Il Taranto esulta: è ammesso
La Coavisoc ha espresso parere favorevole all'iscrizione della compagine rossoblu al campionato di C2. Oggi il responso definitivo del Consiglio Federale. Potrebbe anche esserci il ripescaggio in serie C1. E si pensa già al ritiro
Il Taranto deve essere riammesso in serie C2: parola di Coavisoc. La notizia arriva sul far della sera: allarga i cuori e restituisce il sorriso. Il parere motivato inviato al Consiglio Federale salva i rossoblu e restituisce la squadra al calcio professionistico. Adesso resta un ultimo gradino. Ma la fiducia sembra ben riposta: le indicazioni sono confortanti e concordanti. Lo scoglio più difficile sembra definitivamente superato: la valutazione della Coavisoc, la commissione d'appello per la vigilanza sulle società calcistiche, rischiara il cielo. Rimane un ultimo ostacolo: oggi alle 13 si riunisce il CF sotto la presidenza di Franco Carraro. La Lega di serie C sembra intenzionata ad opporsi con fermezza all'iscrizione del club di Viale Virgilio, come preannunciato in molteplici occasioni dal presidente Mario Macalli. Ma sembra il momento giusto per nutrire ottimismo: alla fine il “parere motivato” offerto dalla Coavisoc (organo tecnico appositamente istituito quest'anno per sottrarre al Consiglio Federale la responsabilità dell'ultima decisione) dovrebbe essere ratificato dalla Federcalcio. L'ultimo responso arriverà nel primo pomeriggio: e il Taranto ha quantomeno la certezza di ritrovarsi in C2. Dopo un interminabile mese di passione.
Ancora una volta la giornata è stata caratterizzata da una incredibile alternanza di sensazioni, sospesa tra ottimismo motivato e preoccupazioni improvvise. Lo scenario di partenza è conosciuto: la dirigenza del Taranto, sin dal momento della consegna della ricorso alla Coavisoc (presentato il 22 luglio e preparato dagli avvocati Alfredo Lovelli e Pierfrancesco Frascella) ha manifestato grande ottimismo nelle decisioni dell'organismo di controllo. E l'indiscrezione è stata confermata dai fatti: già nella mattinata di ieri la posizione del sodalizio tarantino è sembrata solida agli occhi del team di “professori” guidato da Alberto Santa Maria. Sarebbe partita una sola richiesta: una integrazione di documentazione da presentare in tempi brevi. Condizione soddisfatta nelle serata di ieri: per l'ennesima volta sono stati il presidente Vincenzo Stanzione ed il direttore generale Franco Telegrafo gli emissari designati per raggiungere la Capitale in tutta fretta in aereo.
Solo il pomeriggio aveva fatto comparire, nubi all'orizzonte. Appena per un istante. La posizione del Taranto sembrava, improvvisamente, essersi aggravata. Le voci di popolo e alcune indiscrezioni segnalavano una nuova condizione di difficoltà. Ma erano dubbi infondati: alle otto della sera le notizie provenienti da Roma hanno spazzato via le incertezze. Taranto ammesso dalla Coavisoc e in attesa del verdetto del Consiglio Federale. Quasi sicuramente positivo: solo l'attesa della comunicazione ufficiale impone l'utilizzo del condizionale. Le preoccupazioni, però, sembrano un ricordo da archiviare.
Le reazioni ufficiali si limitano, per il momento, ad alcune frasi pronunciate da Ermanno Pieroni a sera inoltrata, felice per il “rientro” del Taranto nella lista delle iscritte: buone notizie che hanno mitigato l'amarezza per l'esclusione dell'Ancona (società dalla quale si era dimesso in mattinata spiegando: «La ricapitalizzazione non mi convince») dal calcio professionistico. Dagli altri esponenti di casa-Taranto, invece, è stata rispettata la consegna del silenzio. Telefoni squillati a vuoto o spenti: ma oggi le parole dovrebbero tornare protagoniste. La passione della tifoseria, invece, non conosce pause: continue le telefonate in redazione da concittadini residenti in tutta Italia. Anche per loro la sofferenza sta per terminare.
Da oggi, tra l'altro, si potrà tornare a parlare con convinzione di programmazione tecnica: per il ritiro precampionato si fa strada la candidatura di Trevi, per la panchina l'ipotesi più in voga resta l'accoppiata Luperto-Toma, con Elio Tresi nei quadri societari. Un ultimo capitolo riguarda un vocabolo che, al momento, nessuno vuole sussurrare: “ripescaggio”. Non è il caso di farsi troppe illusioni: ma l'ipotesi è ancora in piedi, forse più viva di quanto si può immaginare. In ambienti vicini alla dirigenza ionica si continua a cullare il “sogno impossibile”: ma anche dai corridoi della Federcalcio, nel corso della giornata, sono giunti timidi segnali di apertura. Qualcuno si è anche impegnato a immaginare i possibili scenari: la contemporanea esclusione dalla C1 (ormai acclarata) di Como e Viterbese libera due posti. Pavia e Prato sono in pole-position ma... sognare non costa nulla. E anche se la categoria designata dovesse essere C2, il Taranto è pronto a festeggiare il pericolo scampato. Stavolta l'esclusione dai quadri federali sembrava decisa, le speranze ioniche sembravano ridotte al lumicino. La salvezza rappresenterebbe un “miracolo” realizzato in pochi giorni, a condanna quasi avvenuta: ma costituirebbe anche un monito severo. Troppi errori: il Taranto merita un cambio di rotta. Per non soffrire più.
