I servizi di studio 100
«Eccomi qua, sono Blasi»
Primo giorno allo stadio per il nuovo presidente del Taranto: il colloquio con la squadra, una chiacchierata con Sabadini.
«Meritano una medaglia: ora possono stare sereni»
Basta poco per dimenticare il passato. Basta poco per iniziare a raccontare una nuova storia. La prima pagina è stata scritta ieri pomeriggio: la neonata Taranto Sport muove i primi passi (sia pure in regime transitorio e con l'ausilio della curatela fallimentare). E regala momenti di normalità ormai dimenticata: un presidente che arriva allo stadio, saluta i collaboratori, parla con allenatore e squadra, assiste all'allenamento.
Quel presidente è Gigi Blasi: l'uomo che vuole dimenticare il “buio” di ieri per schiudere le porte del domani. Con l'entusiasmo di chi ha materializzato un sogno, senza rinunciare alla possibilità di sognare ancora.
Il giorno delle “presentazioni” è trascorso, il ghiaccio è stato definitivamente rotto, tra sorrisi e parole venate d'ottimismo.
Sembra l'alba di un giorno nuovo: aspettando che il sole sorga di nuovo.
Allo “Iacovone”
da presidente
Il secondo giorno dell'èra-Blasi nasce nel segno degli appuntamenti prefissati: la mattina in azienda, la prima fase del pomeriggio con la squadra. Ore 14, appuntamento fissato allo “Iacovone”. I primi a presentarsi sono fotografi e cronisti, “scortati” da una decina di tifosi. C'è anche Franco Telegrafo, dg della vecchia società, e i dipendenti della sede di viale Virgilio: squadra e tecnico sono già negli spogliatoi, in attesa di ascoltare la voce del nuovo presidente. Alle 14.15 arriva Luca Vinciguerra, responsabile dell'area amministrativa della nuova società. Dopo cinque minuti giunge anche Blasi, alla guida della propria vettura: al suo fianco c'è Elio Tresi, subito dietro Vittorio Galigani. Un saluto veloce ai presenti e una promessa:
«Lasciatemi un po' di tempo per parlare da solo con i ragazzi e poi ci vediamo in canpo». E poi una battuta.
«Ditemi da che parte si va». Non ci vorrà molto per abituarsi.
Ancora un giro di lancette: entrano negli spogliatoi il curatore fallimentare Monopoli e il coadiutore Valentini. La riunione con i calciatori, nel chiuso degli spogliatoi (e al riparo da occhi indiscreti) può cominciare. Giusto una mezz'ora, di più non si può: l'allenamento comincerebbe troppo tardi.
Tutti in campo
Il primo ad uscire dagli spogliatoi è il curatore Pietro Monopoli. Poche frasi, concetti brevi come al solito. Ma ricchi di significato.
«Abbiamo presentato Blasi alla squadra - racconta -
e tutti i ragazzi hanno accolto la notizia del passaggio avvenuto in tribunale con serenià. Ci avviamo a trascorrere un buon Natale...». La fiducia non manca.
E' tempo di entrare in campo. Per tutti. I giocatori circondano il neo-presidente. Spunta anche un pallone per le foto di rito, mentre Galigani e Tresi parlottano con Sabadini.
Il primo discorso
Compaiono taccuini e telecamere. Blasi, per la prima volta, parla da vero presidente, con i giocatori al fianco e l'allenatore a pochi metri di distanza.
«Sono contento - esordisce - di aver visto la squadra finalmente tranquilla. I giocatori hanno vissuto tanti momenti difficili sulla loro pelle: adesso, finalmente, possono vivere serenamente. Hanno una società alle loro spalle, un presidente, una proprietà a cui rivolgersi per risolvere i problemi. Ma vedrete che non ce ne saranno. Ho conosciuto i ragazzi e il tecnico. E li ho ringraziati: meriterebbero una medaglia, hanno avuto il coraggio di mantenere unito il gruppo. Questa squadra ha perso molte partite: ma ha avuto anche tanta sfortuna. Non fa niente, il passato è un capitolo chiuso: adesso guardiamo avanti». E la Curva Nord ha seguito il consiglio: da domenica tornano striscioni e bandiere. «L'idea della tifoseria mi ha reso felice. Sarà bellissimo rivedere lo stadio pieno, mi piace l'idea di un tifo passionale ma corretto. Sarà una giornata di festa, il rilancio dei colori rossoblu. Lo ripeto: spero di vedere tanti bambini allo stadio, tutti i ragazzi delle scuole elementari e medie. La partita domenicale deve essere un momento di aggregazione e di serenità, che avvicini al calcio le famiglie».
L'imprenditore manduriano fornisce ulteriori chiarimenti sulla struttura societaria “in costruzione”.
«Inutile parlare di incarichi. Non ci sarà nessun direttore generale, ma una divisione in aree. Vittorio Galigani si occuperà della squadra assieme al direttore Tresi. Sono tanti anni che quest'ultimo lavora con me: sono abituato a chiamarlo con l'appellativo di “direttore”. Da adesso sono entrambi pienamente operativi: per il resto presenteremo l'organigramma martedì prossimo, faremo nomi e cognomi. Nomineremo anche un vice presidente
(probabilmente Luca Vinciguerra, ndc): sarà il mio alter ego, il punto di riferimento per tutti quando io sarò fuori per lavoro».
“Con il Manfredonia
voglio vincere”
Il massimo dirigente rossoblu ha propositi chiari. «Con il Manfredonia voglio un successo. Non ci sono dubbi. Loro sono stati costruiti per vincere, noi abbiamo un pubblico “vincente”. Il calore della gente raddoppierà le nostre forze. Voglio vedere in campo undici leoni». C'è ancora un aneddoto da raccontare.
«Ogni mattina - racconta Blasi - mi sveglio alle 6 per lavorare. Stamattina, proprio a quell'ora, un tifoso che non conosco mi ha lasciato un messaggio vocale cantando l'inno del Taranto per intero “Assime pacce pe le chiangaredde...”. E' bellissimo, è questo l'entusiasmo trascinante dei tarantini».
Le parole di Sabadini, Galigani, Tresi
E' tempo di spostarsi sul campo B. L'allenamento inizia per davvero. Prima di cominciare, Sabadini offre una riflessione:
«Condivido in pieno le parole del presidente. Ha detto alla squadra le stesse cose che dissi io quando sono arrivato: bisogna remare tutti insieme. Tra me e Blasi c'è sintonia. Adesso? Dobbiamo cercare di vincere con il Manfredonia. Certo, in futuro la squadra andrà rinforzata. Ma adesso anche noi abbiamo qualche alibi in meno: non possiamo più lamentarci per il mangiare o il dormire». Vittorio Galigani valuta positivamente l'impatto con la squadra.
«Questi ragazzi avevano bisogno di tranquillità: ora hanno capito di aver trovato una società forte. Purtroppo, non abbiamo la bacchetta magica. Dovremo lavorare duramente e pensare solo alla salvezza. L'allenatore? Non è in discussione, e ai rinforzi penseremo da lunedì».
Tresi spande ulteriore ottimismo. «Conosco bene Blasi, con lui abbiamo vinto due campionati a Manduria. E' un vincente, ma con lui chi sbaglia paga. Taranto ha enormi potenzialità calcistiche: rispetto a Lecce, la mia città, è stata solo più sfortunata. Credo che intesseremo rapporti di collaborazione con la società giallorossa. Il mercato? Innanzitutto lodiamo i ragazzi che hanno giocato finora: poi sarà il tecnico a dirci i settori in cui dovremo intervenire».
