel mercato di riparazione.
Blasi va oltre tutto ciò e ribadisce che i ragazzi giunti a Taranto in questo mese freddo di Gennaio, sono frutto di un duro lavoro di persuasione, e ad uno strano piano di risanamento di debiti maturati da alcuni giocatori nei confronti delle società di appartenenza, che stesse chiedono alla parte acquirente, di estinguere per una più facile risoluzione del rapporto società-calciatore e mettere nelle condizioni lo stesso di decidere quale maglia indossare.
Come si dice in questi casi…subito, pochi ma puliti e sicuri. Per un calciatore ciò è fondamentale e tutto il resto è una scommessa.
Solo chi ama il Taranto merita il Taranto. Potrebbe essere un nuovo slogan, ma fortunatamente non lo è…è realtà. Quella realtà che porta Blasi a distaccarsi da ogni legame affettivo con giocatori e tecnici, realtà che lo tele-trasporta nella nuova dimensione del “chi sbaglia paga”, come se un Marrazza della situazione si fosse trovato nel posto sbagliato nel momento del bisogno, che il Mignogna di turno avesse esaurito le scorte di spinaci nel serbatoio a metà partita, o che il “ragazzino” invece di indossare i panni del gladiatore abbia indossato i panni sporchi di un neonato. Come si sa questi panni poi devono essere lavati in casa.
Argomenti da trattare c’è ne sono a volontà…dalla pulizia dello stadio, al sito internet, al merchandising, agli abbonamenti, al fenomeno dei “portoghesi”, allo sponsor tecnico e sociale, ai rapporti con le aziende locali ecc… fino ai giovani calciatori che non dispongono di una vera struttura casa-studio-sport che trasformerebbe, senza dubbio, il settore giovanile del Taranto un porto di mare per gli addetti ai lavori, che attingendo in vero stile Lecce o Atalanta, per fare un esempio, curerebbero il futuro di una società che costi quel che costi dovrà affrontare anche l’anno prossimo un campionato tra i professionisti, magari da protagonista. Questa è la storia. di David Palumbo

 

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