di Leo Spalluto
L'esultanza di Pieroni:
«Mi sono commosso»
Il patron commenta felice la decisione
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L'intervento di
Ermanno Pieroni a 100sport magazine |
Fuori, quando l'indiscrezione del pomeriggio si materializza, non piove più. Come se per tutte le ore precedenti l'acqua piovuta dal cielo avesse lavato, all'improvviso, le sofferenze, gli errori, le ansie. Il Taranto è ammesso, la Coavisoc ha deciso. Il Taranto è vivo, ancora. E' vivo perchè è in regola, è vivo perchè ha pagato tutto quello che doveva pagare, perchè ha rincorso le scadenze riuscendo, però, a vincere l'affanno, a non scivolare lungo un percorso difficile. Il Taranto è ammesso: con le sue forze, con i soldi tirati fuori in un attimo, nell'ultimo attimo. Lo sforzo di Ermanno Pieroni si scrive in euro e con tanti zeri, l'attivismo di Massimo Giove è stato una molla in più, le corse dei “colonnelli” avranno il tempo per essere riconosciute: il Taranto è ammesso, grazie a poche mani e a tanta passione. E accompagnato dall'amore delle gente, mai rassegnata, mai doma, mai lasciatasi ammaliare dalle sirene contrarie, abile a tenere lontana l'inferno dell'Eccellenza. Ecco: il calcio professionistico abita ancora qui.
«Sono contento, molto contento. In questo momento mi sono commosso, credetemi. Perchè sono convinto che la città di Taranto reagirà con grande gioia alla notizia della nostra ammissione»: è quasi notte quando Ermanno Pieroni risponde al telefono. I giudizi sono praticamente ufficiali, gli ostacoli - anche gli ultimi - sono rimossi.
«E' solo l'inizio - dice ancora il patron rossoblu -. Perchè ora spero di regalare un'altra gioia, quella più grande. Parlo del ripescaggio, ovviamente: c'è da lottare, ma siamo pronti. Ci sono poteri forti che spingono per Prato e Pavia, ma il Taranto non deve chiedere il ripescaggio come fosse un favore: è un suo diritto. E guai a chi lo tocca».
Fuori da un incubo. Quasi si ha l'impressione di aver vinto qualcosa, di aver spazzato le sconfitte del campo, forse anche annullandole, se oggi il Consiglio Federale darà ragione a Pieroni. Spazzato le sconfitte? Ne riparleremo. Ma il Taranto, intanto, ha vinto.
di Fulvio Paglialunga
Taranto, sarà almeno C2
Il Consiglio Federale ratifica la decisione della Coavisoc: la società rossoblu è ammessa al campionato. Dura battaglia durante la riunione, poi l'annuncio... di Matarrese:
«Sono felice». Ora le atenzioni si spostano sul ripescaggio: è possibile, secondo quanto trapelto. Si deciderà nel CF del 12 agosto. Macalli difende Prato e Pavia, Pieroni risponde:
«Siamo i primi in graduatoria e mi batterò per la C1»
Fermate la giostra e, se volete, liberate le emozioni. Quelle represse dall'ansia, offuscate dai timori, sacrificate dalle voci cattive. Il Taranto è ammesso, ufficialmente. Di più: irreversibilmente. Non si accettano “se” e neppure “ma”. Il Taranto, comunque, è in C2. Lo ha deciso il Consiglio Federale, ratificando il parere della Coavisoc, tenendo aperte le porte del calcio professionistico al pallone di casa nostra. Sarà C2, almeno. Perchè altro si sussurra. Per ora è questo, il resto (ripescaggio, intesi) si saprà il 12 agosto, nel prossimo Consiglio Federale. La notizia, però, c'è: il Taranto è salvo, miracolosamente. Dopo una corsa sfrenata, dopo una pioggia di euro versati, chilometri bruciati e diritti urlati. Magari è pure un paradosso, ma la prima voce della verità è stato Antonio Matarrese, vicepresidente vicario della Lega:
«Sono felice che il Taranto sia stato ammesso al campionato di serie C2. E’ andato tutto secondo le aspettative».