La squadra, intanto, ha cominciato una partitella a campo ridotto. C'è ancora il sole. Non sembra vero: la vita del calcio ha ripreso a scorrere.
di Leo Spalluto
«Il Taranto è di tutti»
Dopo aver acquistato ufficialmente la società, Gigi Blasi si racconta: il suo calcio, le sue passioni. E il tifo per Iacovone di quel tredicenne che ogno domenica doveva trovare un passaggio...
«Il calcio è uno spettacolo, non è un lucro. Appartiene alla città: ci divertiremo»
«Stanotte ho dormito tranquillamente. Dormo poco, ma dormo bene». Gigi Blasi ha passato una notte serena. E, forse, ha fatto pure passare la nottata. Il Taranto diventa suo, al culmine di un corteggiamento lungo. Diventa suo nella mattina dedicata all'asta, in realtà vissuta nell'attesa. Le ceneri rimaste del Taranto di Pieroni volano via con un soffio di vento, aprendo ufficialmente una nuova era. Il Giudice Delegato Pietro Genoviva e il curatore Pietro Monopoli spostano i riflettori sul nuovo presidente, sul nuovo padrone del pallone rossoblu, ritirandosi con la discrezione che ha caratterizzato la loro presenza. Nasce il Taranto Sport, con l'ambizione di essere un fiore capace di spuntare dal fango attuale. Nasce con calma, con giudizio. Ma anche con entusiasmo. Il Blasi che parla con il Taranto tra le mani è una valanga composta: una scientifica combinazione di desiderio di cominciare un'avventura ammaliante e pragmatismo quasi estremo. Parole pesate e orgogliose, pensieri non affidati al caso.
«Un'emozione, una grande emozione. Adesso cercherò di essere il presidente di tutti gli sportivi tarantini»: pensieri caldi, un attimo dopo l'investitura, con la gente accalcata e una sciarpa rossoblu al collo. Che indossa come gli appartenesse da tempo. Adesso è roba sua:
«Non è stato facile, ma ci sono riuscito. E ne sono fiero: per aver preso il Taranto, ma soprattutto per averlo salvato. Senza il mio intervento sarebbe scomparso». Esiste ancora il calcio, comincia un calcio nuovo. E' la speranza:
«E' quello che voglio, soprattutto. Una società forte e resistente, organizzata: negli ultimi dieci anni questo è il secondo fallimento del Taranto. Non si può: è una cosa molto grave. Adesso bisogna andare avanti, senza maggioranze e minoranze: quelle servono quando ci sono fini di lucro. E il calcio non è lucro: è un bene della città, uno spettacolo. Il calcio è uno sport, che rende tutti uguali, che non conosce differenze sociali: un bene da tutelare, che tutelerò. Come un'azienda: con poca gente, ma seria. Le aziende si fanno con gli uomini. E io ho bisogno proprio di uomini».
Il Blasi travolto dalla curiosità professionale o tifosa dice altro, ma poi si allontana. Con il Tribunale alle spalle e il Taranto in tasca si siede ad una scrivania, arresta il tempo per un attimo. Scena che si astrae dal contesto: Blasi seduto, defilati e attenti Vittorio Galigani, futuro responsabile dell'area tecnica e Elio Trezi, futuro diesse. Una parentesi in una giornata freneticia: Blasi e le domande, Blasi e il taccuino. Gigi Blasi, intanto. Chi è?:
«Un uomo di quarantatre anni, orfano da quando ne aveva undici: mio padre Michele morì in un incidente stradale, mi trovai capofamiglia da subito. La vita mi ha chiesto di crescere velocemente, anche nel campo imprenditoriale: ho ereditato una piccola azienda, ora ho nove società che producono macchine agricole, che hanno diramazioni ovunque. Ho stabilimenti in Spagna, Francia, Portogallo, sto acquisendo una società in Corea, dove ho già mercato e dove vedo futuro. Con la Tenuta Abate sto anche producendo vino Primitivo doc, con la società Protur mi occupo anche del campo turistico e immobiliare».
Titolare di un potente gruppo imprenditoriale. Della Progroup (società che raccoglie tutto) è amministratore unico.
«La società-pilota - precisa - è la Projet, che opera nel settore della protezione delle piante, dell'irrorazione e degli atomizzatori». Il calcio non è nulla di casuale. Piuttosto è una passione:
«Una passione che ho da anni: ho giocato anche con il Manduria, in Promozione, a fine anni settanta. Ero un'ala destra, piuttosto scarso: poi mi sono fatto male ad un ginocchio e ho capito che il mio compito era lavorare. Fortunatamente». Il calcio è una passione, ma ormai anche una missione. E' una spinta che gli viene dall'interno, dagli affetti più profondi:
«Ho cominciato nel '95, con il Manduria che presi da Vincenzo Stranieri: eravamo in Promozione, poi abbiamo vinto due campionati arrivando in serie D. Ma il calcio era la passione anche di mio figlio Michele: andava a scuola calcio, è morto nel '97, a sette anni». Blasi prende fiato, pesa le parole. Il ricordo squarcia l'entusiasmo, lo riavvolge. Il presidente (sì, si può dire) respira. E scopre un desiderio:
«Ho parlato con gli uomini del mio staff: domenica voglio i bambini delle scuole di Taranto. Tutti, dalle elementari alle medie. Vorrei venissero allo stadio, vorrei rendere quell'appuntamento una festa». Desiderio che diventa possibilità: allo studio c'è l'opportunità di concedere l'ingresso gratuito a tutti gli alunni tarantini, per riportare il sorriso dei bimbi dietro ad un pallone. Il Taranto, perchè? «Sono sempre stato un tifoso del Taranto. Sin da quando, a tredici anni, mi infilavo in qualche macchina per andare al “Salinella” a vedere il Taranto di Iacovone. Il calcio mi piace. E qui è di una bellezza accecante».
Blasi e il calcio, ancora. Passione che si trasforma, ancora: «Il calcio nasce come una passione, ma poi si smarca dalla stessa passione. Il calcio diventa azienda, per me: bisogna fare le cose serie, con le persone giuste al posto giusto. Il mio calcio è così, da quando ho cominciato a farlo: ora l'idea è ancora più attuale. Il mio Taranto avrà un'area tecnica, un'area amministrativa e un'area marketing: nei prossimi giorni faremo conoscere l'organigramma. Parlo di azienda, ma non per lucro. Il calcio non è lucro: è spettacolo, attrazione sociale. Non sono parole di circostanza, mi conoscerete: sono schietto, dico le cose come penso». Il calcio di Blasi è un piacere che il presidente si concede. E che si sforza di concedere:
«Quando ho lasciato il Manduria ero arrivato al paletto che mi ero fissato, all'obiettivo previsto: ho portato la squadra in serie D, dopo trentacinque anni. Non potevo darmi altre prospettive: quella era la categoria adatta a Manduria, era come se qualche stimolo stesse venendo meno. Però credo di essere stato l'unico presidente in Italia che in serie D, con un parco-giocatori stimato da professionisti in circa trecentomila euro a lasciare la società nelle mani di un altro a titolo gratuito. Gratis, in una assemblea pubblica. E ho anche un accordo formale secondo il quale se Menza dovesse decidere di lasciare dovrebbe prima chiedere a me se sono interessato. Altrimenti può darlo a qualcun altro. Sempre gratuitamente, però: il calcio non si vende. E' dei tifosi».