Parole dolci, dovute o volute interessa poco. Era quello che la città voleva sentirsi dire, che già aveva sentito, in forma ufficiosa, dalla Coavisoc. Nessuna esclusione, le carte sono a posto. L'ammissione è una verità. Nonostante i contrasti riscontrati durante la riunione di ieri. Da Macalli, soprattutto, impegnato a sponsorizzare il ripescaggio di Prato e Pavia in C1 e, soprattutto, intenzionato a lasciar fuori il Taranto. Missione fallita, ma tentata. Lo stesso Matarrese rivela piccoli particolari:
«C'è stata grande bagarre - ha detto all'uscita dal Consiglio Federale - però alla fine i rossoblu sono stati ammessi al campionato di competenza». Bagarre è la prola giusta. Perchè il Taranto è arrivato al Consiglio Federale forte non solo del parere della Coavisoc, ma anche del giudizio dell'ufficio legale della Figc, che ha riconosciuto il valore (pare definito addirittura “superiore”) degli assegni circolari presentati in sostituzione della fideiussione. E perchè Macalli non ha fatto nemmeno un passo indietro. Anzi, a quanto pare, quando l'argomento-ripescaggi è stato sfiorato, il presidente della Lega di C avrebbe addirittura minacciato di lasciare l'assemblea. Poi non se n'è parlato più, ma il Taranto sembra aver un passo avanti rispetto al Pavia, inserendosi dietro il Prato nella graduatoria di merito: comunque saranno le tre squadre che si contenderanno i due posti (a meno di sorprese dai ricorsi) lasciati liberi da Viterbese e Como per la prossima C1.
E' un passaggio, successivo, questo. Che si giocherà su altri tavoli, dove il pallone si butterà in politica. Nel frattempo la gioia è ufficiale. Per i soldi messi da Ermanno Pieroni, indispensabili per rimettere in ordine conti e scadenze. Per il coraggio di Massimo Giove, schieratosi nel momento più difficile e nella posizione più scomoda. Per le corse di Enzo Stanzione e Franco Telegrafo, dirigenti con la valigia continuamente tra le mani e preziosi nel momento di maggiore bisogno. Per l'opera di Alfredo Lovelli e di Pierfrancesco Frascella, avvocati instancabili e autori di un ricorso evidentemente incontestabile. E anche per altre mani oscure: quelle di Vincenzo Fogliamanzillo, ad esempio, utili a organizzare tutti i dettagli più delicati (soprattutto per il punto di vista economico) del ricorso.
Si riparte, quindi. A pieno titolo. In attesa dell'ultima decisione, di un ripescaggio che sembra a metà strada tra speranza e reale possibilità. Perchè a fronte delle ulteriori resistenze di Macalli, ci sono le parole di Pieroni, lasciate in diretta tv ieri sera:
«Spero, adesso, che il Taranto venga rispettato. Quello ottenuto è già un successo: la Lega più importante (quella di A e B, ndc)
si è schierata con il Taranto. Pensate: pochi minuti prima del trofeo Tim ho ricevuto la telefonata di Adriano Galliani che si è detto contento per il Taranto e ha garantito il suo sostegno. Mi batterò, perchè il Taranto è primo nella graduatoria per i ripescaggi. Forse per questo Macalli, ma non posso dirlo con certezza, non voleva l'ammissione: sta tirando la volata a Prato e Pavia. Ma noi veniamo prima di entrambe. Vediamo come va a finire. Mi auguro di non dover portare tutto alla Procura della Repubblica».
Comincia un'altra battaglia, adesso. Dopo aver vinto quella della sopravvivenza, dopo aver tenuto lontano lo spettro dell'Eccellenza, agitato con troppa leggerezza e, forse, con un pizzico di perfida (e incomprensibile) speranza. Non importa più: il Taranto è salvo. Vivo, forse anche più di prima. La storia non poteva fermarsi. E l'intervento di Pieroni ha evitato il peggio. Con i soldi, perchè le parole non salvano nessuno. Pieroni non è stanco: ha tenuto il Taranto in C, ora ci deve mettere il numero. E comunque vada, respiriamo. Felici.
di Fulvio Paglialunga
«Rivincita personale, ora potrei lasciare»
Per il presidente Enzo Stanzione è una giornata dai differenti stati d'animo. Al parere positivo del Consiglio Federale, fa da contrasto un grave lutto familiare che lo ha colpito proprio ieri.
«In maniera presuntuosa potrei affermare che la mia può essere considerata una rivincita personale. Una risposta a coloro che hanno sempre espresso un parere non positivo sul mio operato. Ma io ho sempre fatto mio un detto: “Non ti curar di loro...”. Se si dovessero ascoltare tutti i pareri o tutte le opinioni... Posso dire che sono soddisfatto del lavoro svolto anche in compagnia di Franco Telegrafo che mi ha accompagnato in questi frenetici giorni e la cui presenza mi è stata di grande conforto durante questi viaggi ripetuti. Il cauto ottimismo che manifestavo ripetutamente non era solo di facciata, ma aveva un chiaro e preciso fondamento. Avevamo ottemperato alle condizioni della Coavisoc e quindi eravamo abbastanza tranquilli».
Il tono di voce è abbastanza sofferto e per vari motivi. C'è spazio anche per un suo intendimento, provocato magari dal sospiro di sollievo tirato. Una reazione a caldo che, al momento, appare del tutto convinta.
«Ho portato a termine il mio mandato e potrei prendere in considerazione l'ipotesi di lasciare la carica di presidente. Sono stati due anni molto duri per me e lasciare la presidenza è tuttora una possibilità concreta. Devo anche dire che se si volesse richiedere la mia collaborazione in futuro non mi tirerei indietro. Sono ovviamente soddisfatto anche per tutta la città di Taranto e per i tifosi rossoblu veri. Colgo l'occasione per ringraziare anche Ermanno Pieroni che ha dimostrato di essere attaccato a questa società, a costo magari di trascurare l'Ancona».
Poi un piccolo sguardo anche al futuro.
«Intanto godiamoci questa giornata anche se in effetti per me non rappresenta una sorpresa l'ufficialità della serie C2. Ora per ricominciare bisognerà contare sul concorso di tutte le componenti. Lo sviluppo della stagione scorsa è la testimonianza che la società da sola non può sempre raggiungere i suoi obiettivi. La stampa può giocare un ruolo importante e i tifosi ed anche le istituzioni devono avvicinarsi alla squadra con entusiasmo e convinzione».
«Parlerò solo dopo il 12 agosto»
Massimo Giove avrebbe tante cose da dire. Forse vorrebbe anche farlo, ma per il momento preferisce mantenere la consegna del silenzio. Una scelta autoimposta, già da qualche tempo. Una scelta prudente, nell'attesa che gli incubi finissero. E in attesa, adesso, che i sogni possano finalmente realizzarsi.
E' anche il desiderio di restare dietro le quinte, dopo aver subito critiche aspre, dopo aver visto evaporare i consensi. Dopo i mesi del confronto aspro con Ermanno Pieroni, Giove ha scelto la strada della concordia da ritrovare. Ha ricominciato a lavorare assieme al massimo azionista di viale Virgilio, è tornato a profondere impegno e danaro. Il primo obiettivo, purtroppo, è stato mancato: la retrocessione, amarissima, in serie C2, ha sconvolto piani, atterrito entusiasmi, rallentato i piani di rilancio. Si era parlato di lui, l'ex presidente, come prossimo presidente: non è stato così. Ma Giove è ricomparso tra i protagonisti del finale di stagione: e anche nell'ultimo mese la sua opera è stata continua. Ma silente, lontana dalle luci dei riflettori.
Ogni telefonata del cronista corrispondeva ad un cortese diniego: «Mi dispiace, ma per adesso non parlo. Ci risentiamo quando tutto sarà finito». Ma la fiducia nelle mosse di Pieroni ha rappresentato un elemento costante delle parole pronunciate a taccuini chiusi.
E adesso? Massimo Giove continua ad essere laconico, quasi telegrafico. Ma comincia ad indirizzare anche qualche messaggio cifrato.
«Sono felice, naturalmente - esordisce -
ma voglio sottolineare una cosa: il merito di questo risultato è di Ermanno Pieroni. Ora parlerò soltanto dopo il 12 agosto, dopo le decisioni finali sui ripescaggi, e dopo essermi consultato con Pieroni. Abbiamo ottenuto un primo successo importante: speriamo di coglierne altri».
Il secondo obiettivo è stato colto: la permanenza in C2 è un bene ormai conquistato, lo spettro dell'Eccellenza è un rischio definitivamente spazzato via. Giove non lo dice, ma spera. Spera ardentemente nel ripescaggio in serie C1. Ci crede. Crede che gli errori commessi nella passata stagione possano ancora essere riparati. Che la retrocessione possa essere cancellata d'incanto. Una convinzione annunciata già nei giorni del dopo-Fermana. Ma che adesso diviene sempre più forte. Massimo Giove è in attesa: come tutti i tifosi. Nell'ansia di poter cogliere il terzo obiettivo. Il più importante: il ritorno in terza serie.
«Fiducia assoluta sul nostro operato»
Il direttore generale Franco Telegrafo esprime anch'egli soddisfazione per il verdetto del Consiglio Federale di ieri pomeriggio.
«Non è stato un ultimo mese facile se penso alle corse per l'Italia che io e il presidente Stanzione abbiamo dovuto intraprendere. E' stata una difficile impresa, anche se in tutta sincerità posso affermare che ho avuto sempre fiducia sulla bontà della nostra operazione. L'ottimismo che mi ha accompagnato è stata confortata anche dalla volontà espressa da Pieroni che mi ha rassicurato dall'inizio sul lieto fine. Non aveva torto».
Si rischia di perdere un certo equilibrio nelle valutazioni oggettive. Parlare di festeggiamento può apparire abbastanza forzato; appare doveroso, altresì, prendere il dovuto respiro derivante dal pericolo scacciato di una categoria (l'Eccellenza) che avrebbe rappresentato una condanna davvero impietosa per il calcio rossoblu.
«La mia - dichiara Franco Telegrafo -
è una doppia soddisfazione. Lo è da tarantino e lo è anche da dirigente. Parlare di festa mi sembra eccessivo: direi che siamo rientrati nella normalità. Al contrario mi piacerebbe che questo giorno fosse ricordato tra qualche tempo. Io credo che il Taranto meriti ben altri palcoscenici: bene, se saremo bravi e fortunati in futuro a raggiungere importanti traguardi, questo giorno potrà essere riconosciuto come quello della rinascita. Ho nella mente le lacrime di quei tifosi che a Fermo lasciarono lo stadio in maniera civile. Mi piacerebbe che quegli stessi tifosi possano presto ritornare a gioire per le vittorie del Taranto».
Si parla tanto di un operato rigido e ruvido del presidente della Lega di serie C nei confronti del Taranto. Franco Telegrafo, andando controcorrente, vuole invece rammentare un particolare ritenuto decisivo per la sopravvivenza della società rossoblu.