La chiacchierata scivola leggera. Salta l'ordine, si va avanti con i ricordi, le intenzioni, i pensieri. Ritagliando lo spazio tra una telefonata di buon augurio e l'altra:
«Dal Giudice Delegato e dal curatore ho ricevuto il complimento più bello da quando faccio l'imprenditore. In particolare il Giudice mi ha detto che se la società sarà gestita come è stata gestita l'acquisizione sarà qualcosa di serio. In quel momento mi sono commosso». La gestione della vicenda è stata rischiosa. Ma era un rischio calcolato:
«Noi eravamo pronti anche per la prima asta. Eravamo lì, con tutti i documenti pronti e i settecentomila euro predisposti. Poi non si è presentato nessuno e siamo tornati indietro anche noi. Non regaliamo denaro a nessuno. Regaliamo, invece, adesso che abbiamo raggiunto l'obiettivo, lo sport, il divertimento, qualcosa per la città. Qualcosa per cui la gente deve andare fiera: deve venire e pagare. Devono pagare tutti: non per Blasi, ma per quello che vedranno. Anche quando si perderà». Si riparla di pubblico:
«Per salvarci abbiamo una possibilità sola: giocare con il dodicesimo uomo. Per questo mi piacerebbe vedere lo stadio pieno contro il Manfredonia. Anche se è la seconda in classifica non è detto che non si possa vincere. Tutti dobbiamo fare il nostro dovere: domani pomeriggio (oggi pomeriggio, ndc)
andremo a trovare la squadra per caricare il gruppo. Il resto dovrà farlo il pubblico. Chiedo una dimostrazione di affetto per me, ma soprattutto per il Taranto. Questo Taranto è di tutti: di tutta una provincia, di tutta la gente che vuole divertirsi. Ora dobbiamo salvarci. Ho parlato con gli uomini dell'area tecnica: da questo momento siamo in trincea e dobbiamo combattere».
Blasi non sarà l'unico socio del Taranto Sport. Con lui ci sono anche Luca Vinciguerra (quota di presenza) e William Uzzi, che ha già dato una mano economica:
«A William Uzzi va il mio ringraziamento, per quanto mi è stato vicino in questo periodo. Mi ha dato coraggio, è stato importante. Avrà una partecipazione in questa società». Primi segnali di una base societaria soggetta ad espansione:
«Allargare la società è un dovere. Chi sposa il mio progetto può stare con me: contano gli uomini, l'ho già detto». Tra telefonate, strette di mano e pacche sulle spalle ce n'è qualcuna importante:
«Rossana Di Bello è stata la prima a farsi sentire. A ringraziarmi quando ho salvato il Taranto e a farmi l'in bocca al lupo quando non è arrivata nessuna offerta oltre la mia e, quindi, ero ad un passo dal Taranto. E' una grande tifosa: la inviterò allo stadio. E in questa vicenda, ci tengo a dirlo, mi è stato molto vicino anche il senatore Giuseppe Semeraro. Per me è un amico fraterno: sarà un amico di questa società». L'obiettivo è salvare il presente e costruire il futuro:
«Io faccio sempre una distinzione: dico che nella vita ci sono imprenditori e prenditori. I prenditori sono quelli che prendono e vanno via, gli imprenditori costruiscono. Io sono un imprenditore: sono qui per costruire». Costruire: senza perdere lo sguardo di quel bambino di tredici anni che trovava un passaggio ogni domenica. Il calcio torna ad avere l'innocenza di un bambino: sarà importante farlo crescere.
di Fulvio Paglialunga
Taranto, torna a battere un cuore
Ufficiale: Luigi Blasi, 44 anni, manduriano, ha acquisito la società jonica grazie all'offerta di 294 mila euro.
«Io, presidente di tutti»
Ora è ufficiale. Luigi Blasi, 44 anni, manduriano, imprenditore di sofisticate macchine agricole con aziende in Italia ed all'estero, sarà il nuovo presidente della Taranto Sport. Ieri mattina ha ricevuto l'investitura direttamente dal dott. Pietro Genoviva, il giudice delegato che ha seguito con tantissima professionalità la delicata fase di passaggio fra la vecchia società e la nuova. Erano presenti pure il curatore del fallimento, avv. Pietro Monopoli e il coadiutore, dott. Mimmo Valentini. Anche loro meritano l'elogio per il lavoro svolto in tempi strettissimi per la giustizia. Dopo aver stilato il canonico verbale con il quale il magistrato ha dato atto della presenza dell'unica offerta, presentata da Blasi venerdì mattina, di 294mila euro, di cui 210mila per il prezzo d'acquisto ed il restante per oneri fiscali e spese, assegnando l'azienda fallita alla Sportinvest s.r.l., la società gestita dallo stesso Blasi, c'è stata la tanto attesa stretta di mano fra lo stesso Genoviva e l'imprenditore manduriano che era accompagnato dal nuovo responsabile dell'area tecnica, Vittorio Galigani, dall'avv. Valerio Bassi e dal commercialista dott. Luca Vinciguerra. La soddisfazione del dott. Genoviva e la commozione di Blasi sono state abbastanza visibili. Un'ora dopo il curatore ha inviato due fax a Figc e Lega con la notizia dell'avvenuto cambio di consegne del calcio di terra jonica. I non pochi tifosi presenti al quarto piano del tribunale hanno gioito per l'avvenimento. Qualcuno ha pianto. Dopo più di due anni e mezzo di incertezze, estrema confusione, carte bollate, denunce, piani «spalmastipendi», punti di penalizzazione in campionato per disattenzioni della segreteria ammnistrativa (caso Passiatore), interminabili cause civili, lotte intestine fra maggioranza e minoranza, retrocessione in C2, disservizi allo stadio, ingiunzioni di pagamento, istanze di fallimento, lunghissimi ed incomprensibili silenzi del maggior azionista, Ermanno Pieroni, tuttora agli arresti domiciliari, assenza d'imprenditori alla prima «chiamata» della vendita della società, finalmente la parola «fine» alla «telenovela» calcistica in terra jonica. Ora, tuttavia, si attende che la giustizia compia per intero il suo percorso. Il dott. Matteo Di Giorgio, titolare delle inchieste penali facenti capo a soci ed amministratori della vecchia società, sta procedendo alacremente con le inchieste di cui è titolare. Tutte sono già a buon punto. Tornando a Blasi, subito dopo l'assegnazione del club jonico, ha detto:
«Voglio essere il presidente di tutti i tifosi. Il pallone ce l'ho nel sangue. Il mio impegno è quello di riportare la gente allo stadio: intere famiglie e studenti dovranno ritornare a fare palpitare il loro cuore per la maglia rossoblù. Sono già all'opera per ricostruire i vari settori. Saranno quattro: amministrativo, tecnico, medico e marketing. Il primo sarà affidato a Luca Vinciguerra, il secondo a Vittorio Galigani ed il terzo a William Uzzi. Per il quarto deciderò nelle prossime ore». Soddisfatto anche il curatore, avv. Monopoli:
«Blasi è l'imprenditore giusto perché persona seria. Le agitazioni verbali che si sono registrate da parte di soggetti interessati al titolo, spesso ingiustificatamente ed infondatamente polemiche, hanno dimostrato che non c'era voglia di salvare il calcio a Taranto».