«Oggi Macalli viene dipinto come il nemico del Taranto. Sicuramente il presidente, almeno da quello che si sente in giro, non godrà di una buona reputazione agli occhi dei tifosi rossoblu. E' anche vero, però, che è stato lo stesso Macalli a facilitare la procedura della consegna degli assegni in sostituzione della fideiussione senza vedere effettivamente cosa contenesse la nostra busta. Mi sembra doveroso e onesto sottolinearlo».
«Un successo firmato Pieroni»
«Sono serviti i gufi, gli sciacalli e i pellegrini, di qualsiasi provenienza». Il professor Nico Bruni è tanto scoppiettante da spogliarsi con una mossa sola del ruolo istituzionale. Perchè è il presidente del Collegio dei revisori dei conti della Lega di A e B, giusto per citare una sola delle numerosissime cariche ricoperte. Interlocutore più che attendibile, quindi:
«Ancora una volta bisogna dare il giusto merito a Ermanno Pieroni, che ancora una volta ha messo le sue risorse per conservare la dignità calcistica. Ma merito va dato anche ai dirigenti, a quello che ha potuto fare Massimo Giove e ai legali del Taranto. A tutti quanti quelli che hanno svolto egregiamente il lavoro che ha consentito il salvataggio».
Bruni è energico. E si esprime con giudizio e con serenità, non disdegnando qualche frecciatina:
«Adesso quanti hanno sbandierato l'amore per il Taranto devono uscire allo scoperto per trovare una soluzione adeguata per dare continuità alla vita calcistica». Non lo dirà mai, ma il professore tarantino ha la considerazione degli alti ambienti calcistici. Lo dimostra la telefonata ricevuta lunedì sera da Francesco Ghirelli, direttore generale della Figc, che gli annunciava l'ok della Coavisoc. Oppure, per citare un altro episodio, ha lavorato a stretto contatto con Alberto Santa Maria, il presidente della Coavisoc, per la questione sollevata dalla Unione Europea a proposito del decreto “spalma ammortamenti”. Bruni fa quasi finta di niente:
«Non mi piace essere protagonista, sto nell'ombra. Ma amo la mia città e lavoro per difenderla. Tanti urlano il loro amore, ma non mi risulta agiscano di conseguenza. Ora, quindi, che tutti i portabandiera e i capicordata sono chiamati a raccolta: facciano vedere se il loro interesse è reale». Ultime battute. Per Pieroni:
«Ancora una volta è stato lui a salvare il Taranto, nonostante sia stato troppo distante negli ultimi tempi. Bisogna tenere in considerazione lo sforzo fatto». E sul ripescaggio in C1:
«Sono fuori sede, al momento, e non posso verificare i documenti. Se il ripescaggio non è codificato un aiuto da Macalli non lo avremo mai. Se invece esiste un codice preciso in merito, ne abbiamo diritto, pienamente. E non ripescare il Taranto sarebbe un vero delitto. Credo che qualche chance esista».
Felicità anche nei "palazzi"
La reazione del Presidente della Provincia e del Sindaco di Taranto dopo l'ammissione del Taranto. Gianni Florido:
«Già la C2 è un grande risultato, ma ci può essere un altro miracolo. Come Ente faremo la nostra parte»
L'attesa, la speranza. E poi la grande gioia. Anche nei palazzi della politica la riammissione in serie C2 del Taranto ha regalato sorrisi e riacceso la passione. Il sindaco Rossana Di Bello e il presidente della Provincia, Gianni Florido, hanno atteso con trepidazione l'esito del Consiglio Federale. Il presidente della Provincia, Florido, rispondendo all'invito lanciato dalla tifoseria, ha addirittura scritto, prima del verdetto definitivo, una lettera al presidente della Federcalcio, Carraro, per sostenere la causa del Taranto. Ma anche da Palazzo di Città i contatti con i vertici federali sono stati frequenti.
Alla fine la sentenza ha premiato la società ionica ed una intera città. Esulta Gianni Florido: il presidente della Provincia ha seguito l'evolversi dei lavori del CF nonostante la contemporaneità di una importante riunione di giunta. Alla fine dei lavori la notizia dell'ammissione del Taranto ha regalato una nuova gioia. «Siamo in C2 - esordisce -
è questa la cosa più importante. Sono felice, soprattutto da sportivo e da appssionato di questi colori. La decisione della Federcalcio, tra l'altro, conferma la giustezza della posizione espressa dalla Provincia sulla vicenda».
Chiaro il riferimento alla missiva inviata al vertice della Figc. «Le nostre previsioni - prosegue -
hanno trovato conferma. Ci siamo rivolti a Carraro per sottolineare che la presentazione degli assegni circolari al posto della fideiussione poteva essere tollerata, soprattutto alla luce della ricapitalizzazione effettuata dalla società di Viale Virgilio. Siamo lieti di avere contribuito, sia pure in minima parte, a questo esito».