di Giuseppe Dimito
Taranto, comincia l'era-Blasi
«Voglio creare una società che duri nel tempo». Formalizzato ieri mattina in Tribunale il passaggio di consegne. Ora si attende l'ok della Federazione per il trasferimento del titolo
sportivo
Ormai era scontato, ma da ieri mattina è ufficiale: Luigi Blasi è il nuovo proprietario del Taranto. Termina con un lieto fine, dunque, la lunga ed estenuante telenovela rossoblù, con l'imprenditore manduriano che ha caparbiamente acquisito dal Tribunale cià che restava della società fallita, grazie all'unica offerta presentata nella cancelleria fallimentare lunedì mattina, poco prima della scadenza del tempo massimo. Un'altra mattinata intensa quella di ieri, vissuta, però, con la consapevolezza di avere già il titolo in mano, per aver concorso da solo, senza avversari, nonostante le voci e le sensazioni dei giorni scorsi. Restava unicamente da aprire la busta e verbalizzare l'assegnazione davanti al giudice delegato, dottor Genoviva, per dare il via alla nuova era. Luigi Blasi è giunto in Tribunale prima delle 9, accompagnato dai suoi più stretti collaboratori, il commercialista Vinciguerra, l'avvocato Bassi e Vittorio Galigani, figura già nota agli appassionati di calcio locali e prossimo d.g. del Taranto. Numerosi i tifosi e gli interessati pronti ad accoglierli al quarto piano di Palazzo di Giustizia in via Marche, sede della sezione fallimentare. Un clima disteso e finalmente sereno, dopo gli ultimi due anni in cui si è parlato troppo di problematiche giudiziarie e pochissimo di calcio giocato. Un gran vociare, con il nome di Blasi sulla bocca di tutti. Lui, definito non a caso il salvatore del calcio rossoblù, passeggia paziente in fondo al corridoio, finché intorno alle 10.15 viene convocato insieme al suo staff nella stanza numero dieci, dove ad attenderli ci sono il giudice Genoviva, il curatore fallimentare, avvocato Monopoli, il dottor Valentini e alcuni rappresentanti del comitato dei creditori. Poco più di mezz'ora di colloquio, che anticipa il sospirato annuncio, sancito da una stretta di mano augurale tra il soddisfatto Genoviva e il commosso Blasi. Il Taranto è il suo. Si realizza così un sogno per il quarantatreenne industriale di Manduria (titolare della Pro-Group, una holding operante in diversi settori: industruale, agricolo, finanziario e turistico, con stabilimenti anche a Imola e nei pressi di Barcellona), con una lunga carriera imprenditoriale alle spalle, partita all'età di undici anni, quando rimase orfano di padre, ereditandone l'officina, che grazie alla sue enormi capacità ha raggiunto traguardi prestigiosi. Gli stessi che ha in mente di raggiungere col Taranto, la sua nuova creatura.
«Sono contentissimo - ammette - voglio essere il presidente di tutti gli sportivi della città. Se sono riuscito a rilevare il Taranto dal fallimento è anche grazie al serio operato dei miei uomini di fiducia il dottor Vinciguerra e l'avvocato Bassi, impeccabili in questa delicata fase di avvicinamento al titolo». Blasi ha già iniziato a muoversi per costruire le fondamenta del suo progetto calcistico.
«Sono già attivo per creare una struttura autonoma, seria e resistente nel tempo, che prevederà un'area finanziaria (Vinciguerra) una tecnica (Galigani), una marketing e una medica (Uzzi)». Non è nuovo nel mondo del calcio, una delle sue passioni più grandi.
«Il pallone ce l'ho nel sangue, per averci anche giocato quando ero ragazzino. Ora lo seguo con interesse e non a caso sono anche socio del Barcellona. Ma prima viene il Taranto, di cui sono stato sempre tifoso. Ma non va dimenticato che ho già fatto calcio a Manduria, dove ho vinto il campionato di Eccellenza, regalando, poi, la squadra all'attuale presidente». Un biglietto da visita importante quello di Luigi Blasi, tra i cui obiettivi c'è quello di rivedere lo Iacovone pulsante di tifo.
«Conosco le capacità del pubblico tarantino e vi dico che sarà messo nelle condizioni di tornare al campo. Ma punterò a trascinare allo stadio anche le famiglie e gli studenti, perché il Taranto sarà la squadra di tutti». Soddisfatto anche Vittorio Galigani, tarantino d'adozione e profondo conoscitore del mondo del calcio. Motivo quest'ultimo che ha spinto Blasi ad inserirlo nel proprio organigramma:
«Ringrazio il presidente per avermi scelto e per la fiducia che mi ha accordato. L'obiettivo più immediato è quello di fare azienda e raggiungere la salvezza. Siamo già operativi, anche se dobbiamo prima adempiere agli obblighi con la Lega e la Federazione a cui il curatore ha comunicato tempestivamente l'avvenuta acquisizione da parte della nuova società». Può finalmente tirare un sospiro di sollievo anche il curatore fallimentare, avvocato Monopoli, dopo un periodo davvero difficile da gestire.
«Abbiamo quasi completato il traghettamento, riuscendo nel nostro intento, quello di trovare un valido acquirente per il titolo sportivo. Lo ha rilevato la persona giusta, un imprenditore serio che con i fatti ha dimostrato di voler risolvere una situazione complicata anche per la squadra». Ma il curatore va oltre, puntualizzando senza timori.
«Le agitazioni verbali che si sono registrate nelle ultime settimane da parte di soggetti interessati al titolo, spesso ingiustificatamente e infondatamente polemiche, hanno dimostrato che non c'era la voglia e il desiderio di salvare il Taranto».
di Enrico Sorace
Oggi Blasi incontra la squadra
Col Manfredonia torna Maddè. Ieri primo contatto tra il curatore, Vinciguerra e Galigani
Giornata importante per Luigi Blasi ed i suoi più stretti collaboratori. Oggi pomeriggio il neo presidente ed il nuovo responsabile dell'area tecnica Vittorio Galigani incontrano allenatori e giocatori rossoblù allo stadio. E' il primo contatto ufficiale. L'imprenditore manduriano, verosimilmente, stimolerà la truppa verso la conquista di quella vittoria che farebbe lievitare classifica e morale. Senza dimenticare che domenica "bagnerebbe" con un successo contro una delle formazioni più "blasonate" del girone, il Manfredonia, il suo esordio sulla "poltrona" più elevata del sodalizio rossoblù. «Non vediamo l'ora di salutare il nuovo corso societario» ha detto ieri mister Sabadini. Ieri sera lo stesso Galigani ed il direttore dell'area amministrativa, Luca Vinciguerra, si sono recati in sede per incontrare il curatore, avv. Pietro Monopoli ed il coadiutore, dott. Mimmo Valentini per formalizzare l'inizio dello scambio di consegne fra il "passato" ed il "futuro". Sono previste novità anche per quanto riguarda l'organizzazione della segreteria amministrativa. Intanto la squadra ha ripreso ieri pomeriggio la preparazione in vista della prossima difficile gara interna contro il Manfredonia che sarà "orfano" del centrale difensivo Turone (figlio d'arte: suo padre giocava nella Roma) e del centrocampista Barrusso. Bennardo ha saltato la seduta perchè influenzato. A parte hanno girato Mignogna (affaticamento) e Paglialunga (solito dolore all'inguine). Domenica ritornerà disponibile Maddè per fine squalifica. L'unica sorpresa negativa è stata la rottura della caldaia: la doccia era fredda. Sabadini è ritornato sull'argomento che gli sta particolarmente a cuore: la conferma sulla panchina:
«Chiederò al presidente Blasi di essere giudicato dai risultati. Ovviamente dopo l'arrivo dei nuovi acquisti. Mi pare che ad un allenatore debba essere concessa una chanche. Se la classifica migliorerà, bene. Altrimenti andrò via». Intanto già circolano i primi nomi dei possibili rinforzi: Garzya (difensore), Leone (esterno offensivo), Ciccarelli (punta) e Marchi (centrocampista). Ma sono solo voci.