Adesso si può pensare al futuro con speranza. «A questo punto - rileva Gianni Florido -
ci auguriamo che la società possa allestire una compagine in grado di far sognare i tifosi, di restituire al popolo rossoblu la voglia di tornare allo stadio, di trasformare nuovamente il Taranto in un vero e proprio “credo”. Come era una volta, quando andavo a seguire le partite dell'Arsenaltaranto sugli spalti del vecchio stadio Mazzola».
Florido invia un messaggio anche ad Ermanno Pieroni. «Bisogna dare atto alla società
- dichiara - di aver fatto un grosso sforzo economico per raggiungere questo risultato. Ma adesso ci vuole un riassetto finanziario che consenta di sperare nella promozione in serie C1, nel caso in cui non si verifichi il miracolo del ripescaggio».
La Provincia è pronta a recitare il proprio ruolo, nei termini già annunciati nei giorni scorsi.
«Manterremo fede a quanto abbiamo già detto. Non siamo una azienda privata, siamo un ente pubblico. Non pensiamo a sponsorizzazioni, ma a progetti integrati di promozione. Noi possiamo promuovere lo sport, lo sport può promuovere le bellezze del nostro territorio».
di Leo Spalluto
Il Taranto resta in C2
Sentenza decisiva del Consiglio Federale. Ratificato ieri il parere della Coavisoc, dopo un
acceso dibattimento. Il futuro societario sarà affidato all’imprenditore manduriano Blasi?
Nel volatone finale per l'iscrizione alla C2, il Taranto ha piazzato ieri... lo sprint vincente negli ultimi metri. Ma l'opera è costata fatica. Ieri pomeriggio, in Consiglio Federale, c'è stata grande battaglia. Il presidente Carraro, sorretto fortunatamente da buona parte dei consiglieri, ha dovuto faticare le proverbiali «sette camicie» per riuscire a riammettere il club jonico nella quarta serie del calcio professionistico. Macalli ha tentato fino all'ultimo di far passare la cosiddetta «linea dura» appigliandosi alla mancata presentazione della fidejussione da 207mila euro al posto della quale i dirigenti jonici avevano depositato assegni circolari di pari importo. Il parere positivo della Coavisoc sulla regolarità dei conti è stata preziosa. Una testimonianza diretta di quanto è avvenuto ieri in Consiglio Federale l'ha data il vicepresidente vicario della Lega, Antonio Matarrese, che ieri ha così commentato:
«C'è stata parecchia bagarre per il problema-Taranto, ma alla fine i rossoblù sono stati ammessi al campionato di competenza. Sono molto felice per il risultato ottenuto dai tarantini».
Ora incombe il futuro. Attualmente l'organico-giocatori del Taranto è composto da soli 4 elementi: Mignogna, Scarci, Bennardo e Passiatore. Il ritiro dovrebbe partire da dopodomani a Trevi, in Umbria. Il team manager dovrebbe essere Gianluca Petrachi, ex esterno rossoblù il quale ha dichiarato:
«Pieroni mi ha detto che ho due strade: Taranto ed un'altra società. Nelle prossime ore sia scioglierà la riserva». Il diesse dovrebbe essere Elio Tresi, in forza nella scorsa stagione a Gallipoli unitamente ad Antonio Toma che potrebbe essere l'allenatore. Non avendo il patentino, al suo fianco potrebbe sedersi Claudio Luperto. Il preparatore atletico potrebbe essere Micelli ed il segretario Rocco Magli. Questi uomini li indicò a Pieroni Luigi Blasi, ex presidente del Manduria all'epoca della trattativa per il passaggio delle quote societarie del patron circa un mese e mezzo fa. Dice l'interessato: «Sì, è vero. Del resto li conosco tutti da molti anni. Ma non li ho imposti assolutamente. Ne parlai con lui all'epoca della trattativa per il trasferimento del suo sessanta per cento. Evidentemente se ne sarà ricordato e potrebbe averli scelti. Tutto qui».
La trattativa per il passaggio delle quote di Pieroni si riaprirà?
«Intanto consentitemi di complimentarmi con il patron per aver fatto di tutto per ottenere l'iscrizione del Taranto in C2. Rispondendo alla sua domanda posso dire di essere disponibile a trecentosessanta gradi. Naturalmente alle condizioni che ho già posto: possesso del pacchetto di maggioranza».
Come dovrebbe avvenire questo passaggio?
«Il proprietario del Taranto è Ermanno Pieroni. La prima mossa spetta a lui. Basta uno squillo telefonico per riprendere il cammino interrotto un mese e mezzo fa. Non dico questo per una questione di mero principio, ma soltanto perché conosco le regole che governano tutte le società, siano esse calcistiche che commerciali. Per conto mio posso soltanto dare la mia ampia disponibilità ad essergli di supporto, di aiuto, di collaborazione come dir si voglia».