di Giuseppe Dimito
Taranto Sport, a Natale l'affiliazione
Tra le iniziative quella di far entrare gratuitamente allo "Iacovone" i bambini delle scuole elementari e medie
L’affiliazione alla serie C2 prima di Natale: è questo l’obiettivo della Taranto Sport, il "nuovo Taranto" guidato da Luigi Blasi che questa mattina ha avuto la benedizione ufficiale da parte del Tribunale. All’appuntamento in via Marche per l’apertura dell’unica busta contenente l’offerta per l’acquisizione dell’attivo di Taranto calcio era presente anche Elio Tresi, futuro direttore sportivo, oltre al direttore generale in pectore Vittorio Galigani. Alle 19 lo staff della Taranto Sport incontrerà il curatore fallimentare di Taranto calcio srl, avvocato Pietro Monopoli, per fare il punto della situazione; infatti, sino all’affiliazione della nuova società resta in vigore l’esercizio provvisorio, che verrà gestito però con i soldi del "subentrante" Blasi.
Tra le iniziative che potrebbero essere adottate e di cui si discuterà, quella di far entrare gratuitamente allo Iacovone i bambini delle scuole elementari e medie, mentre è previsto per domani il primo faccia a faccia tra la nuova dirigenza, il tecnico Sabadini e la squadra.
«L’allenatore e questi ragazzi meritano non solo rispetto e considerazione, ma vanno anche ringraziati per quello che hanno fatto sinora. Hanno lavorato bene in condizioni difficilissime», ha dichiarato Galigani. I rossoblu saranno impegnati domenica, in casa, nel difficile derby contro il Manfredonia, nella prima partita del nuovo corso. Molta attesa c’è per quella che sarà la cornice di pubblico all’alba del nuovo giorno del calcio tarantino. Se contro il Rende, in un giorno festivo come l’8 dicembre, i paganti furono poco più di mille, contro i dauni si si parla di 5000 persone che potrebbero affollare i gradoni dello Iacovone.
E' il Taranto di Blasi
Il manduriano nuovo proprietario della società. Nessun altro pretendente, rimane solo la sua offerta. L'operazione è costata 294mila euro, ora bisognerà provvedere a pagare i debiti sportivi. La nuova società si chiamerà Taranto Sport srl. Contattato il centrocampista del Manduria Marchi
Alla fine era solo, con il suo staff. In attesa del Taranto. Il giorno è oggi, ma Luigi Blasi è il nuovo proprietario del Taranto. Alla curatela fallimentare è giunta solo la sua offerta. Cosa che rende l'asta un appuntamento formale, una formalità burocratica: una gara con un solo concorrente. Per questo la novità è di ieri: si apre una nuova era, comincia un calcio nuovo. Chiusa, con il fallimento, la storia del Taranto Calcio s.r.l., si apre quella del Taranto Sport. Si chiamerà così la nuova società, continuazione ideale dalla Sport Invest, la s.r.l. creata da Blasi per partecipare all'asta fallimentare, della quale è proprietario (con una quota “di presenza” del suo commercialista Luca Vinciguerra).
L'operazione, quindi, è felicemente conclusa. Al prezzo-base di duecentodiecimila euro che, con le maggiorazioni previste dal Tribunale, diventa una somma complessiva di duecentonovantaquattromila euro. Di molto inferiore ai cinquecentomila euro (settecentomila con le maggiorazioni) richiesti inizialmente dal Tribunale, ridotti con un'operazione rischiosa ma astuta: Blasi, con documenti e soldi pronti, non ha partecipato alla prima asta, attendendo una nuova convocazione e una riduzione, forzata anche con l'offerta presentata fuori dai termini.
Da questa partita a scacchi Blasi è uscito vincitore. Anche perchè è rimasto l'unico in piedi, anche dopo una mattinata di voci di possibili nuove offerte che, in realtà, si sono sgonfiate (per questioni interne a potenziali cordate o per inconsistenza della voce stessa).
Ora si andrà avanti ancora per un po' con i formalismi. Entro cinque giorni la Sport Invest dovrà depositare tutta la documentazione richiesta e contenuta nell'offerta per avere il trasferimento dell'attivo della società. Dal momento dell'aggiudicazione della società, sarà Blasi a provvedere alle spese di esercizio provvisorio, perchè la gestione rimarrà formalmente affidata al Tribunale. La chiusura dell'esercizio provvisorio avverrà quando la Figc avrà revocata l'affiliazione al Taranto Calcio s.r.l. per trasferire il titolo sportivo alla nuova società. Per fare questo, come noto, Blasi dovrà saldare i debiti sportivi della vecchia società e rifare la fideiussione di 207.000 euro necessaria che non è mai stata fatta (furono presentati assegni circolari di pari importo).
Tutte le pratiche, però, non arrestano il processo di cambiamento. Blasi, nei prossimi giorni, definirà l'organigramma della società. Sicuramente ci sarà posto per Vittorio Galigani (probabilmente direttore sportivo) e per un ritorno di William Uzzi (da verificare se come medico sociale o con altro incarico dirigenziale). E' difficile, anche, pensare che nel Taranto di Blasi non possa esserci posto per Elio Tresi, fedelissimo del neo-patron e per Rocco Maglie, segretario in pectore del Taranto prima dell'arresto di Pieroni, quando parte dello staff dell'imprenditore manduriano cominciò a prendere confidenza con il Taranto in attesa della cessione alla quale si lavorava. Tra l'altro proprio domenica Blasi e Galigani erano allo stadio di Manduria con Tresi, a seguire la partita dei messapici contro il Ferentino. E con loro c'era anche Toma: per il pupillo di Blasi dovrebbe esserci un posto nello staff tecnico, probabilmente proprio da allenatore (nonostante sia sprovvisto del patentino). Quella visita di gruppo a Manduria non è nemmeno stata di esclusivo piacere. Ci sarebbe stato, prima della partita, un incontro con il centrocampista argentino Ruben Marchi, attualmente in biancoverde, per convincerlo a vestire la maglia del Taranto. Un contatto, pare non accettato (almeno per il momento). Comunque il primo. Adesso si può anche parlare di mercato. E' una svolta. Ci voleva.
di Fulvio Paglialunga
Il futuro da inseguire
Ce l'ha fatta. Dopo un lungo inseguimento, dopo un corteggiamento infinito. Luigi Blasi, da oggi, sarà proprietario del Taranto: farà quello che ha tanto desiderato, con seducente tenacia. Farà calcio da queste parti: spostandosi di quaranta chilometri dal suo regno, ma seguendo l'istinto, la propria voglia. Blasi voleva il Taranto, fortemente: adesso ce l'ha. Ci ha messo soldi, ma soprattutto anima. Ha giocato d'astuzia, seguendo una strategia rischiosa ma opportuna: da imprenditore ha acquistato senza buttare via denaro. Però ci sarebbe stato in ogni caso: era pronto anche per la prima asta. Un segnale, importante: il Taranto era un obiettivo indipendentemente dai costi.
Oggi, nel giorno dell'asta, Blasi sarà solo e non dovrà gareggiare. Ha vinto la sua gara in anticipo, collegando il suo nome alla speranza. Diventando un raggio di sole in un calcio al buio. Un raggio, uno spiraglio, un messaggio di conforto, la chiave per il futuro. Che la gente si aspetta diverso dal presente: chiaro, trasparente, soprattutto fecondo. Cioè: il raggio di sole che diventa luce. L'avvenire non sembra spaventare l'imprenditore di Manduria, carico e desideroso di mettersi alla prova. Luigi Blasi sa, adesso, di rappresentare il nuovo e di partire con un vantaggio morale sugli umori della città. Ma sa anche di essere sotto lo sguardo di una piazza con le ferite aperte e con la mente allenata. Il compito è conservare questo vantaggio. Incrementarlo, se possibile. Vivendo con la pressione addosso, naturale da queste parti. Resistendo. Senza piegarsi mai, senza voltarsi indietro: Blasi parla di un calcio nuovo, ragionato, programmato. Non sbaglia parole, non ne butta al vento. E' una partenza valida. Adesso comincia la sua avventura. Dopo aver inseguito il Taranto, deve inseguire il futuro. Buon lavoro. E' il
minimo. di Fulvio Paglialunga
L'uomo nuovo
Il futuro ora c'è. Va solo visto e pianificato
È finita. Luigi Blasi salva tutti, come in certi giochi dell'infanzia. Salva il nostro calcio da una tragica deriva. Salva i nostri sogni. La sua offerta per rilevare il Taranto dal fallimento resta unica. Il futuro ora c'è. Va solo visto e pianificato. Blasi, manduriano di quasi 44 anni (in aprile), si prende il Taranto perché è il solo a volerlo prendere sul serio. La verità è questa. E non dobbiamo avere paura di dircela, di raccontarcela, noi abitanti di una città atipica. Una città che spesso non crede in quello che fa. Parla molto e si schiera prim'ancora di decidere. Una strana città: ammettiamolo. Una città senza slanci, chiusa nei suoi due mari, naturalmente ereditati. Una città stanca e diffidente. Una città di geni interrotti, che si perdono quando devono guidare il loro genio e renderlo pubblico. I tarantini hanno talento, ma a volte si dimenticano di avere rabbia. E preferiscono piangere sulle loro sfortune piuttosto che assumersi il carico di sperimentare la loro bravura. Luigi Blasi è fuori da questo cliché semplicemente perché è nato altrove. Ha talento e rabbia, sa essere «cattivo» quando serve. Si muove da leader perché ragiona da leader. È un predestinato Luigi Blasi. Perché soltanto ad un predestinato può capitare ciò che è successo a lui quando aveva appena 15 anni. E si ritrovò fradicio di pioggia sugli spalti del vecchio «Salinella» col Taranto nel cuore e in tasca una schedina milionaria: aveva realizzato un 13. La sua passione per il calcio è autentica. Gli piace il gioco, gli piace ciò che accende: l'attesa, la speranza, l'orgoglio. È uno dei centomila soci del Barcellona, perché nelle vicinanze della capitale catalana ha uno stabilimento, ma tifa Real Madrid. Ha fatto calcio a Manduria, vincendo subito e mollando presto. Farà calcio a Taranto: ora è ufficiale. Tocca a lui e alla sua Taranto Sport. Luigi Blasi e il suo investimento vanno adesso protetti. Non facciamolo immediatamente sentire l'ufficiale pagatore, quel signore a cui tutti sorridono perché ha sempre il portafogli in mano. Non chiediamogli di forzare i tempi, ma di rispettarli. La prima conquista dev'essere la stabilità: quello che è giusto accada oggi, dovrà accadere anche domani, fra una settimana, fra un mese, fra un anno. Praticità e realismo: i programmi devono avere la forza della chiarezza e la copertura economica per essere realizzati. Il Taranto di Pieroni era eccessivo, pieno di inutili vanità. Il Taranto di Blasi dev'essere più agile e snello. Il Taranto di Pieroni era una società eccentrica e monca. Il Taranto di Blasi dev'essere una società normale e ragionevole. Non ci sarà mai il rispetto degli altri (Palazzo, giornalisti, giocatori), se continuerà l'anarchia degli ultimi anni, quella specie di pazzo orgoglio della confusione, quel nefasto trionfo del vago, del labile, del fumoso. Un'azienda non è una chiesa: devono giocare i migliori, non i più fedeli. Il nuovo corso è nato ieri. Ma l'apparato societario e l'organigramma calcistico sono in costruzione. Blasi ha da tempo individuato l'uomo di calcio a cui affidare il compito più arduo: la riorganizzazione del settore tecnico. Ha scelto Vittorio Galigani. Galigani appartiene al passato. Il passato conta (quello di Galigani è fatto di successi e insuccessi, di felici intuizioni e stravaganti pensate), ma il passato in questo momento non serve. Galigani non va giudicato preventivamente, ma per quello che sarà capace di fare. Scegliersi gli uomini non è un privilegio del popolo. È un diritto di chi mette i soldi. Blasi per il nuovo Taranto immagina il calcio «avveniristico» di Antonio Toma. Non nega l'invaghimento tecnico nei confronti dell'allenatore leccese. Blasi ha già detto, però, che il lavoro di Sabadini merita rispetto. Bisogna, dunque, uscire dall'imbarazzo e decidere: la convivenza sembra impossibile, un periodo di osservazione non gioverebbe a nessuno. Bisogna scegliere, ricordando che è sempre meglio un taglio netto di un logorante sgocciolìo. Il futuro del Taranto non è solo nelle mani di Blasi. Molto dipende dall'atteggiamento responsabile dei tifosi. Dalla loro voglia di avere pazienza, aderendo ad un progetto che nell'immediato non prevede nulla di esaltante: solo un lungo silenzio. E in silenzio, una ristrutturazione radicale e un rilancio vero, duraturo. Molto dipende anche dalla sensibilità degli operatori dell'informazione. Tocca a loro controllare la qualità del prodotto-calcio: verificarne la purezza, accertarne la regolarità, esaminarne i contenuti. Altrimenti fra qualche anno, ci ritroveremo nuovamente a fare l'inventario di un altro fallimento.
di Lorenzo D'Alò
Taranto, il futuro è Luigi Blasi
«Ho realizzato un sogno. Ai tifosi dico: seguiteci»
Una mattinata lunghissima quella di ieri per l'imprenditore manduriano Luigi Blasi. Tensione palpabile, emozione visibile, attesa spasmodica. La voglia di rilevare dal fallimento ciò che restava del calcio tarantino era nota, ma dopo l'offerta della scorsa settimana e il nuovo prezzo di partenza fissato in duecentodiecimila euro non era vietato pensare ad altre offerte. Il timore di dover concorrere con qualche altro potenziale acquirente lo aveva anche messo in preventivo, ma alla fine la paura è svanita, perché Luigi Blasi ha continuato a correre da solo, fino al tanto sospirato arrivo. Dicevamo di una mattinata frenetica per l'imprenditore manduriano e per il suo staff, formato dal prossimo direttore generale Galigani, dal commercialista Vinciguerra e dall'avv. Bassi, avvistati in Tribunale intorno alle ore 12.45. Direzione quarto piano (affollatissimo per l'occasione), cancelleria fallimentare, per depositare la busta, che riproduceva la stessa offerta di giovedì 9, corredata anche dalle necessarie fideiussioni e dalla richiesta firma da apporre dinanzi al cancelliere. Poi quindici trepidanti minuti a passeggiare nervosamente lungo il corridoio, con il cellulare bollente e l'orologio davanti agli occhi; un quarto d'ora infinito terminato alle 13 in punto, con la conferma che nessun altro si era fatto avanti. Un grosso sospiro di sollievo per Luigi Blasi, visibilmente soddisfatto per aver coronato un sogno inseguito con grande fermezza. E dalle dichiarazioni raccolte a caldo traspare tutta la sua voglia di cominciare questa nuova e affascinante avventura tinta di rossoblù, con il suo Taranto Sport (nuova denominazione del club ionico). In attesa dell'ufficialità, quali sono le prime sensazioni da presidente del Taranto?