Giuseppe Dimito
La gioia della città
Antonio Fullone: «E' il momento di ritrovare il feeling con Pieroni». Di Bello e Florido:
«Servono nuove idee»
Il Taranto da ieri pomeriggio ha scongiurato il rischio del fallimento. Il Consiglio Federale ha, infatti, confermato la decisione di lunedì della Coavisoc, ammettendo il club rossoblù al prossimo campionato di serie C2. Ora resta in piedi il discorso legato al possibile ripescaggio, rimandato al prossimo 12 agosto, quando un apposito Consiglio Federale farà chiarezza anche su questo aspetto. Per ora è stato salvato il calcio professionistico, dopo un'estate tribolata e ricca di incognite, ormai una tradizione da due anni a questa parte, anche se da questo momento bisognerà organizzare l'immediato futuro, un compito davvero impegnativo. La notizia della salvezza sportiva del Taranto Calcio, è stata accolta con soddisfazione dal sindaco Di Bello, che ha subito provveduto ad esternare con un comunicato il proprio pensiero in merito all'ammissione:
«sono molto felice, come credo tutti i tifosi del Taranto che, sono certa, torneranno a gremire con grande calore gli spalti dello Iacovone. E sono pure speranzosa per il ripescaggio in C1
- si legge tra l'altro - anche se la C2 rappresenta già un bel risultato. Fino a qualche giorno fa si pensava di dover ripartire da zero, di buttare tutto per aria, ora, invece, lo scoglio più grosso è stato superato. Ma da questo momento bisogna rimboccarsi le maniche per ricominciare nel migliore dei modi».
Anche il presidente della Provincia Gianni Florido non nasconde la sua gioia per la notizia dell'ammissione del Taranto alla C2:
«Sono felice prima di tutto come tifoso ed orgoglioso che la Provincia sia riuscita a dare un contributo essenziale con l'intervento di qualche giorno fa sul presidente della Figc Carraro. Ora però è auspicabile che si apra una fase nuova, diversa, con la proprietà del Taranto Calcio che deve fare un ulteriore sforzo, oltre a quello della ricapitalizzazione, per regalarci dei campionati diversi, meno tribolati, più consoni alla piazza. L'obiettivo immediato ora è il ritorno in C1, che potrebbe passare attraverso un altro miracolo o, in alternativa, da una promozione sul campo».
Sulla sponda tifosi si respira, chiaramente, un'aria più leggera, dopo settimane di grande apprensione. Lo conferma Antonio Fullone, coordinatore di Tifo è amicizia:
«È un momento davvero positivo. Il 27 luglio può rappresentare una data importante nella nostra storia calcistica soltanto se la si considererà un punto di partenza. C'è da fare prima un'inventario della macerie ammassate nel corso degli ultimi due anni e poi ripartire con un programma diverso, nonostante il pesante fardello del passato. L'importante, però, è che la città recuperi un ruolo attivo, riallacciando un contatto con Pieroni. Ora, comunque, dobbiamo concentrarci sul ripescaggio, con il Taranto che mi sembra nettamente favorito sulle altre concorrenti».
Enrico Sorace
Triuzzi: «Ora bisogna voltare pagina»
Parla l'ex capitano, che è in ritiro con l'Ancona, esclusa dalla B.
«L'imprenditoria jonica deve svegliarsi». La punta non esclude l'ipotesi di un ritorno.
«Giocherei volentieri se arrivasse la C1»
Gianluca Triuzzi, quanto la sua «ferita» procurata dall'esclusione dalla B dell'Ancona, è stata rimarginata dalla permanenza (ratificata dal consiglio federale) del Taranto?
«Il mio cuore batte sempre per il Taranto. Aver conservato la C2 era un sacrosanto diritto del pubblico, che merita scenari più luminosi. Quanto all'Ancona, però, c'è l'amarezza per la perdita della cadetteria. Io e i miei compagni abbiamo vissuto drammaticamente le ultime ore del ritiro».
Ma dopo i due giorni di stop, decretati dalla dirigenza dorica, come ritroverete la serenità?
«Ci proveremo, grazie al supporto morale del tecnico e della stessa società, che ci ha consigliato di non prendere decisioni affrettate prima del 12 luglio».
Vuol dire che l'Ancona crede nel «miracolo» della commissione conciliatrice del Coni?
«Tali speranze sono giustificate dall'attaccamento nei colori sociali. Noi giocatori, sino al 12 luglio, almeno, non potremo considerarci svincolati. Ma questo non ci vieta di guardarci attorno... ».
Starebbe pensando anche di rimettere piede nella «casa» del Taranto?
«Non lo escludo, visto che si paventa l'ipotesi di un ripescaggio, che secondo me è possibile».
Non mi dica che ha già accantonato l'idea di recitare una parte in serie B...
«Assolutamente, io voglio giocarmi un'altra carta. A confortare le mie intenzioni, sono arrivate in questi giorni di ritiro anconetano, le attestazioni di stima da parte del tecnico Giovanni Vavassori. Comunque, per ora, il mio futuro agonistico è legato all'Ancona».
Cosa si augura, invece, per il futuro del Taranto?
«Bisognerebbe voltare pagina sotto il profilo societario. Le istituzioni e l'imprenditoria, soprattutto, dovrebbero svegliarsi, comprendendo l'importanza economica, derivata da un campionato professionistico. Pieroni non può continuare a governare il calcio tarantino da solo... ».
Come giudica le continue critiche nei confronti del patron?
«Non le condivido. Certo, Pieroni, come ha più volte ammesso, ha fatto degli errori in questi anni. Per un uomo è normale. Ma va dato atto della sua volontà di salvare la C2 del Taranto. Gli altri parlano, ma alla fine i fatti li garantisce il patron... ».
di Alessandro Salvatore
Ratificate le decisioni della Coavisoc
Il Taranto sarebbe stato anche ad un passo dal ripescaggio (Macalli contrario). La soluzione interlocutoria ha però rinviato ogni decisione
Decisione salomonica. Forse anche troppo. Per evitare i guai dello scorso anno, il Consiglio Federale decide di attendere l'esito dei ricorsi alla camera di conciliazione del coni, ratificando, nel frattempo, le decisioni della Coavisoc. Come era facilmente prevedibile. Solo il 12 agosto conosceremo la composizione dei gironi e i nomi delle ripescate. E' stata un'altra giornata convulsa, contrassegnata da momenti diversi. Come annunciato Macalli ha dato battaglia. Inutilmente. Il parere tecnico della Coavisoc ha avuto facile successo. Non poteva essere altrimenti. Il Taranto sarebbe stato anche ad un passo dal ripescaggio (Macalli a parte): difficile giustificare la scelta Pavia, arrivato ultimo, inferiore per bacino e storia calcistica. La soluzione interlocutoria ha però rinviato ogni decisione. Difficile fare previsioni: Viterbese e Como sembrano patire problemi più profondi. Difficile una loro eianimazione politica. La stessa Ancona non è così scontato che riesca a ripartire dalla C1, se l'esclusione sarà confermata: i tempi ristretti per rispettare le condizioni poste dal lodo Petrucci renderebbero ancora più difficile l'operazione.
Intanto nelle prossime ore dovrebbe partire la stagione rossoblu, targata per ora C2. Pieroni non ha più l'Ancona. Particolare che non ha assolutamente turbato il patron. L'interessamento per la Sambenedettese deriverebbe dal coinvolgimento che Anelucci, interessato ad investitre in riva all'Adriatico, sta cercando di mettere in atto. Ma anche questo, pendente il ripescaggio, dovrebbe attendere.
«Ora il Taranto ha un futuro»
Il legale del patron rivela i retroscena dell’iscrizione alla C2 e lancia segnali buoni.
«Il club può affrontare le prime spese». L’avv. Frascella: «Ma il progetto di Pieroni abbisogna di forze nuove»
Pieroni ha bisogno di aiuto economico. La circostanza è confermata dai suoi legali. Ha detto ieri sera l'avv. Pier Francesco Frascella:
«Il patron ha dovuto sborsare parecchio sia per provvedere alla prosecuzione della vita civilista che a quella sportiva della società. Le due cose sono nettamente distinte. In tutto ha "scucito" la non certo modica cifra di un milione e mezzo di euro. Contestualmente abbiamo ottenuto la conferma dell'iscrizione alla C2 che, per come si erano messe le cose, non è stata facile raggiungere. Ora posso affermare che la società "respira". Ha persino in cassa una certa liquidità per affrontare le prime spese occorrenti».
Ma non mancano i problemi?
«Uno è sicuramente rappresentato dalla gestione del prossimo campionato. Pieroni ha bisogno di gente in grado di dargli una mano. Si è pertanto rivolto alla città. Gli enti pubblici, ciascuno per la parte di propria competenza, dovranno contribuire all'elargizione di quei contributi che sono previsti dalla legge. Gli imprenditori, dal canto loro, potranno avvicinarsi alla società con maggiori stimoli. A questo proposito voglio aprire e chiudere una parentesi. Fino a qualche tempo fa, quando qualcuno di noi si avvicinava a questa classe, riceveva delle risposte negative. In tutti c'era quasi la certezza che i debiti societari sforassero di molto la cifra del milione e qualche euro in più previsti dall'assemblea straordinaria di aprile che aveva deciso la ricapitalizzazione. Devo essere sincero fino in fondo: abbiamo avuto la sensazione che si attendesse la non iscrizione del Taranto in C2 per poterlo rilevare successivamente. Sia pure in un campionato decisamente inferiore qual è l'Eccellenza».
Ora invece?
«La situazione economica si è nettamente capovolta. La società, come ho detto, è in leggero attivo. Ma la pur allettante circostanza non basta. C'è da affrontare un campionato. Noi siamo convinti che il 12 agosto arriverà la C1. In ogni caso per disputare un torneo d'avanguardia occorrono milioni di euro. Da solo Pieroni non è in grado di sborsarli per cui ha bisogno di aiuto».
Come si potrebbe concretizzare questo supporto?
«Il ventaglio del pacchetto azionario è a disposizione di chi ha interesse. Basta accordarsi e ciascuno diventa proprietario del numero di quote che desidera acquistare».
Oltre ai problemi economici, ce n'è uno logistico: la maggior parte della tifoseria è schierata contro il patron. Come si fa a ricucire questo rapporto?
«Questo è un altro grosso problema. Pieroni ha ammesso di aver commesso un grave errore restando a seicento chilometri di distanza. Ma a tutto c'è un rimedio. Dopo il ritiro la squadra tornerà in città per la presentazione ufficiale. Sarebbe un'ottima occasione per il patron rimettere piede a Taranto nella conferenza-stampa che sarà organizzata. So che ci sta seriamente pensando... ». di Giuseppe Dimito
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