«Mi fa tanto piacere, perché era una cosa volevo fortemente. Spero che tutto vada bene fin dall'inizio. Abbiamo fissato il primo fondamentale paletto, ora occorre sistemarne tanti altri». Quali saranno i prossimi passi?
«Partiremo, naturalmente, dall'organigramma societario, per formare un assetto all'altezza, poi ci concentreremo sulla squadra, che dovrà inseguire il traguardo della salvezza, obiettivo da cui partiranno i nostri programmi». Il prezzo base era più allettante, ma alla fine ha corso da solo. «Si, a dimostrazione del fatto che nessuno era interessato concretamente al Taranto. Io invece ho evitato la radiazione, che sarebbe stato un triste epilogo, riaprendo l'asta, che ha dimostrato quanto tenessi a questa piazza». Che appello lancia ai suoi nuovi tifosi?
«Di venire in massa allo stadio domenica con il Manfredonia, anche se per vedere all'opera il nuovo Taranto occorrerà aspettare l'inizio di gennaio. Ma vi assicuro che stiamo già lavorando per ripartire di slancio dopo la sosta. I tifosi meritano tanto perché hanno avuto pazienza e dopo due anni bui potranno tornare a parlare solo di calcio giocato». Come festeggerà il suo personale successo?
«Lavorando. Lavorando sodo per la mia nuova azienda. Ce n'è tanto bisogno».
di Enrico Sorace
«Riempiremo lo Iacovone»
Fullone: «A Sabadini darei una chance, come premio ai sacrifici da lui sostenuti in questi mesi difficili»
«Non è stato un lunedì qualunque, perché ha generato una rivoluzione». Giuseppe Melucci, anima dell'associazione Taranto Supporters, dalle colonne del sito internet più cliccato dai tifosi rossoblù, abbraccia l'avvento dell'era-Blasi. Melucci, tifoso critico e appassionato come tanti che vivono domenicalmente la causa del Taranto, fa un invito all'imprenditore manduriano:
«Ci tolga dagli occhi quei personaggi tronfi di un potere effimero quanto le loro capacità. Basta con i biglietti omaggio, basta con le speculazioni. Vorremmo che Blasi restituisca orgoglio e passione alla tifoseria». Gli sportivi covano un sogno:
«Il Taranto targato Blasi - scrive Melucci -
vorremmo che fosse un laboratorio aperto alla città, che sviluppasse un vivaio florido, che tolga i ragazzi dalla strada. Un Taranto che non deve elemosinare quattrini ma che possa far suo un piano industriale serio. Una società in cui tutti devono fare la propria parte. A noi tifosi va il dovere di sostenere questo progetto nuovo». C'è un vento piacevole che accarezza i tifosi. Giunge sino al quartiere Paolo VI, dove il gruppo Ultrapaz (tifa nella curva Nord dello Iacovone da 26 anni) è intento a pulire la propria sede. L'argomento del giorno è la salvezza amministrativa del Taranto da parte di Blasi.
«Aspettiamo fiduciosi di vederne i risvolti societari
- dice Giovanni Orlando, referente del gruppo organizzato - al momento tiriamo un sospiro di sollievo, perché il pallone continua a rotolare. La speranza è che ciò ora avvenga regolarmente. Siamo stanchi delle pene sin qui subìte». La risposta all'avvento di Blasi sarà immediata, assicurano i sostenitori del Taranto:
«In curva saremo duemila contro il Manfredonia. Mi auguro che altra gente vada in gradinata ed in tribuna». Le stime di radio-tifo annunciano almeno cinquemila tifosi allo Iacovone per la sfida contro la robusta squadra foggiana.
«Sarebbe un'iniezione di fiducia nel gruppo-Blasi» sostiene Antonio Fullone, leader di Tifo è Amicizia, che evidenzia positivamente il nuovo capitolo calcistico.
«Al momento non pensiamo alle questioni tecniche, perché siamo intenti a tirare una boccata d'ossigeno. In questi ultimi anni abbiamo vissuto col Taranto un dramma. Ora speriamo che con Blasi sia nata una nuova epoca del calcio locale, che merita prosceni importanti». Tra i pensieri immediati dei tifosi c'è la permanenza della squadra in C2.
«Bisogna intervenire sul mercato» sostiene la maggioranza dei supporters. E Sabadini, deve rimanere?
«Decida Blasi» dice Fullone, che aggiunge:
«Al tecnico darei una piccola chance, come premio ai sacrifici da lui sostenuti in questi mesi difficili».
di Alessandro Salvatore
Sabadini resta in fiduciosa attesa
L'allenatore sereno: «Sono contento per la svolta societaria. Direttore tecnico? Non so, vedremo». Il ritorno del dott. Uzzi. Galigani nuovo dg. In arrivo Tresi e Toma
«Ribadisco la mia soddisfazione per la svolta societaria e l'arrivo del nuovo presidente, Luigi Blasi. Ora attendo di avere un colloquio con lui per parlare del futuro del calcio a Taranto». Sono le prime parole di Tato Sabadini alla notizia del cambio di timone al vertice del calcio rossoblù. Cosa chiederà al neo presidente?
«Le mie richieste sono note: sei-sette rinforzi di qualità per far decollare la squadra: un paio di difensori, l'intero centrocampo ed una punta in grado di assicurare i gol necessari per salvarci. Fortunatamente c'è Vittorio Galigani nel team dirigenziale. Può darmi una mano». E la conferma?
«Tocca al presidente offrirla. Aspetto fiducioso». E se Blasi dovesse chiederle di diventare direttore tecnico?
Con Toma allenatore, potrebbe essere una soluzione? «Francamente, non so se accetterei. Al sottoscritto piace allenare, andare in panchina, decidere la formazione». Torniamo al match perso a Morro D'Oro. A mente fredda cos'ha da aggiungere?
«Penso che la squadra abbia pagato lo scotto dei tre confronti giocati in otto giorni. Non avendo cambi, ho dovuto far giocare gli stessi uomini».
Fra coloro che ritorneranno nel calcio tarantino c'è William Uzzi, storico medico del Taranto. Manca dalla panchina da circa due anni. Precisamente dal match casalingo perso con il Martina:
«Sono convinto che Blasi sia l'imprenditore giusto per rilanciare il calcio a Taranto. Gli ho offerto lo stesso contributo che intendevo offrire alla ex società (100mila euro, n.d.r.)
proprio per dimostrare agli scettici che il mio amore per il club rossoblù era autentico, da vero tifoso insomma». La squadra è ultima.
«Sì, certamente, ma il campionato è ancora lungo. Blasi intende fare le cose per bene. Prenderà i sette giocatori forti per restare in C2. Meno male che è giunta la sua offerta, altrimenti avremmo chiuso con il calcio professionistico. Bisogna ammettere che la provincia è venuta incontro alle esigenze di una città che mi è parsa un po' titubante, diciamo così, su quest'argomento. Ma vorrei fare un'altra considerazione: se fossero stati portati prima i libri contabili in tribunale, a quest'ora, forse, faremmo altri discorsi». Nelle prossime ore Blasi ufficializzerà il nuovo organigramma: Galigani sarà il nuovo direttore generale, Tresi, il diesse, Maglie il segretario.
di Giuseppe Dimito
«Coronato un sogno»
Blasi abbraccia Taranto. «Alla squadra chiederò il primo regalo: i tre punti con il Manfredonia»
Crisi risolta in riva allo Jonio. Stamane Luigi Blasi, 44 anni, manduriano, imprenditore (realizza e vende macchinari agricoli), diventerà ufficialmente il nuovo presidente del Taranto Sport (è questa la denominazione ufficiale del nuovo). Per la nomina ufficiale serve il provvedimento del dott. Pietro Genoviva, giudice delegato del fallimento del Taranto Calcio srl, che assegnerà l'azienda decotta alla Sportinvest, il cui pacchetto azionario è detenuto dallo stesso Blasi. Ieri mattina nessuna ulteriore offerta è giunta nella cancelleria fallimentare del Tribunale. L'unico a presentarsi è stato proprio l'imprenditore manduriano, rappresentato dal suo legale, avv. Valerio Bassi, il quale ha consegnato la busta contenente l'offerta di 294mila euro, di cui 210mila per l'acquisto della fallita azienda calcistica. Ricordiamo che la relativa offerta, di pari importo, era stata depositata dal suo commercialista, il dott. Luca Vinciguerra venerdì mattina, alle ore 8,30. Stamane, dunque, non ci saranno ulteriori aperture di buste. Il dott. Genoviva stilerà il relativo verbale in cui darà atto della presentazione dell'unica offerta da parte di Luigi Blasi e gli assegnerà l'azienda fallita. Per il trasferimento definitivo del titolo sportivo (C2), attualmente in possesso della Figc, che ne è la proprietaria, bisognerà attendere qualche giorno. Infatti la «scaletta» degli impegni economici del neo presidente comprende altre scadenze urgenti: innanzitutto la fidejussione da 207mila euro alla Lega Calcio, ma soprattutto i circa 500mila euro alla Covisoc per il pagamento dei debiti pregressi della vecchia società. Subito dopo sarà necessaria la lettera di «gradimento» del sindaco Rossana Di Bello, l'assegnazione definitiva del dott. Genoviva ed in ultimo il trasferimento dell'importantissimo titolo sportivo da parte della Figc. «Sono felicissimo - ha detto Blasi -. Stavo accarezzando il sogno di diventare presidente del Taranto sin dall'estate scorsa. Il prossimo passo è formalizzare l'organigramma dirigenziale societario; poi passeremo al settore tecnico. Spero che i tifosi abbiano apprezzato il mio gesto: ho evitato la cancellazione del calcio professionistico in terra jonica. Contro il Manfredonia, domenica prossima, voglio tantissima gente allo stadio. Alla squadra chiederò il primo regalo: i tre punti». Stando a quanto trapelato il nuovo direttore generale sarà Vittorio Galigani. Sicuro il rientro di William Uzzi (ha offerto il suo contribuito economico allo stesso Blasi). Giungeranno non meno di sette rinforzi. Il primo potrebbe essere Garzya. Forse a Sabadini sarà chiesto di restare come direttore tecnico. Accetterà? Il nuovo trainer dovrebbe essere Toma.
di Giuseppe Dimito
77 anni di fusioni, fallimenti e rinascite
L'Associazione Sportiva Taranto nasce l'11 luglio 1927 dalla fusione dell'Audace Foot-ball Club e dell' Unione Sportiva Pro Italia. Diverse per il Taranto nel corso degli anni le fusioni, i fallimenti ed i cambi di "ragione sociale". Nell'estate del 1928 l'A.S. Taranto assorbe l'Unione Sportiva Nettuno mantenendo la stessa denominazione; il 17 settembre 1940 l'A.S. Taranto e l'U.S. Pro Italia si fondono formando l'Unione Sportiva Taranto. Nel 1944 il Taranto ritorna alla denominazione di Audace Football Club 1911, quindi rinasce la Società Sportiva Pro Italia (che nel 1940 si era fusa con il Taranto) mentre la Società Sportiva Pietro Resta (una formazione fondata in memoria del presidente Resta e nata dalle ceneri del Cantieri Tosi) assume la denominazione di Unione Sportiva Arsenale Taranto. In realtà il Taranto più che cambiare denominazione in Audace cessa del tutto l'attività con i giocatori che confluiscono nelle tre squadre cittadine. Al campionato Centro-Sud 1945-46 partecipano tre squadre tarantine: l'Arsenale, l'Audace e la Pro Italia e a fine stagione Arsenale e Audace vengono ammesse alla serie B. A questo punto l'Audace e la Pro Italia tornano a fondersi e rinasce l'Associazione Sportiva Taranto. Nei giorni successivi tra il nuovo Taranto e l'Arsenale si comincia a trattare per una ulteriore fusione ma non se fa nulla. Due le formazioni tarantine al via del campionato di serie B 1946-47: il Taranto e l'Arsenale e sarà questa l'unica volta. Nella notte tra l'8 e il 9 settembre 1947 alla presenza del segretario della FIGC dott. Valentini e dei dirigenti dei due sodalizi viene firmato, dopo due giornate di discussioni, l'accordo per la fusione: nasce così l' Unione Sportiva Arsenaltaranto. L'11 agosto 1955 l'Arsenaltaranto cambia denominazione e ritorna l'Associazione Sportiva Taranto (il sodalizio tarantino è oramai di fatto aiutato unicamente dagli enti locali e la Marina non dà più il suo apporto). Dopo 30 anni di relativa calma arriviamo alla stagione 1984-85. Il presidente è il cavaliere Luigi Pignatelli. La squadra è mal messa dal punto di vista tecnico ma va ancora peggio la società perché varie istanze di fallimento sono state presentate contro l'A.S. Taranto da numerosi creditori. All'inizio dell'aprile 1985 viene dichiarato fallito. Vito Fasano rileva la società per 3 miliardi e 250 milioni: nasce il Taranto Football Club. Nella primavera del 1993 la pagina più "nera". Il 12 maggio viene inoltrata la richiesta di messa in mora per la società ed a luglio la Co.Vi.Soc accerta che il deficit del Taranto è di circa 2 miliardi e 700 milioni. Il presidente Carelli si presenta in Lega con una fideiussione di 600 milioni contando poi nella vendita del parco giocatori (sono circa 30 i rossoblù in organico) per recuperare altra liquidità. Nonostante quest'ultimo tentativo la Federcalcio il 31 luglio non iscrive il Taranto che viene radiato da tutti i campionati. Il 3 agosto il dott. Uzzi iscrive la nuova società con la denominazione di "Taranto Calcio 1906" al Campionato Nazionale Dilettanti. Dopo 5 anni sparisce anche il Taranto Calcio 1906. Il 15 luglio 1999 gli azionisti Bitetti, Comegna e Ruta iscrivono in Lega la squadra e consegnano il titolo sportivo al Prefetto; quest'ultimo ottiene dal sindaco De Cosmo la disponibilità dello stadio, quindi si attiva per l'operazione di trasferimento del titolo. Il 7 agosto nasce l'A. C. Arsenal Taranto". Undici i soci fondatori. Nell'estate del 2001 un nuovo cambio di società e di denominazione, nasce il Taranto Calcio; lascia Papalia ed i nuovi proprietari sono Pieroni, che ha il 60% del pacchetto di maggioranza, una cordata di soci tarantini detengono il 40% restante. di Franco Valdevies
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